Apparizioni di anime del purgatorio a santi
05/03/2017
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Maria Simma: le anime del Purgatorio mi hanno detto...
Maria Simma
San Giovanni Bosco
Santa Gertrude
Santa Margherita Maria Alacoque
Ci limiteremo a citare quattro esempi, per provare che anche grandi santi hanno avuto apparizioni di anime del purgatorio
S. MARGHERITA MARIA ALACOQUE
Santa Margherita Maria Alacoque (1647-1690) scrive nella sua autobiografia (ed.1920, p.98): "Trovandomi davanti al Santissimo Sacramento il giorno della festa del Corpus Domini, mi apparve improvvisamente una persona tutta avvolta nel fuoco. Il suo stato lamentevole mi fece chiaramente capire che si trovava in purgatorio e mi fece versare molte lacrime. Essa mi disse che era stata l'anima di un benedettino che, una volta, aveva sentito la mia confessione e mi aveva permesso di comunicarmi. Per questo motivo il Signore gli aveva accordato il favore di indirizzarsi a me, per procuragli un raddolcimento delle pene. Mi chiese di offrire per lui, per tre mesi, tutte le mie sofferenze e le mie azioni. Alla fine dei tre mesi lo vidi inondato di gioia e splendore; andava a godere la felicità eterna. Mi ringraziò, dicendomi che avrebbe vegliato su di me, vicino a Dio".
SAN GIOVANNI BOSCO
San Giovanni Bosco (1815-1888) perse nel 1839 l'amico più intimo che aveva fin dall'infanzia: Luigi Comollo. I due amici si erano fatta la promessa, un po' temeraria, che il primo che fosse morto sarebbe tornato a rassicurare il superstite sulla sua condizione nell'altro mondo. Nella notte che seguì il funerale di Luigi, si udì un fracasso spaventoso nel dormitorio dove riposavano venti seminaristi. Dei bagliori di fuoco brillavano, poi si spegnevano. La casa tremava. Una voce gridò: "Sono salvo!" I seminaristi provarono un terribile spavento, nessuno di essi osò muoversi prima dello spuntare dell'aurora. Una storia incredibile! Ma i testimoni attestano di averla vissuta personalmente (v. Von Matt, Don Bosco, p. 64-65 NZN ed. Zurigo).
SANTA GERTRUDE
La grande santa Gertrude, badessa di Hefta (autrice della celebre opera "L'araldo dell'amore divino") morta verso il 1302, vide un giorno l'anima di un religioso defunto che le fece capire con i suoi gesti che restava lontano dal suo sposo divino. Gertrude gliene domandò la causa: "È - rispose l'anima - che non sono ancora perfettamente purificato dalle macchie lasciate dai miei peccati. Se mi fosse accordato di entrare liberamente in cielo in questo stato, non acconsentirei, poiché, sebbene appaia brillante ai tuoi occhi, so tuttavia di non essere ancora degno del mio Maestro".
SANTA CRISTINA DEL BELGIO
Santa Cristina del Belgio, contadina di SaintTrond, nella diocesi di Liegi, è chiamata pure Cristina l'Ammirevole, tanto si raccontano di lei delle cose straordinarie. Durante una visione le fu permesso di contemplare il cielo e il purgatorio. Ella sentì una voce dire: "Cristina, tu sei nella felicità del cielo; ti lascio libera di scegliere: restare da oggi fra gli eletti, o ritornare qualche anno ancora sulla terra, per aiutare le anime del purgatorio con le tue buone opere. Se tu scegli la prima alternativa, sei nella certezza e non devi più temere nulla: nell'altro caso ritorni sulla terra per subire un vero martirio e poter aiutare degli infelici e rendere più splendente la tua corona... Cristina rispose: "Signore, fammi ritornare, affinché possa soffrire per i defunti; non temo alcun dolore, alcuna amarezza". Ed essa compì opere espiatorie straordinarie per le anime del purgatorio. Molte di esse, fra cui il conte Luigi di Léon, le apparvero in riconoscenza di ciò che avevano ricevuto, poiché erano state liberate dal purgatorio.
Il museo delle anime del purgatorio a Roma
Il R.P. Reginaldo Omes scrive nella sua opera: Si può entrare in comunicaztone con i morti? (ed. Pattloch): "Noi abbiamo visitato parecchie volte il celebre museo delle anime del purgatorio a Roma. E’ stato fondato nrl 1900 dal R.P. Viktor Jouet, padre del Sacro Cuore, che fondò anche la rivista. Il purgatorio. Questo museo offre ai visitatori una collezione di documenti autentici, certamente unica nel suo genere. Si possono vedere le tracce del fuoco lasciato dalle anime del purgatorio sui libri di preghiera (cfr. quello di Margherita Dammerle d'Erlingen), sui messali, sui tessuti (come la camicia di Giuseppe Leleux de Mons, che porta l'impronta delle dita bruciate in data 21 gennaio 1789) o anche il cappotto militare, fortemente bruciacchiato dal fuoco, di una sentinella italiana che, durante una notte del 1932, era a guardia del Pantheon davanti al cenotafio di re Umberto I (assassinato nel 1900) il cui spettro posò una mano di fuoco sulla spalla del soldato dopo avergli confidato un messaggio per Vittorio Emanuele III. Si può anche vedere una Croce perfettamente tracciata dall'estremità di un indice infuocato. Se si ammette che tali segni non sono un effetto del caso, o di un inganno deliberato, è evidente che non possono che essere stati prodotti dal «fuoco» spirituale che avvolge le anime del purgatorio; essi non si possono spiegare che come un mtracolo di Dio, che ha creato a questo scopo un elemento capace di bruciare gli oggetti o di lasciarci queste tracce nere, simbolo della «bruciatura» spirituale che subiscono queste anime dopo la morte, durante il tempo della loro espiazione.
S. MARGHERITA MARIA ALACOQUE
Santa Margherita Maria Alacoque (1647-1690) scrive nella sua autobiografia (ed.1920, p.98): "Trovandomi davanti al Santissimo Sacramento il giorno della festa del Corpus Domini, mi apparve improvvisamente una persona tutta avvolta nel fuoco. Il suo stato lamentevole mi fece chiaramente capire che si trovava in purgatorio e mi fece versare molte lacrime. Essa mi disse che era stata l'anima di un benedettino che, una volta, aveva sentito la mia confessione e mi aveva permesso di comunicarmi. Per questo motivo il Signore gli aveva accordato il favore di indirizzarsi a me, per procuragli un raddolcimento delle pene. Mi chiese di offrire per lui, per tre mesi, tutte le mie sofferenze e le mie azioni. Alla fine dei tre mesi lo vidi inondato di gioia e splendore; andava a godere la felicità eterna. Mi ringraziò, dicendomi che avrebbe vegliato su di me, vicino a Dio".
SAN GIOVANNI BOSCO
San Giovanni Bosco (1815-1888) perse nel 1839 l'amico più intimo che aveva fin dall'infanzia: Luigi Comollo. I due amici si erano fatta la promessa, un po' temeraria, che il primo che fosse morto sarebbe tornato a rassicurare il superstite sulla sua condizione nell'altro mondo. Nella notte che seguì il funerale di Luigi, si udì un fracasso spaventoso nel dormitorio dove riposavano venti seminaristi. Dei bagliori di fuoco brillavano, poi si spegnevano. La casa tremava. Una voce gridò: "Sono salvo!" I seminaristi provarono un terribile spavento, nessuno di essi osò muoversi prima dello spuntare dell'aurora. Una storia incredibile! Ma i testimoni attestano di averla vissuta personalmente (v. Von Matt, Don Bosco, p. 64-65 NZN ed. Zurigo).
SANTA GERTRUDE
La grande santa Gertrude, badessa di Hefta (autrice della celebre opera "L'araldo dell'amore divino") morta verso il 1302, vide un giorno l'anima di un religioso defunto che le fece capire con i suoi gesti che restava lontano dal suo sposo divino. Gertrude gliene domandò la causa: "È - rispose l'anima - che non sono ancora perfettamente purificato dalle macchie lasciate dai miei peccati. Se mi fosse accordato di entrare liberamente in cielo in questo stato, non acconsentirei, poiché, sebbene appaia brillante ai tuoi occhi, so tuttavia di non essere ancora degno del mio Maestro".
SANTA CRISTINA DEL BELGIO
Santa Cristina del Belgio, contadina di SaintTrond, nella diocesi di Liegi, è chiamata pure Cristina l'Ammirevole, tanto si raccontano di lei delle cose straordinarie. Durante una visione le fu permesso di contemplare il cielo e il purgatorio. Ella sentì una voce dire: "Cristina, tu sei nella felicità del cielo; ti lascio libera di scegliere: restare da oggi fra gli eletti, o ritornare qualche anno ancora sulla terra, per aiutare le anime del purgatorio con le tue buone opere. Se tu scegli la prima alternativa, sei nella certezza e non devi più temere nulla: nell'altro caso ritorni sulla terra per subire un vero martirio e poter aiutare degli infelici e rendere più splendente la tua corona... Cristina rispose: "Signore, fammi ritornare, affinché possa soffrire per i defunti; non temo alcun dolore, alcuna amarezza". Ed essa compì opere espiatorie straordinarie per le anime del purgatorio. Molte di esse, fra cui il conte Luigi di Léon, le apparvero in riconoscenza di ciò che avevano ricevuto, poiché erano state liberate dal purgatorio.
Il museo delle anime del purgatorio a Roma
Il R.P. Reginaldo Omes scrive nella sua opera: Si può entrare in comunicaztone con i morti? (ed. Pattloch): "Noi abbiamo visitato parecchie volte il celebre museo delle anime del purgatorio a Roma. E’ stato fondato nrl 1900 dal R.P. Viktor Jouet, padre del Sacro Cuore, che fondò anche la rivista. Il purgatorio. Questo museo offre ai visitatori una collezione di documenti autentici, certamente unica nel suo genere. Si possono vedere le tracce del fuoco lasciato dalle anime del purgatorio sui libri di preghiera (cfr. quello di Margherita Dammerle d'Erlingen), sui messali, sui tessuti (come la camicia di Giuseppe Leleux de Mons, che porta l'impronta delle dita bruciate in data 21 gennaio 1789) o anche il cappotto militare, fortemente bruciacchiato dal fuoco, di una sentinella italiana che, durante una notte del 1932, era a guardia del Pantheon davanti al cenotafio di re Umberto I (assassinato nel 1900) il cui spettro posò una mano di fuoco sulla spalla del soldato dopo avergli confidato un messaggio per Vittorio Emanuele III. Si può anche vedere una Croce perfettamente tracciata dall'estremità di un indice infuocato. Se si ammette che tali segni non sono un effetto del caso, o di un inganno deliberato, è evidente che non possono che essere stati prodotti dal «fuoco» spirituale che avvolge le anime del purgatorio; essi non si possono spiegare che come un mtracolo di Dio, che ha creato a questo scopo un elemento capace di bruciare gli oggetti o di lasciarci queste tracce nere, simbolo della «bruciatura» spirituale che subiscono queste anime dopo la morte, durante il tempo della loro espiazione.
Fonte: www.preghiereagesuemaria.it