Don Gabriele Amorth: La visione diabolica di Leone XIII
Molti di noi ricordano come, prima della riforma liturgica dovuta al
concilio Vaticano II, il celebrante e i fedeli si mettevano in ginocchio
alla fine di ogni messa, per recitare una preghiera alla Madonna ed una
a S. Michele arcangelo. Riportiamo il testo di quest'ultima, perché è
una preghiera bella, che può essere recitata da tutti con frutto:
"San
Michele Arcangelo, difendici nella battaglia; contro le malvagità e le
insidie del diavolo sii nostro aiuto. Ti preghiamo supplici: che il
Signore lo comandi! E tu, principe delle milizie celesti, con la potenza
che ti viene da Dio, ricaccia nell'inferno Satana e gli altri spiriti
maligni, che si aggirano per il mondo a perdizione delle anime".
Come
è nata questa preghiera? Trascrivo quanto pubblicò la rivista
Ephemerìdes Liturgicae, nel 1955, pagg. 58 59. P. Domenico Pechenino
scrive: "Non ricordo l'anno preciso. Un mattino il grande Pontefice
Leone
XIII aveva celebrato la S. Messa e stava assistendone un'altra, di
ringraziamento, come al solito. Ad un tratto lo si vide drizzare
energicamente il capo, poi fissare qualche cosa al di sopra del capo del
celebrante. Guardava fisso, senza batter palpebra, ma con un senso di
terrore e di meraviglia, cambiando colore e lineamenti. Qualcosa di
strano, di grande avveniva in lui.
Finalmente, come rivenendo in
sé, dando un leggero ma energico tocco di mano, si alza. Lo si vede
avviarsi verso il suo studio privato. I familiari lo seguono con premura
e ansiosità. Gli dicono sommessamente: Santo Padre, non si sente bene?
Ha bisogno di qualcosa? Risponde: Niente, niente. Dopo una mezz'ora fa
chiamare il Segretario della Congregazione dei Riti e, porgendogli un
foglio, gli ingiunge di farlo stampare e di farlo pervenire a tutti gli
Ordinari del mondo. Che cosa conteneva? La preghiera che recitiamo al
termine della Messa insieme al popolo, con la supplica a Maria e
l'infocata invocazione al Principe delle milizie celesti, implorando Dio
che ricacci Satana nell'inferno".
In quello scritto si ordinava
anche di recitare tali preghiere in ginocchio. Quanto sopra, che era
stato pubblicato anche nel giornale La settimana del clero, il 30 marzo
1947, non cita le fonti da cui è stata attinta la notizia. Risulta però
il modo insolito con cui fu ordinato di recitare quella preghiera, che
venne spedita agli Ordinari nel 1886. A conferma di quanto scrive P.
Pechenino abbiamo l'autorevole testimonianza del card. Nasalli Rocca
che, nella sua Lettera Pastorale per la quaresima, emanata a Bologna nel
1946, scrive:
"Leone XIII scrisse egli stesso quella preghiera.
La frase i demoni che si aggirano nel mondo a perdizione delle anime ha
una spiegazione storica, a noi più volte riferita dal suo segretario
particolare, mons. Rinaldo Angeli. Leone XIII ebbe veramente la visione
degli spiriti infernali che si addensavano sulla città eterna Roma ; e
da quella esperienza venne la preghiera che volle far recitare in tutta
la Chiesa. Tale preghiera egli la recitava con voce vibrata e potente:
la udimmo tante volte nella basilica vaticana. Non solo, ma scrisse di
sua mano uno speciale esorcismo contenuto nel Rituale Romano edizione
1954, tit. XII, e. Ili, pag. 863 e segg.. Questi esorcismi egli
raccomandava ai vescovi e ai sacerdoti di recitarli spesso nelle loro
diocesi e parrocchie. Egli lo recitava spessissimo lungo il giorno".
È
anche interessante tener conto di un altro fatto, che arricchisce ancor
più il valore di quelle preghiere che si recitavano dopo ogni messa.
Pio XI volle che, nel recitare queste preghiere, vi si ponesse una
particolare intenzione per la Russia allocuzione del 30 giugno 1930. In
tale allocuzione, dopo aver ricordato le preghiere per la Russia a cui
aveva sollecitato anche tutti i fedeli nella ricorrenza del patriarca S.
Giuseppe 19 marzo 1930, e dopo aver ricordato la persecuzione religiosa
in Russia, così conclude:
"E affinchè tutti possano senza fatica
ed incomodo continuare in questa santa crociata, stabiliamo che quelle
preghiere, che il nostro antecessore di felice memoria, Leone XIII,
comandò che si recitassero dopo la messa dai sacerdoti e dai fedeli,
siano dette a questa particolare intenzione, e cioè per la Russia. Di
ciò i Vescovi e il clero secolare e regolare abbiano cura di rendere
informati il loro popolo e quanti sono presenti al S. Sacrificio, né
manchino di richiamare spesso quanto sopra alla loro memoria" Civiltà
Cattolica, 1930.
Come si vede la tremenda presenza di Satana è
stata tenuta presente con molta chiarezza dai Pontefici; e l'intenzione
aggiunta da Pio XI toccava il centro delle false dottrine seminate nel
nostro secolo e che tuttora avvelenano la vita non solo dei popoli, ma
degli stessi teologi. Se poi le disposizioni di Pio XI non sono state
osservate, è colpa di coloro a cui erano state affidate; certamente si
integravano bene con gli avvenimenti carismatici che il Signore aveva
dato all'umanità attraverso le apparizioni di Fatima, pur essendo
indipendenti da esse: Fatima allora era ancora sconosciuta nel mondo.
Fonte: libro Un esorcista Racconta