Venuti dall'aldilà: «Non aver paura»
06/03/2017
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Venuti dall'Aldilà
Tra i ricordi di chi conobbe il Padre Giovanni Piamarta (morto nel 1913) si legge il seguente: «Mi trovavo in guerra [quella del 1915-18], in una località dove c'era da sgomentarsi anche a mettere il capo fuori della trincea perché s'era visti e presi. Un giorno si sparse la notizia: Domattina all'alba c'è l'avanzata. Dico io: Addio, domani è la giornata che ci si lascia la ghirba. E mi metto a scrivere a casa, e scrivendo, giù lacrime a fonte! A un tratto, senza sapere come, mi salta in mente lui, il Padre. Rianimato, penso: Mi metto nelle sue mani. E comincio a pregare: e prega, prega, prega, m'addormento.
In sogno mi appare, proprio lì in trincea. - Padre, - faccio io - è qui anche lei?
Lui - mi par di vederlo in questo momento - sorride, mi mette una mano sulla spalla e mi dice:
- Son venuto a dirti di andare tranquillo: di non aver paura... Va', va', figliolo, e non temere! - Poi sparisce.
Io mi sveglio di soprassalto; la paura m'è passata; mi sento sicuro come fossi nel mio letto. Infatti, ci fu l'avanzata, ma io... eccomi qui; e se sono qui vuol dire che il Padre aveva ragione».
In sogno mi appare, proprio lì in trincea. - Padre, - faccio io - è qui anche lei?
Lui - mi par di vederlo in questo momento - sorride, mi mette una mano sulla spalla e mi dice:
- Son venuto a dirti di andare tranquillo: di non aver paura... Va', va', figliolo, e non temere! - Poi sparisce.
Io mi sveglio di soprassalto; la paura m'è passata; mi sento sicuro come fossi nel mio letto. Infatti, ci fu l'avanzata, ma io... eccomi qui; e se sono qui vuol dire che il Padre aveva ragione».
Fonte: I. Felici, Volo tra le fiamme, Queriniana, Brescia 1951, p. 173.