I Segni dei nostri tempi e l'anticristo (Ven. Fulton John Sheen)
Dio vi benedica! Voglio che queste siano le mie prime parole di saluto a
voi. Saranno anche le parole conclusive di tutte le trasmissioni. “Dio
vi benedica” significa che Dio è amore, che Dio vi ama e che voi dovete
ricambiare l’amore di Dio.
Perché così poche persone si accorgono
della gravità della nostra crisi presente? In parte è perché gli uomini
non vogliono credere che i loro tempi siano malvagi, in parte perché
questo significa accusare se stessi e soprattutto perché per misurare i
loro tempi essi non hanno altri criteri all’infuori di sé.
Solo
quanti vivono secondo la fede sanno davvero che cosa sta accadendo nel
mondo. Il Nostro Salvatore potrebbe ben dire quel che disse ai sadducei e
ai farisei del Suo tempo: «Quando si fa sera, voi dite: “Bel tempo,
perché il cielo rosseggia”; e al mattino: “Oggi burrasca, perché il
cielo è rosso cupo”. Sapete dunque interpretare l’aspetto del cielo e
non siete capaci di interpretare i segni dei tempi» (Mt 16,2-3)
Noi
conosciamo i segni dei nostri tempi? Essi indicano due verità
ineluttabili, la prima delle quali è che siamo giunti alla fine
dell’epoca postrinascimentale che fece dell’uomo la misura di tutte le
cose. I tre dogmi fondamentali del mondo moderno si stanno dissolvendo
davanti ai nostri occhi.
Primo, stiamo assistendo alla
liquidazione dell’uomo economico, o dell’assunto per cui l’uomo, in
quanto animale altamente evoluto, non ha altre funzioni nella vita se
non produrre e acquisire ricchezza, e poi come le bestie da pascolo
invecchiare e morire.
Secondo, stiamo assistendo alla
liquidazione dell’idea della naturale divinità dell’uomo, che non ha
bisogno di alcun Dio che gli dia dei diritti, o di un Redentore che lo
salvi dalla colpa, perché il progresso è diventato automatico grazie
alle scienze, all’educazione e all’evoluzione, che un giorno renderà
l’uomo una specie di dio.
Stiamo assistendo anche alla
liquidazione del razionalismo, o dell’idea secondo cui il compito della
ragione umana non è scoprire il significato e lo scopo della vita, e
cioè la salvezza dell’anima, bensì ideare nuovi avanzamenti tecnici per
fare in modo che la città dell’uomo su questa terra prenda il posto
della città di Dio. Può benissimo essere che il liberalismo storico sia
soltanto un’era di transizione tra una civiltà che una volta era
cristiana e una che sarà decisamente anticristiana.
La seconda
grande verità che i segni dei tempi fanno presagire è che siamo
decisamente alla fine di un’era non-religiosa della civiltà, con ciò
intendo un’era che considerava la religione come un’appendice alla vita,
un extra di devozione, un costituente morale per l’individuo ma di
nessuna rilevanza sociale, e Dio un compagno silenzioso il cui nome è
usato dalla ditta per darsi una rispettabilità ma che non ha niente da
dire a riguardo di come si deve gestire l’attività.
La nuova era
in cui stiamo entrando è quella che potremmo chiamare la fase religiosa
della storia umana. Non fraintendetemi; “religiosa” non vuol dire che
gli uomini si rivolgeranno a Dio, ma piuttosto che l’indifferenza
all’assoluto che ha caratterizzato la fase liberale della civiltà sarà
seguita da una passione per l’assoluto. Da oggi in poi lo scontro non
sarà per le colonie e i diritti delle nazioni, ma per le anime degli
uomini. Le linee della battaglia sono tracciate chiaramente e non c’è
più dubbio su quali siano le questioni fondamentali. Da oggi in poi gli
uomini si divideranno in due religioni concepite di nuovo come abbandono
a un assoluto. Il conflitto del futuro è tra un assoluto che è il
Dio-Uomo e un assoluto che è l’uomo-dio; tra il Dio che si è fatto uomo e
l’uomo che si fa dio; tra i fratelli in Cristo e i compagni
nell’Anticristo.
L’Anticristo, però, non sarà chiamato così,
altrimenti non avrebbe seguaci. Non indosserà calzamaglie rosse né
vomiterà zolfo, né impugnerà una lancia né agiterà una coda con la punta
a forma di freccia come il Mefistofele nel Faust. Da nessuna parte
nelle Sacre Scritture troviamo conferma del mito popolare che immagina
il diavolo come un buffone vestito di rosso. È descritto invece come un
angelo caduto, come “il Principe di questo mondo” il cui mestiere è di
dirci che non esiste nessun altro mondo. La sua logica è semplice: se
non c’è un paradiso, non c’è alcun inferno; se non c’è un inferno, non
c’è alcun peccato; se non c’è il peccato, non c’è alcun giudizio, e se
non c’è un giudizio allora il male è bene e il bene è male. Ma al di là
di queste descrizioni, Nostro Signore ci dice che egli sarà molto simile
a Lui, che ingannerà perfino gli eletti – e di sicuro nessun diavolo di
quelli che abbiamo visto nei libri illustrati riuscirebbe a ingannare
gli eletti.
In che modo egli verrà in questa nuova era per
convincerci a seguire il suo culto? Verrà travestito da Grande
Umanitario; parlerà di pace, prosperità e abbondanza non come mezzi per
condurci a Dio, ma come fini in sé. Scriverà libri su una nuova idea di
Dio adatta ai modi di vivere della gente; diffonderà la fede
nell’astrologia in modo da incolpare per i nostri peccati non la nostra
volontà, ma le stelle; spiegherà psicologicamente la colpa in termini di
sesso represso, farà sprofondare gli uomini nella vergogna se gli altri
uomini diranno che non sono di mente aperta e liberali; identificherà
la tolleranza con l’indifferenza verso quel che è giusto e quel che è
sbagliato; incoraggerà i divorzi con l’inganno secondo cui una nuova
unione è “vitale”; accrescerà l’amore per l’amore e diminuirà l’amore
per la persona; invocherà la religione per distruggere la religione;
parlerà perfino di Cristo e dirà che è stato il più grande uomo che sia
mai vissuto; dirà che la sua missione è liberare gli uomini dalla
schiavitù della superstizione e dal fascismo, che baderà di non definire
mai.
Ma in mezzo a tutto il suo apparente amore per l’umanità e
alle sue chiacchiere su libertà e uguaglianza, avrà un grande segreto
che non rivelerà a nessuno: non crederà in Dio. Poiché la sua religione
sarà la fratellanza senza la paternità di Dio, ingannerà perfino gli
eletti. Istituirà una controchiesa che sarà una scimmiottatura della
Chiesa perché lui, il diavolo, è la scimmiottatura di Dio. Essa sarà il
corpo mistico dell’Anticristo e a livello esteriore ricorderà la Chiesa
come corpo mistico di Cristo. In un disperato bisogno di Dio, indurrà
l’uomo moderno nella sua solitudine e frustrazione a morire dalla voglia
di entrare a far parte della sua comunità, la quale darà all’uomo uno
scopo più grande senza bisogno di correzione personale né di ammettere
la propria colpa.
Questi sono giorni in cui al diavolo è stata
concessa una corda particolarmente lunga. [Perché non dobbiamo mai
dimenticarci che Nostro Signore disse a Giuda e alla sua banda: «È
giunta la tua ora». È l’ora di Dio, ma anche quella del male] l’ora in
cui il pastore dev’essere percosso e le pecore disperse. La Chiesa si è
forse preparata a una simile notte buia, con il decreto del Santo Padre
che stabilisce le condizioni per cui un’Elezione Papale può tenersi
fuori dalla città di Roma?
Uomini che conoscono la storia hanno
visto questi giorni bui avvicinarsi. Nel lontano 1842, 105 anni fa, il
poeta tedesco Heine scrisse: «Il comunismo, sebbene oggi se ne parli
poco e si aggiri per soffitte segrete su miserabili giacigli di paglia, è
l’eroe oscuro destinato un grande, ancorché temporaneo, ruolo nella
tragedia moderna… Tempi selvaggi e tetri ci minacciano, e il profeta che
desideri scrivere una nuova apocalisse dovrebbe inventare bestie
completamente nuove – bestie tanto terribili che le vecchie creature di
san Giovanni sembreranno dolci colombe e angioletti in confronto. Gli
dèi si velano i volti per la compassione verso i figli degli uomini, i
loro antichi fardelli. Il futuro odora di cuoio, sangue, empietà e molte
frustate. E io farò bene a consigliare ai nostri nipoti di nascere con
scorze dure sulle loro schiene». Questo nel 1842.
Davvero siamo
stati avvertiti. Per la prima volta nella storia la nostra epoca ha
assistito alla persecuzione del Vecchio Testamento da parte dei nazisti e
alla persecuzione del Nuovo Testamento da parte dei comunisti. Chiunque
abbia a che fare con Dio oggi è odiato, che la sua vocazione sia di
annunciare il Suo Figlio Divino, Gesù Cristo, come per gli ebrei, o di
seguirLo come i cristiani. Dal momento che i segni dei nostri tempi
indicano una battaglia tra assoluti possiamo aspettarci che il futuro
sarà un tempo di prova, per due ragioni.
Innanzitutto, perché si
fermi la disgregazione. Se non ci fossero catastrofi, l’empietà
prenderebbe sempre più terreno. Quel che è la morte per il singolo uomo,
la catastrofe lo è per una civiltà malvagia: l’interruzione della vita
e, per la civiltà, l’interruzione della sua empietà. Perché Dio avrebbe
messo un angelo con una spada fiammeggiante a guardia del Giardino
dell’Eden dopo la Caduta, se non per prevenire che i nostri primi
progenitori vi entrassero di nuovo e mangiassero dell’Albero della Vita,
cosa che avrebbe reso immortale la loro colpa? Dio non permetterà che
l’ingiustizia diventi eterna. Egli permette che accadano rivolte,
disgregazione e caos per ricordarci che i nostri pensieri sono stati
sbagliati e i nostri desideri sono stati empi. La verità morale è
vendicata dalla rovina che consegue al suo ripudio. Il caos dei nostri
tempi è l’argomento negativo più forte che potesse mai essere utilizzato
dalla cristianesimo. La catastrofe rivela che il male si sconfigge da
solo e che non possiamo distogliere lo sguardo da Dio, come abbiamo
fatto, senza fare del male a noi stessi.
La seconda ragione per
cui dovrà arrivare una crisi è per prevenire una identificazione
sbagliata tra la Chiesa e il mondo. Nostro Signore ha inteso che coloro
che sono i Suoi seguaci fossero diversi nello spirito da coloro che non
lo sono. Ma questa linea di demarcazione è stata offuscata. Invece del
nero e del bianco c’è soltanto una sfumatura. La mediocrità e il
compromesso caratterizzano le vite di tanti cristiani. Leggono gli
stessi romanzi dei moderni pagani, educano i figli nella stessa maniera
atea, danno retta ai medesimi commentatori che non hanno altri criteri
se non giudicare il presente dal passato e il futuro dal presente;
consentono che s’insinuino nelle loro famiglie usi pagani come il
divorzio e le seconde nozze; vi sono sedicenti leader sindacali
cattolici privi di carattere che danno indicazioni di voto per i
comunisti ai congressi, o scrittori cattolici che accettano presidenze
in organismi comunisti per inoculare idee totalitarie nei film. Non ci
sono più il conflitto e l’opposizione che devono caratterizzarci. Stiamo
influenzando il mondo meno di quanto il mondo influenzi noi. Non c’è
più diversità.
Noi che siamo stati inviati per fondare un
ospedale siamo stati infettati dalla malattia, e dunque abbiamo perduto
il potere di guarire. E poiché l’oro è mescolato a una lega, tutto
dev’essere gettato nella fornace affinché lo scarto sia bruciato. Il
valore della prova sarà di distinguerci. Una catastrofe deve giungere
per rifiutarci, disprezzarci, odiarci, perseguitarci, e allora, allora
potremo marcare la nostra lealtà, affermare la nostra fedeltà e
dichiarare dalla parte di chi stiamo. Diminuiremo in numero, ma
aumenteremo in qualità. Non è per la Chiesa che temiamo, ma per il
mondo. Tremiamo non perché Dio potrebbe essere scalzato dal trono, ma
perché potrebbe regnare la barbarie.
Infine tre consigli pratici
per questi tempi, perché i cristiani prendano coscienza che un momento
di crisi non è un tempo di disperazione, ma di opportunità. Siamo nati
nella crisi, nella sconfitta: la Crocefissione. E una volta che
prendiamo coscienza che siamo sottoposti alla Collera Divina, possiamo
diventare oggetto della Divina Misericordia. Gli autentici insegnamenti
di Dio generano speranza. Il ladrone sulla destra arrivò a Dio
attraverso una crocefissione.
In secondo luogo i cattolici devono
accrescere la loro fede, appendere un crocifisso nelle loro case,
ricordarsi che hanno una croce da portare; riunire le vostre famiglie
ogni sera per recitare il rosario; andare alla Messa quotidiana; fare
ogni giorno l’Ora Santa nella Presenza del nostro Signore
dell’Eucaristia, soprattutto nelle parrocchie dove i pastori sono consci
del bisogno del mondo e quindi celebrano servizi di riparazione.
Infine,
ebrei, protestanti, cattolici, americani, tutti noi dobbiamo prendere
coscienza che il mondo ci chiama a sforzi eroici per la
spiritualizzazione. Non invochiamo l’unità religiosa, che non è
possibile se acquistata al prezzo dell’unità della verità, ma chiediamo
un’unità delle persone religiose, nella quale ognuno marci separato
secondo la luce della sua coscienza, ma tutti colpiscano insieme per il
progresso morale del mondo. Le forze del male sono unite; le forze del
bene sono divise. È possibile che non riusciremo mai ai ritrovarci nel
medesimo banco – voglia Dio che accada – ma possiamo incontrarci sulle
nostre ginocchia. Potete stare certi che nessun sordido compromesso né
equilibrismo vi riguarderà. Coloro che hanno fede faranno meglio a
rimanere in stato di grazia e coloro che non l’hanno faranno meglio a
capire le proprie intenzioni, poiché nell’era che viene ci sarà un solo
modo per fermare le vostre ginocchia tremanti, e sarà piegarle e
mettersi a pregare.
Pregate Michele, Michele il Principe del
mattino, che sconfisse Lucifero che voleva farsi dio. Quando un tempo il
mondo si incrinò a causa di un ghigno in paradiso, egli si alzò e
trascinò giù dai sette cieli l’orgoglio che voleva guardare l’Altissimo
dall’alto in basso.
E pregate anche Nostra Signora. Ditele: “È a
te che è stato dato il potere di schiacciare la testa del serpente che
mentendo disse agli uomini che sarebbero diventati dèi. E possa tu, che
ritrovasti Cristo allorché Egli fu perso per tre giorni, ritrovarLo di
nuovo per il nostro mondo che Lo ha perduto. Dona la Parola
all’incontinenza senile della nostra prolissità. E come tu formasti la
Parola nel tuo grembo, forma Lui nei nostri cuori. Signora del Blu del
Cielo, in questi giorni oscuri accendi le nostre lampade. Ridacci la
Luce del Mondo perché una Luce risplenda anche in questi giorni di
oscurità”.
Dio vi benedica.