Il Purgatorio

Capitolo 2-31: Vantaggi della divozione per le anime purganti: salutari insegnamenti.

Oltre i santi pensieri che suggerisce la divozione verso le anime, queste stesse talvolta contribuiscono direttamente al bene spirituale dei loro benefattori. Nella Vita della B. Maria degli Angeli di Torino dell'Ordine Carmelitano è detto che appena si crederebbe quanto erano frequenti le apparizioni delle anime del Purgatorio, che venivano ad implorare il suo soccorso e poscia la ringraziavano della loro liberazione. Spesso s'intrattenevano colla beata, le davano utili avvisi per lei o per le sue sorelle, e le rivelarono anche le cose dell'altra vita, «Il mercoledì nell'ottava dell'Assunzione, scrive, recitando io le orazioni della sera, mi apparve una delle suore: era vestita di bianco, circondata di gloria e di splendore. e tanto bella che quaggiù nulla trovo da paragonargliela. Temendo qualche illusione del demonio, mi fortificai col segno della croce; ma essa mi fece un sorriso e poco dopo sparve. Pregai Nostro Signore di non permettere che fossi ingannata dal demonio. Alla notte seguente, mi comparve di nuovo la suora, mi chiamò per nome e mi disse: «Vengo da parte di Dio per farti sapere che godo dei beni eterni. Di' alla nostra Madre Priora che non entra nei disegni di Dio che ella sappia ciò che le deve avvenire: dille di porre la sua confidenza in S. Giuseppe e nelle anime del Purgatorio. «Ciò detto, sparve».

S. Pietro Claver, l'apostolato dei negri di Cartagena, fu aiutato dalle anime del Purgatorio nell'opera del suo apostolato. Non abbandonava le anime dei suoi cari negri dopo la morte: penitenze, preghiere, messe, indulgenze, a loro applicava, dice il P. Floriano, storico della sua vita, tutto che dipendeva da lui. Quindi avveniva spesso che quelle anime afflitte, sicure del suo credito presso Dio, venivano a domandargli il soccorso delle sue preghiere.

S. Maddalena de' Pazzi nell'apparizione d'una defunta ricevette le più belle istruzioni sulle religiose virtù. Vi era nel suo convento una suora, chiamata Maria Benedetta, che si distingueva per la sua pietà, la sua obbedienza e per tutte le altre virtù che formano l'ornamento delle anime sante.

Questa buona suora morì quasi improvvisamente, dopo alcune ore di malattia. All'indomani, che era un sabato, celebrandosi la messa per la sua anima, avendo le religiose cominciato a cantare il Sanctus, Maddalena fu rapita in estasi. Durante questo rapimento, Dio le fece vedere quell'anima nella gloria, sotto una forma corporale. Era adorna d'una stella d'oro, ricevuta a ricompensa dell'ardente sua carità; tutte le sue dita erano cariche di anelli preziosi, per la fedeltà a tutte le regole e per la cura colla quale aveva santificato le più ordinarie sue azioni. In capo portava una ricchissima corona, perché molto aveva amato l'obbedienza ed i patimenti per Gesù Cristo. Finalmente nella gloria sorpassava una grande moltitudine di vergini, e con una singolare famigliarità contemplava Gesù Cristo, per aver tanto amato l'umiliazione, secondo quella parola del Salvatore: Chi si umilia sarà innalzato. - Tale fu la sublime lezione che ricevette la santa, a ricompensa della sua carità verso i defunti.

Il pensiero del Purgatorio ci sprona a lavorare con ardore ed a fuggire i menomi falli per schivare le terribili espiazioni dell'altra vita. Il Padre Paolo Hoffée, che santamente morì ad Ingolftadt, l'anno 1608, per sé e per altri si serviva di questo stimolo. Mai perdeva di vista il Purgatorio e non cessava di sollevare le anime, che frequentemente gli apparivano per sollecitare i suoi suffragi. Essendo stato per lungo tempo superiore dei suoi fratelli in religione, spesso li esortava a santificar prima se stessi per poi meglio santificar gli altri, ed a mai trascurare la più piccola prescrizione delle loro regole;poscia con una grande semplicità aggiungeva: «Purtroppo temo, senza di ciò, che un giorno veniate, come parecchi altri, a chiedermi preghiere per togliervi dal Purgatorio». - Negli ultimi suoi momenti, altro non faceva che intrattenersi con Nostro Signore, con la santa sua Madre ed i Santi, invisibilmente consolato dalla vista d'una santissima anima, che solo da due o tre giorni l'aveva preceduto nel Paradiso, e lui stesso invitava a venire a godere finalmente della visione ed eterno amore di Dio.

Quando diciamo che il pensiero del Purgatorio ci fa impiegare i mezzi di schivarlo evidentemente supponiamo che abbiamo a temere di cadervi. Ora è fondato questo timore? - Per poco che si rifletta alla santità richiesta per entrare in Cielo ed all'umana debolezza, sorgente di tante sozzure, facilmente si comprende che purtroppo è fondato. D'altra parte i fatti più sopra allegati non mostrano forse che le anime più sante, assai spesso, hanno ancora una espiazione da scontare nell'altra vita?

Il ven. Padre Claudio de la Colombière santamente morì a Paray, il 15 febbraio 1682, come gliela aveva predetto la B. Margherita Maria. Appena spirato, una giovane divota ne annunziò la morte a suor Margherita. La santa religiosa, senza commuoversi e senza sciogliersi in dolore, disse semplicemente a quella persona: «Andate a pregare Dio per lui, e fate in modo che dovunque si preghi pel riposo dell'anima sua». Il Padre era morto a cinque ore di mattina. Il medesimo giorno, verso sera, la beata scrisse alla stessa persona un biglietto in questi termini: «Cessate di affliggervi: invocatelo. Temete niente. È più che mai potente a soccorrervi». Questi due suggerimenti fanno presumere che era stata soprannaturalmente avvertita della morte di quel santo uomo e del suo stato nell'altra vita.

La superiora fu sorpresa della tranquillità di Margherita circa la morte del santo missionario e più ancora perché non le chiedeva il permesso di fare qualche straordinaria penitenza per il riposo dell'anima sua, come usava di fare alla morte delle conoscenze, e per cui credeva doversi in particolar modo interessare. La madre superiora ne chiese la cagione alla serva di Dio, che con tutta semplicità le rispose: «Non ce n'è bisogno, perché è in istato di pregar Dio per noi, trovandosi ben collocato in Cielo per la bontà e misericordia del Sacro Cuore di Nostro Signor Gesù Cristo. Solamente, ella aggiunse, per soddisfare a qualche negligenza commessa nell'esercizio del divin amore. la sua anima è stata privata del veder Dio dal primo uscire dal corpo fino al momento in cui fu deposto nella tomba».

Aggiungeremo ancora un esempio, quello del celebre Padre Corbinelli, della Compagnia di Gesù, che morì in odore di santità nella casa professa di Roma, l'anno 1591, quasi al tempo stesso di san Luigi Gonzaga. La tragica morte di Enrico II, re di Francia, lo aveva disingannato del mondo e deciso di consacrarsi interamente a Dio.

Nell'anno 1559 Luigi Corbinelli, da Firenze, sua patria, era andato a Parigi per assistere alle nozze di Elisabetta, figlia di Enrico II, e là contemplava la gloria del monarca francese, all'apice della grandezza e della prosperità, quando lo vide improvvisamente cadere, per un colpo mortale infertogli da un imprudente giostratore. La lancia, mal diretta da Montgomery, aveva trapassato il re, che spirava immerso nel suo sangue.

Questo avvenimento fece sull'animo di Corbinelli una salutare impressione: chiaramente vedendo la vanità delle umane grandezze, rinunciò al mondo ed abbracciò lo stato religioso nella Compagnia di Gesù. La sua vita fu quella di un santo e la sua morte edificò assai quelli che ne furono testimoni. Avvenne pochi giorni prima di quella di S. Luigi Gonzaga, allora infermo al Collegio Romano. Il santo giovane annunziò al cardinale Bellarmino che l'anima del Padre CorbineIli era entrata nella gloria: e siccome il Cardinale gli domandò se non era passata pel Purgatorio, «Vi passò, rispose, ma senza fermarvisi».

Fonte: www.preghiereagesuemaria.it