La preghiera del cuore e preghiera di Gesù nel Rinnovamento Carismatico (Padre Robert Faricy)
La vera preghiera è semplice, infantile, non contaminata da tanti
pensieri e idee. La vera preghiera parte direttamente dal cuore. Dice
semplicemente: «Ti amo, Signore» e: «Grazie di amarmi». La preghiera
migliore è quella più semplice: l'unione dei cuori, l'unione del mio
cuore con quello del Signore . La preghiera semplice dice poco o nulla.
Guarda con amore al Signore. Pronuncia il suo nome con fede ed amore ; e
accetta il suo amore, confidando in esso e avendo fiducia in esso.
LA PREGHIERA PERSONALE
Cuore e centro del cristianesimo è la
relazione personale con Gesù Cristo risorto. Inoltre, voglio
che questa relazione occupi il primo posto e sia al centro della mia
vita, che organizzi le altre mie relazioni, sintetizzandole, dando
loro significato e nuova vita.
Cuore e centro di una viva relazione interpersonale con Gesù
Cristo è la preghiera, in particolar modo la preghiera
personale. Non intendo dire che la preghiera di gruppo, quella
familiare, le funzioni religiose e la Messa abbiano poca o nessuna
importanza. Al contrario. Ma la preghiera insieme con gli altri può
sempre in qualche modo cadere nel formalismo o nella recitazione,
perché ho bisogno del sostegno di altri. La preghiera insieme
con gli altri ha bisogno della preghiera personale - preghiera in
solitudine, fatta da me, per alimentare la mia relazione col Signore
così che la mia preghiera con gli altri sia una preghiera
autentica, onesta, reale.
Inoltre, la mia preghiera personale
manterrà viva e forte la mia relazione con Dio.
Di che
cosa ho bisogno per avere una vita di preghiera personale? Quali
condizioni devo soddisfare, realizzare, nella mia vita quotidiana
così da avere una salutare vita di preghiera nella quale il
Signore possa unirmi più strettamente a Sé? Ho bisogno
di: fedeltà quotidiana, semplicità e fede. Esaminiamole
una per volta.
Fedeltà
La relazione con Dio, così come una relazione
interpersonale, richiede disciplina e in gran parte dipende da essa.
Se desidero avere un rapporto buono e cordiale con qualcuno, devo
passare del tempo con quella persona. Se ritengo che qualcuno sia
importante nella mia vita, gli dedico del tempo. Voglio essere fedele
al Signore, al suo amore per me. La mia fedeltà a lui nella
preghiera fa parte della mia risposta al suo amore. Questo significa
che ho bisogno di avere un periodo di tempo fisso ogni giorno da
dedicare alla preghiera, da dare esclusivamente al Signore.
Quanto tempo? Questo dipende. Forse un'ora, forse venti minuti.
Certamente voglio pregare durante tutta la giornata , per vivere per
quanto è possibile con gli occhi rivolti al Signore . Ma ho
bisogno di un tempo di durata fissa nel quale possa essere solo col
Signore, tranquillo, solo per lui, con nient'altro da fare, senza
distrazioni esterne. Può essere la mattina prima che gli altri
in casa si alzino, o dopo che sono andati a letto, o durante la mia
pausa per il pranzo, o in qualunque momento possa trovare un posto
tranquillo e stare col Signore. Oppure posso pregare due volte al
giorno, per esempio, venti minuti la mattina e venti la sera.
In
ogni caso, devo rimanere fedele ogni giorno al periodo di tempo che
ho deciso di dedicare al Signore. Non che il Signore sia un
marcatempo; non mi giudica se vengo meno al mio tempo per la
preghiera con lui un giorno o due. Devo essere fedele perché
la fedeltà al mio momento di quiete col Signore esprime il
grado del mio impegno con lui, il grado della mia risposta al suo
amore. Se il Signore occupa un posto importante nella mia vita, nel
mio cuore, allora troverò il tempo per pregare, per stare con
lui, per quanto la mia giornata possa essere indaffarata. Se accade
qualcosa e non posso pregare nel momento regolarmente fissato, posso
farlo più tardi nel corso della giornata. La fedeltà a
questo momento regolare di preghiera è la misura della mia
risposta all'amore del Signore per me.
Semplicità
La vera preghiera è semplice, infantile, non contaminata da
tanti pensieri e idee. La vera preghiera parte direttamente dal
cuore. Dice semplicemente: «Ti amo, Signore»
e: «Grazie di amarmi».
La preghiera
migliore è quella più semplice: l'unione dei cuori,
l'unione del mio cuore con quello del Signore. La preghiera semplice
dice poco o nulla. Guarda con amore al Signore. Pronuncia il suo nome
con fede ed amore; e accetta il suo amore, confidando in esso e
avendo fiducia in esso.
A tutti quelli che vogliono pregare, il Signore dice: «Imparate
da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per
le vostre anime» (Mt 11, 29). Posso imparare da lui ad
essere mite, piccolo, umile come un bambino dinanzi a lui (cf. Mt
18, 4).
Quando Marta si lamentava che doveva preparare e servire il pranzo
da sola, e chiese a Gesù di dire a sua sorella Maria che
l'aiutasse, Gesù le rispose: «Marta, Marta, tu ti
preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di
cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore,
che non le sarà tolta» (Lc 10, 41-42). Maria
sedeva tranquilla ai piedi di Gesù, lo guardava con amore e lo
ascoltava - non solo con l'orecchio, ma col cuore .
Io posso
essere «preoccupato per molte cose» nella mia preghiera -
da fare, da pensare, da dire. Il Signore mi dice che la «parte
migliore» è stare tranquillo, non preoccupato, e di
sedere ai suoi piedi con amore riverente. E lui mi insegnerà
se stesso.
La preghiera è come la danza . Quando io (Robert Faricy)
avevo dodici anni, i miei genitori mi mandarono a una scuola di danza
a imparare i balli tradizionali da sala da ballo, con la speranza che
quell'esperienza mi avrebbe aiutato a divenire una persona civile. Il
maestro di ballo metteva un disco - un valzer, per esempio - e ognuno
di noi si sceglieva un compagno per ballare. Ero il più
piccolo della classe: tutte le ragazze erano più grandi di me,
molto più grandi. Qualunque ragazza avessi come compagna mi
trascinava per tutta la pista nonostante le mie proteste che era
l'uomo che doveva guidare. Anche le ragazze, dopo tutto, stavano solo
imparando a ballare.
La preghiera è come la danza. Che tu
sia uomo o donna, è Dio che fa la parte dell'uomo nel ballo.
Lui guida, io seguo. E se balla lentamente, non ho voglia di andare
veloce. Voglio lasciarmi guidare da lui.
Sbaglio quando voglio
programmare eccessivamente la mia preghiera. La preghiera è
semplice: vado al Signore con semplicità, guardo a lui con
amore, e poi mi lascio guidare da lui.
Fede
Per pregare devo aver fede nel Signore. Devo aver fiducia nel suo
amore per me. Devo affidarmi al fatto che Gesù mi ama
personalmente. Non come uno fra tanti, un volto nella folla; devo
sapere che mi chiama per nome. E lo fa veramente. Gesù morì
per me sulla croce come se fossi l'unica persona al mondo. Quando
viene a me adesso, nella mia vita quotidiana e in special modo nella
mia preghiera, viene personalmente, pronunciando il mio nome. Egli mi
ama, e, poiché è Dio, il suo amore è
infinitamente potente. Questo mi dà il potere di pregare, di
venire a lui nella preghiera e di ricevere il suo amore.
Ora pregate con me:
«Signore Gesù, insegnami a
pregare.
Concedimi il dono di una fede più grande.
Aiutami a pregare con semplicità, come un bambino, senza
tante idee e parole.
Aiutami a restare fedele al mio tempo con te
ogni giorno. Amen».
MODI DI PREGARE
Che cosa devo fare quando prego? Come passo il mio momento di
quiete col Signore? Che cosa faccio? Quale metodo di preghiera devo
utilizzare? Devo usare davvero un metodo?
In questo paragrafo
suggeriamo alcuni modi semplici per pregare, forse non abbastanza
strutturati per essere chiamati metodi. Potete usarne uno qualunque o
tutti quanti, anche combinandoli, o pregare in qualche altro modo.
La regola è: Usate ciò che vi aiuta.
Voglio pregare così come il Signore mi guida a
farlo. Come faccio a sapere che mi sta guidando a pregare? Egli mi
guida nel modo che mi aiuta di più ad avere un rapporto con
lui, nel modo che mi rende più facile restare vicino a lui. In
qualunque modo, in questo momento, sia più facile per me
essere più unito al Signore - quella è la via per la
quale mi sta guidando, ed è così che voglio pregare.
Modi diversi per persone diverse e modi diversi per la stessa persona
in momenti diversi.
Allora, il mio criterio per decidere che cosa
fare nella preghiera è questo: ciò che mi aiuta di più
ad avere un rapporto col Signore.
SCHEMA GENERALE DELLA PREGHIERA
Per esempio, se frequento regolarmente degli incontri di
preghiera, posso seguire uno schema generale per incontri di
preghiera. La maggior parte degli incontri carismatici di preghiera
iniziano con una lode e continuano con altre lodi intervallate da
letture della Bibbia, profezie e preghiere o dichiarazioni ispirate.
A ciò spesso segue una catechesi , poi la preghiera di
supplica e il ringraziamento per i benefici ricevuti dal Signore. Di
solito l'incontro termina con un inno o una preghiera.
Il mio
incontro di preghiera col Signore può avvenire nella mia
preghiera personale.
La mia preghiera può iniziare con la
lode. Posso cominciare col cantare al Signore un inno che mi piace.
Per la preghiera personale, gli inni che sono già preghiere
sono i più utili, per es. «Laudato sii, o mi Signore»,
oppure «Accoglimi», o qualche altro inno o canto che si
rivolga a Dio direttamente, che lodi, ringrazi o adori Dio. Poi, se
ho il dono delle lingue , posso continuare a lodare il Signore in
lingue, cantando o pregando sommessamente in lingue. Se mi sembra il
modo giusto, posso continuare ad alternare gli inni alla lode
silenziosa e all'adorazione, e magari alla lode in lingue.
Il
Signore può darmi una lettura della Bibbia. Se sento che vuole
indicarmi una strada, posso aprire la Bibbia e vedere che cosa mi ha
riservato. Posso leggere il brano lentamente, lasciandolo imprimere
in me stesso e riponendovi devotamente la mia fiducia. Oppure, in
qualche occasione, il Signore può darmi persino una profezia
personale come nutrimento per la mia preghiera.
Così ho
già iniziato la seconda parte della mia preghiera che è
anche quella principale: confidare nel Signore . Questo è un
momento intimo col Signore. Confido in lui e gli permetto di
insegnarmi e di amarmi, di plasmarmi e di trasformarmi nel suo modo
segreto .
Posso usare un testo biblico per aiutarmi ad entrare in
relazione con lui - uno che lui mi dia e che io trovi aprendo
devotamente la Bibbia, oppure il Vangelo della Messa del giorno, o
ancora le poche righe seguenti del Vangelo che sto meditando giorno
dopo giorno nella mia preghiera. Oppure posso usare la
preghiera di concentrazione . In qualunque modo io preghi,
voglio confidare in qualche modo nel Signore, permettendogli di
amarmi e rispondendo al suo amore.
Verso la fine del mio momento
di preghiera posso presentare al Signore le mie suppliche. Gli dico
semplicemente per chi voglio pregare, nominando la persona,
rimettendola nelle sue mani. Innalzo al Signore le mie richieste;
prego per ciò di cui ho bisogno. E lo ringrazio per tutto
quello che ha fatto per me in risposta a richieste precedenti.
Posso
concludere la mia preghiera dicendo di sì al Signore. Posso
cantare il grande «Amen» con una delle melodie usate
nella Messa dopo la Preghiera Eucaristica. Amen significa
«così sia» oppure «sì, Signore, a ciò
che vuoi». Posso anche cantare un inno che mi piace, magari un
inno col quale possa in qualche modo acconsentire all'amore del
Signore e a qualunque cosa voglia. Oppure, posso semplicemente
ringraziarlo per la mia preghiera e dire di sì al suo amore e
alla sua volontà.
Preghiera di concentrazione, preghiera del cuore e
Nome di Gesù
Un altro modo di pregare è quello di usare la preghiera di
concentrazione. Posso prendere una parola - il nome di Gesù
, per es. - e riporla mio cuore . Pronuncio silenziosamente,
col cuore, la parola Gesù ,
ripetendola molto lentamente.
Più che dire Gesù,
lascio che sia come la parola stessa a pronunciarsi da sola più
e più volte nel mio cuore .
In questo modo uso la parola
Gesù per concentrarmi sul Signore Gesù. Mi
concentro sul suo nome, ripetendolo silenziosamente e lentamente nel
mio cuore . E, concentrandomi sul suo nome, mi concentro su di lui;
gli permetto di portarmi all'unione con lui.
La
preghiera di concentrazione non dipende affatto dai pensieri o dalle
idee . E' una specie di preghiera contemplativa, una
preghiera silenziosa e non concettuale . L'unico
contenuto della preghiera di concentrazione è quella parola.
Quando la parola è Gesù ,
allora il contenuto della preghiera è Gesù stesso
e la mia unione d'amore con lui.
La preghiera di concentrazione
mi aiuta a concentrarmi sul Signore, ad entrare più
profondamente in un'unione di amore con lui, e ad evitare le
distrazioni.
Posso usare la preghiera di concentrazione per tutta
la durata del mio momento di preghiera. Oppure posso usarla durante
la fase del «confidare nel Signore» di un incontro
privato di preghiera col Signore. Oppure posso combinarla con l'uso
della Bibbia per la preghiera.
Usare i Vangeli per la preghiera
Tutta la Bibbia è la parola di Dio ispirata, e qualunque
parte della Bibbia può venire usata per la preghiera.
Comunque, i quattro Vangeli hanno un'importanza speciale come
sentieri che portano ad una più stretta unione col Signore
nella preghiera.
Posso prendere un breve episodio di un Vangelo,
pochi versetti che parlino di una guarigione, una piccola parte di un
discorso di Gesù, o qualunque frammento di Vangelo, e
utilizzarlo per la mia preghiera. Per esempio, posso leggere il brano
lentamente e con devozione, e poi entrare in relazione col Signore
sulla base di quanto ho di fronte a me nel Vangelo. Posso parlare col
Signore in modo semplice, con le mie parole. Posso rimanere
semplicemente là, a guardarlo con amore, lasciando che le
parole del Vangelo mi si imprimano. Oppure, posso usare la preghiera
di concentrazione, e ripetere lentamente il nome di Gesù nel
mio cuore. O ancora, posso usare una versione della preghiera di
concentrazione basata sul brano di Vangelo che ho appena letto. Se ho
letto il brano della guarigione del cieco Bartimeo, posso ripetere
più volte le sue parole: «Signore, che io riabbia la
vista!». Se di fronte a me ho le parole di Gesù:
«Imparate da me, che sono mite e umile di cuore», posso
pregare in silenzio ripetendo più volte queste parole nel mio
cuore: «Insegnami, Gesù».
Altri modi di pregare
Ci sono molti altri modi di pregare. I migliori sono quelli più
semplici. Ma talvolta sono troppo distratto per pregare. Nella mia
mente ci sono preoccupazioni che si affollano sulla mia preghiera,
che mi riempiono il cuore, che mi distraggono dal darmi totalmente al
Signore nella preghiera.
GESU' È SIGNORE DELLA MIA PREGHIERA E
DELLA MIA VITA
La frase «Gesù è Signore» è una
delle più antiche della tradizione cristiana. Ricorre sei
volte negli scritti paolini del Nuovo Testamento. Per esempio, in
Filippesi 2, 9-11: «(...) Dio l'ha esaltato e gli ha
dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché
nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi (...) e ogni lingua
proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio
Padre».
In questo testo, il «nome che è al di
sopra di ogni altro nome» non è il nome di Gesù,
ma il titolo di Signore. Gesù ha il titolo più alto, un
titolo che in effetti appartiene propriamente a Dio e che l'Antico
Testamento dà solo a lui.
Gesù è Signore non
solo perché ne ha il titolo. La sua autorità è
reale. I primi tre capitoli della lettera agli Efesini ci dicono che
«( il Padre ) ha sottomesso tutto ai suoi piedi e lo ha
costituito su tutte le cose a capo della Chiesa, la quale è il
suo corpo, la pienezza di colui che si realizza interamente in tutte
le cose» (1, 22-23). Gesù è Signore nel
senso che si realizza pienamente nel mondo intero, è
presente in ogni luogo e dovunque con l'influenza del suo amore
risorto e universale. Ed è Signore nel senso che governa
ogni cosa nel mondo ed ha la sovranità su tutta la
creazione.
La lettera ai Colossesi intende il mondo come
sussistente nel Signore Gesù, come in un certo modo sostenuto
da lui, come dipendente da lui per la sua stessa esistenza. «Tutte
le cose sussistono in lui» (1, 17). Gesù è
Signore perché riunisce tutto in sé per «riconciliare
a sé tutte le cose» (1, 20). La lettera agli Ebrei si
spinge anche oltre; Gesù è Signore e grande sacerdote
che intercede per noi alla destra del Padre (1, 10; 2, 8; 6, 20 - 8,
13).
Gesù: Signore della mia vita
Questo Signore di tutta la creazione, che governa, sostiene e
riempie ogni cosa, è anche il mio Signore personale, il
Signore della mia vita, che mi chiama per nome a vivere in stretta
relazione interpersonale con lui. Riempie tutta la creazione del suo
amore, e riempie me del suo amore. Governa il mondo, e vuole dirigere
la mia vita verso una più grande pienezza in lui. Così
come il mondo, anch'io dipendo da lui persino per la mia esistenza.
Gesù dà significato al mondo e alla sua storia; e dà
significato a me e alla mia vita. Alla destra del Padre, egli
intercede per il mondo; e prega per me, innalzandomi fino al Padre.
Gesù è il mio Signore così come è
Signore dell'universo. Il disegno del Padre per il mondo è di
ricapitolare tutte le cose in Gesù, sotto l'autorità di
Gesù (Ef 1, 10). Il Padre vuole, cioè, riconciliare
tutto in Gesù Cristo, tutte le cose sulla terra o nei cieli.
Questo è il disegno di Dio sul mondo. E il disegno di Dio per
me è che io sia sempre più unito interiormente; che
tutto quello che è in me sia riconciliato, unificato,
integrato, in Gesù Cristo; e che, in Gesù, io sia
sempre più riconciliato col Padre nello Spirito Santo.
Gesù
vuole darmi unità personale in lui, per integrare tutte le
parti di me stesso in un tutto unificato in lui, per ricucire tutti i
brandelli di me stesso in una nuova unità sotto la sua
autorità. Questo è il progetto per me. E lo attua
principalmente nella mia preghiera personale e attraverso di essa. Ed
è nei miei momenti di silenzio con lui che io coopero al suo
progetto nei miei confronti.
Gesù: Signore della mia preghiera
Gesù
mi invita a riporre saldamente nelle sue mani, quando prego, tutti i
miei interessi, le mie preoccupazioni, i miei problemi. Qualunque
cosa che mi distragga nella preghiera o che possa farlo, posso
innalzarla al Signore, rimettendola nelle sue mani.
In effetti,
quando prego posso riporre nelle mani del Signore ogni cosa della mia
vita: le mie paure, le mie angosce, i miei fallimenti; i miei
progetti, le mie speranze, i miei successi; le mie scelte, le mie
decisioni, le mie risoluzioni. Gesù si interessa ad ogni cosa
della mia vita. Egli è - e vuole esserlo ancora di più
- Signore della mia vita. Io coopero col suo disegno di agire in
armonia con me e di concentrarmi su di lui quando porto a lui nella
preghiera qualunque cosa io abbia in mente.
Quando, nella
preghiera, rimetto qualcosa nelle mani del Signore, sotto la sua
autorità, alla sua cura amorosa, allora quella cosa entra a
far parte maggiormente della mia relazione personale con lui. Più
lo faccio, e più la mia vita - attraverso la preghiera -
diverrà unificata, integrata, incentrata su Gesù.
Per
esempio, se mi preoccupo di un problema di soldi, nella mia preghiera
personale posso dare quel problema al Signore, rimettendolo nelle sue
mani e avendo fiducia in lui per il futuro. Non metto quel problema
semplicemente fuori dalla mia mente. E come se lo mettessi nella sua;
e poi posso smettere di preoccuparmene - o perlomeno, posso
preoccuparmene di meno, per la fede che mi dona.
E ancora, se un
rapporto personale è divenuto un problema serio - se, per
esempio, non riesco ad andare d'accordo con qualcuno sul lavoro -
mentre avrei bisogno di andarci d'accordo - posso pregare per quella
persona, rimettendola nelle mani del Signore, mettendo quel rapporto
interamente sotto la sua autorità, avendo fiducia che lui è
capace di appianarlo.
Distrazioni
Le distrazioni che ho quando prego possono aiutarmi. Mi indicano
le parti della mia vita che non sono ancora completamente integrate
nella mia relazione col Signore.
Per esempio, se una persona a
cui voglio bene si inserisce nella mia preghiera come una
distrazione, questo significa che il mio rapporto con quella persona
non è stato ancora completamente integrato nella mia relazione
con Gesù. Piuttosto che scacciare semplicemente quella
distrazione, posso mettere il mio rapporto con quella persona
devotamente nelle mani di Gesù, sotto la sua autorità.
Il motivo per cui quella persona è una distrazione è
questo: Qualcosa nella mia relazione con quella persona non è
completamente sotto l'autorità di Gesù, non è
completamente integrato nella mia relazione con Gesù . Se così
fosse, allora quella persona non sarebbe una distrazione; lui o lei
sarebbero, fin dall'inizio, un oggetto della preghiera. Vale a dire
che, poiché qualcosa nel rapporto con la persona a cui voglio
bene mi allontana da Gesù nella vita, questo mi allontana da
Gesù nella preghiera. E' perché qualcosa nel rapporto
con quella persona non è pienamente orientato verso il
Signore, che questa diventa una distrazione per la mia preghiera.
Che cosa, in quel rapporto, mi allontana dal Signore nella vita e
nella preghiera? La possessività. Posso pensare che voglio
troppo bene a quella persona, ma non è mai così. Non
vogliamo mai troppo bene alle persone; dovremmo sempre amarle di più.
Il problema è che tendo a voler bene in modo possessivo,
trattando l'altro più come un oggetto che come un soggetto.
Forse uso l'altro per gratificare i miei bisogni. Tendo a possedere
la persona a cui voglio bene piuttosto che a lasciarla libera.
Il
Signore vuole insegnarmi ad amare così come mi ama lui, a mani
aperte, lasciando l'altro libero. Vuole insegnarmi ad amare
altruisticamente, per amare, non di meno, ma di più.
Quando,
nella preghiera, prego per la persona a cui voglio bene, innalzandola
al Signore e ponendo esplicitamente il nostro rapporto sotto
l'autorità di Gesù, allora coopero col disegno di Gesù
di integrare la mia vita, di integrare questo rapporto di amore nella
mia relazione personale con lui. Coopero con l'azione del Signore
nella mia vita portando al Signore quella persona e il mio amore per
lei. Posso farlo e farei meglio a farlo ogni volta che quella persona
diviene una distrazione. Alla fine, quella persona non sarà
più una distrazione, ma oggetto di una preghiera di
intercessione. In qualunque momento penserò a lei, sarò
immediatamente portato al Signore per pregare per quella persona.
Questa stessa procedura è utile per qualunque distrazione:
converto l'oggetto della distrazione in preghiera; prego per la
persona o per la cosa che mi distrae. Supponiamo che qualcuno abbia
ferito me o i miei sentimenti, o entrambe le cose. Turbato mi è
difficile pregare. La ferita è nella mia mente come un
ostacolo ad entrare facilmente in relazione col Signore, come una
distrazione. Posso convertire la distrazione in una preghiera, in un
modo di essere in relazione col Signore.
Nel mio cuore perdono
quella persona. Prego per quella persona, innalzandola fino a Gesù.
E chiedo al Signore di guarire la ferita, di consolarmi. Posso
offrire le mie sofferenze al Padre unendole alle sofferenze di Gesù
per me sulla croce. Posso chiedere il dono della compassione e della
comprensione verso questa persona che mi ha ferito.
Il Signore
risponderà alla mia preghiera. Guarirà gradualmente le
ferite del mio cuore. Userà quello che è successo per
portarmi più vicino a sé.
Oltre ai rapporti
positivi di amore e di ammirazione e a quelli negativi di ferimento,
di risentimento o di odio, altre cose possono apparire come
distrazioni nella preghiera. Posso usarle nello stesso modo.
Se
il mio lavoro mi distrae, posso offrirlo al Signore, mettendolo sotto
la sua autorità. Se un discorso che devo fare o qualcosa che
devo dire in futuro mi distrae, allora, piuttosto che organizzare
quello che dirò, affido la mia preoccupazione al Signore,
invoco il suo aiuto e la sua guida, lascian do che mi ispiri riguardo
a quanto dirò. Egli può ispirarmi subito, nella
preghiera, o più tardi, quando vorrà lui.
Se mi
distraggono problemi familiari, o progetti per il futuro, o
fallimenti reali o possibili, o contrattempi, li rimetto al Signore.
Voglio che sia il Signore di tutta la mia vita e di ogni cosa in
essa.
Libertà e contemplazione
Cooperando col disegno di Gesù su di me - di fare di lui il
centro della mia vita - si accresce la mia libertà. A poco a
poco mi libero da qualunque cosa che possa allontanarmi dal Signore:
il peccato, la paura, lo scoraggiamento, l'ansia, i sentimenti
irreali di colpevolezza, e tutti gli altri legami negativi che mi
trattengono da un'unione più stretta col Signore.
Quando
guardo a Gesù con amore nella mia preghiera, rimettendo con
fede tutto nelle sue mani, egli mi porta ad una libertà
maggiore: libertà di amarlo e di amare gli altri in modo
maturo, senza possessività, libertà di corrispondere al
suo amore e all'amore degli altri per me. Mi aiuta a crescere in
santità.
La santità è la capacità
infinita di amare e di ricevere amore. Ecco perché solo Dio è
veramente santo: solo Dio può amare e ricevere amore
infinitamente,
Ma posso crescere in santità. Il modo
principale di crescere in santità è quello di tenere
con amore il mio sguardo fisso su Gesù, di guardare a lui con
amore. Questa si chiama «contemplazione ».