Il Purgatorio

Capitolo 2-9: Sollievo delle anime: liturgia della Chiesa.

04/03/2017    1769     Il dogma del Purgatorio    Santo Odilone  Santa Messa 
La Santa Chiesa possiede una particolare liturgia pei defunti: si compone di vespri, di mattutino, di lodi e della messa, comunemente chiamata Messa da Requiem. Commovente non meno che sublime è questa liturgia; attraverso al dolore ed alle lacrime fa agli occhi dei fedeli brillare la consolante luce della immortalità. Ella spiega pompa nei funerali dei suoi figli, e particolarmente nel giorno solenne della Commemorazione dei morti. La santa Messa ha il primo posto, è come il centro divino al quale tutte si riferiscono le altre preghiere e cerimonie. Il giorno dopo Ognissanti, nella grande solennità dei trapassati, tutti i preti devono celebrare il Sacrifizio pei defunti, mentre i fedeli si fanno un dovere di assistervi, e di più offrire la santa comunione, preghiere e limosine, per sollevare i loro fratelli del Purgatorio.

Antichissima è questa festa dei defunti. Fin dal principio la Chiesa pregò pei suoi figli trapassati: cantava salmi, recitava preghiere, offriva la santa Messa pel riposo delle loro anime. Intanto non vediamo che vi fosse una festa particolare per raccomandare a Dio in generale tutti i morti. Non fu che nel secolo X, che la Chiesa, sempre diretta dallo Spirito Santo, istituì la commemorazione di tutti i fedeli defunti, per impegnare i fedeli viventi a compiere colla maggior cura e fervore il grande dovere della preghiera per i morti, ordinato dalla cristiana carità.

La culla di questa commovente solennità fu l'abbazia di Cluny. S. Odilone, che ne era l'abate sulla fine del secolo X, colla sua carità verso il prossimo edificava la Francia. Estendendo sino ai morti la sua compassione, non cessava di pregare e di far pregare per le anime del Purgatorio. Fu questa tenera carità che gli inspirò di stabilire nel suo monastero di Cluny, nonché in tutte le dipendenze, la festa della Commemorazione di tutti i trapassati. Si crede, dice lo storico Bérault, che vi fosse indotto da una celebre rivelazione, giacché in un modo miracoloso Dio degnossi manifestare quanto a lui era gradita la divozione di Odilone. Ecco come la cosa è riferita dagli storici:

Mentre il santo abate governava il suo monastero in Francia, viveva un pio eremita in una piccola isola sulle coste della Sicilia. Un pellegrino francese che ritornava da Gerusalemme, da una tempesta fu gettato su quello scoglio. L'eremita che andò a visitarlo, gli domandò se conosceva l'abbazia di Cluny e l'abate Odilone. «Certamente, rispose il pellegrino, li conosco e mi glorio di conoscerli; ma voi, come li conoscete? e perché mi fate questa domanda? - Odo spesso, replicò il solitario, gli spiriti maligni lamentarsi delle pie persone che, colle loro preghiere e limosine, liberano le anime dalle pene che soffrono nell'altra vita; ma particolarmente si lamentano di Odilone, abate di Cluny, e dei suoi religiosi. Quando dunque sarete arrivato nella vostra patria, in nome di Dio vi prego ad esortare quel santo abate ed i suoi monaci a raddoppiare le loro buone opere in favore delle povere anime».

Il pellegrino si recò all'abbazia di Cluny e fece la sua commissione. Perciò sant'Odilone ordinò che in tutti i monasteri del suo istituto, ogni anno si facesse, il giorno dopo d'Ognissanti, la commemorazione di tutti i fedeli trapassati, sin dalla vigilia recitando i vespri dei morti e l'indomani il mattutino, suonando tutte le campane e pei defunti celebrando una messa solenne. - Si conserva ancora il decreto che, nell'anno 998, fu fatto a Cluny, tanto per quel monastero quanto per tutti gli altri dipendenti. Ben presto una pratica tanto pia passò ad altre chiese, e dopo qualche tempo si rese pratica universale di tutto il mondo cattolico.

Fonte: www.preghiereagesuemaria.it