Il Purgatorio

Il mistero del Purgatorio - Il tempo prezioso

27/02/2017    2810     Il mistero del Purgatorio   
Le povere anime nel Purgatorio! Io le considero e scruto i loro dolori ed i loro pensieri: esse hanno un indescrivibile pentimento per ogni attimo sciupato della loro vita. Vorrebbero con grida richiamare indietro ognuno di quegli attimi e riempirli di Dio. Sono affamate di quella fame di grazia di cui avrebbero dovuto sentire la fame durante la vita.

Vedo chiaro quanto è profondo questo sentimento, se esse hanno giocato con il tempo. Il vuoto che hanno nell'anima genera tale fame, che esse tendono per così dire la lingua a ricevere un nutrimento spirituale. Ma quando sono così arroventate dal pentimento, allora viene il buon Dio e reca il suo Santo Sangue e tutta la sua eternità per colmare quel vuoto, per colmare con la sua Santa Passione ed il suo Sangue, ciò che è stato scavato dalla contrizione. Non si pensa abbastanza seriamente, mentre si vive, a quanto severo è Dio nel giudicare sull'uso del tempo, specie coloro che avevano una vocazione superiore, coloro che erano consacrati a Dio, offerti a Lui, i servi e le serve di Dio. Ci sono tante povere anime che mi pregano e mi assediano: «Va' dunque nel mondo e di' che non vivano anch'essi in questa cecità». Così scrivo queste parole, come meglio posso, incalzata dalle povere anime. Il tempo ha un'importanza particolare specie per i consacrati a Dio. Ci sono tante cose inutili nella vita; sono tutti vuoti destinati al Purgatorio; tutti buchi che devono essere rattoppati nell'eternità.

Nemmeno del nostro stesso tempo siamo noi a disporre. Dio ce lo ha dato perché lo colmiamo di intenzioni sante, ce lo ha dato quasi fosse una coppa con le parole: «Va', attingi alla fonte della vita eterna, poi torna da me e riportala colma». Allora Gesù berrà alla coppa e riconoscente introdurrà l'anima in questa infinita eternità, nel mare della vita eterna, dove essa si congiungerà al flusso comune della infinita ed eterna eternità.

Il tempo della nostra vita deve essere riempito di intenzioni sante: non si dovrebbe effettivamente fare nulla che non avesse un motivo santo. Con la santa intenzione si può dar pregio ad ogni cosa, anche a ciò che non ha né valore né utilità: quante cose inutili appartengono al nostro galateo ed alle regole della nostra amabilità, quante cose inutili nella nostra professione e nel nostro dovere! Si fa quello che c'è da fare per non dare nell'occhio, e per adattarci agli altri; eppure anche questo tempo deve essere santamente calcolato, poiché anche in ciò che per sé non ha valore è racchiuso il valore di un qualche dovere, qualsiasi cosa si faccia, per amore di Dio. Ma anche qui taluni sono tentati a volersi scusare troppo ampiamente, a preoccuparsi più delle cose terrene che di Dio solo, mentre dedicano un tempo troppo lungo alle cose esteriori, un tempo che spesso si potrebbe di molto abbreviare o addirittura eliminare.

Chi ama il mondo ed il suo movimento e la sua azione vi partecipa volentieri. Per chi non lo ama ciò che egli è costretto a fare è un sacrificio, egli da sé riduce tutto allo stretto indispensabile. Dio ci giudica severamente in rapporto al tempo! Noi che viviamo solo un istante, come dovremmo calcolare e risparmiare! Così come fa il mercante con i suoi affari e le sue imprese, per guadagnare molto e trarre profitto da ogni cosa. È un tale danno ogni istante che noi viviamo senza un motivo più elevato, lasciando inutilmente il bel sentiero della grazia. Da tutto, anche da ogni cosa terrena, si può trarre un guadagno per Dio. Egli ha cosparso la nostra vita di tesori eterni, intimamente cosparsa. Basta non dimenticare di avere in tutto un movente ed una finalità santa, basta non fare nulla senza una santa intenzione.

Dio si compiace che noi distribuiamo il nostro tempo e non ne disponiamo da padroni assoluti. Il tempo non appartiene a noi, ma a Lui! Egli ha contati gli istanti della nostra vita e conosce che cosa essi devono rendere. Egli vede esattamente che cosa perdiamo e che cosa troviamo. Egli ha posto un fine santo in ogni attimo della nostra vita, un compito, un piano, e noi dobbiamo rispondere a tutte le intenzioni di Dio, dando ad ogni cosa un fondamento, così che i suoi fini siano anche i nostri e non riportiamo vuoto ciò che Egli ci ha preparato perché lo riempissimo.

Il grande onnipotente Iddio è anche il Dio degli attimi della nostra vita, Dio del nostro tempo prezioso. Egli è maestro, il nostro buon maestro, e dobbiamo ubbidirlo in tutto.

Vedo nel Purgatorio anche molti religiosi, i quali, per essersi troppo a lungo ed inutilmente trattenuti con gli uomini, presentano tante zone vuote nell'anima; religiosi che per i mondani rapporti di amicizia hanno smarrito l'ornamento del riserbo claustrale, che non hanno capito di dover concedere alle visite ed alle amicizie solo il tempo che non contraddiceva alla solitudine del chiostro. Quanto mondo trovo in queste anime, e questo mondo è zero davanti all'eternità. Quanti hanno dedicato ore ed ore al mondo in cose che si sarebbero potute sbrigare molto più rapidamente. Quante ore di interiore preghiera e di raccolte visite al tabernacolo avrebbero potuto guadagnare, e quante di queste ore preziose sono state giocate e sono andate perdute per Dio e per l'eternità! Quanti minuti si sarebbero potuti risparmiare per il Dio Eucaristico, se l'anima avesse avuto fame, la vera fame del suo dovere e di Dio! Quanto è buono il Signore che concede alle anime di riparare a tutto questo nel Purgatorio! Il Purgatorio è perciò anche una sofferenza impregnata di tempo. Esse soffrono a causa del tempo e questa è nostalgia: provano una indicibile nostalgia di Dio, di purezza, di perfezione, e sono insieme felici perché sanno di essere nei luogo del miglioramento: questo le libera da ogni disperazione, il loro dolore è una speranza, una fiducia, un desiderio ed un ritorno.

Davvero Dio non ci ha dato il tempo perché con esso giocassimo e facessimo ciò che vogliamo. Il tempo è il vaso con cui dobbiamo attingere alla fonte della vita eterna, e, se non lo riportiamo pieno, il Signore ci guarda con occhio interrogatore e chiede: «Che cosa hai fatto con questo tesoro di grazia? Io ti comandai di riportarmelo pieno e tu sei andato per le tue vie; dimenticando il comando del tuo Dio, hai perfino infranto il vaso bello e santo; che cosa mi riporti?». Allora l'anima si sprofonda ai piedi di Dio, poiché ora sta davanti ai giudice eterno e non può sfuggire a Lui, alla sua Parola, come spesso forse ha fatto nella vita. E sta davanti a Lui, davanti al Dio onnipotente, e forse Gli ha riportato solo i cocci, i cocci di tante grazie infrante, di tanto tempo perduto. Allora essa prega il Signore: «Io ti prego, fallo ritornare intero». E se l'anima era già pentita in punto di morte, il suo accento sarà ancora più pentito. Allora il Signore clemente dice: «Vieni dunque nel Purgatorio, lo faremo tornare intero». Ma questa guarigione non può e non deve avvenire senza dolore, perché l'anima perde la sua rigidità solo nella contrizione, e la contrizione fa male. Ma chi riporta il vaso colmo ha sorte felice: a lui si spalancano le porte dell'eternità. Abbiamo tanto, infinitamente tanto da attingere alla fonte dell'amore misericordioso: nella Santa Comunione, prima ancora nella confessione, e nelle Sante Messe, nelle predicazioni. Nulla ci manca, purché non diventiamo dissipatori della Parola di Dio e impariamo tutto, tutto quello che conviene alla nostra salute e ci conduce ad una celeste purezza.

Siamo così ben provveduti di grazie; dobbiamo solo non riceverle ingrati e insensibili, per abitudine. Ma Dio è così misericordioso che, se abbiamo una volontà buona, possiamo anche qui sulla terra riparare dove abbiamo mancato. Basta convertirsi e con buona volontà volere essere migliori; allora anche il passato viene sanato da Gesù stesso. Quando il vaso del tempo non è ancora pieno, possiamo giungere a riempirlo con la contrizione e la buona volontà e la santa fame della Parola di Dio: per essa riceviamo Gesù, e troviamo la forza di seguire la sua Parola. Nella Parola di Dio troviamo la via alle sorgenti della grazia e impariamo ad usarne rettamente. Per l'udito comunichiamo con Gesù e ricevendolo devotamente seguiamo il suo richiamo e gli apriamo l'ingresso del cuore. Ogni parola di Dio, ogni parola del sacerdote è un bussare di Gesù al cuore, ed ogni buona volontà è un aprire la porta. Quando uno apre la porta, Gesù si prende cura di tutta la sua anima e dei suoi impegni eterni. Natale 1931

Fonte: www.preghiereagesuemaria.it