Il Purgatorio

Capitolo 2-8: Sollievo delle anime: potenti effetti della Messa.

04/03/2017    1698     Il dogma del Purgatorio    San Bernardo da Chiaravalle  Santa Messa 
Gli annali dell'Ordine serafico ci parlano di un santo religioso chiamato Giovanni d'Alvernia, che ardentemente amava Nostro Signor Gesù Cristo, e nello stesso amore abbracciava le anime redente dal suo sangue ed al suo cuore tanto care. Le sofferenti nelle prigioni del Purgatorio avevano una larga parte nelle sue preghiere, nelle sue penitenze, nei suoi sacrifizi. Un giorno Dio si degnò fargli vedere gli ammirabili e consolanti effetti del divin Sacrifizio offerto nel giorno dei morti sui nostri altari. Celebrava il servo di Dio la Messa pei defunti in quella solennità, quando rapito in ispirito, vide aperto il Purgatorio e le anime che ne uscivano liberate in virtù del Sacrifizio di propiziazione: rassomigliavano ad innumerevoli scintille uscenti da una ardente fornace.

Non vi sarà da meravigliarsi dei potenti effetti della santa Messa, ove si consideri che questo è l'istesso Sacrifizio che il Figlio di Dio offrì sulla croce: «è lo stesso sacerdote, dice il Concilio di Trento; è la stessa vittima; non vi è che il modo d'immolazione che differisce»: sulla croce l'offerta fu cruenta, incruenta è sui nostri altari.

Ora il sacrifizio della croce essendo d'un prezzo infinito, quello dell'altare è agli occhi di Dio di uno stesso valore. Tuttavia osserviamo che l'efficacia di questo divin Sacrificio non è applicata ai defunti che in modo parziale, ed in una misura conosciuta dalla sola giustizia di Dio.

La passione di Gesù Cristo ed il prezioso suo sangue sparso per la nostra salute, sono un inesauribile oceano di meriti e di soddisfazioni. E' in virtù di questa santa passione che otteniamo tutti i doni e tutte le misericordie del Signore. La sola commemorazione che se ne fa per modo di preghiera, quando a Dio si offre il sangue dell'unico suo Figlio per implorare la sua misericordia, questa preghiera, dico, in tal modo appoggiata alla passione di Gesù Cristo, è d'un gran potere dinanzi a Dio.

Molti cristiani non conoscono abbastanza la grandezza dei divini misteri che si compiono sui nostri altari: la debolezza della loro fede unita alla mancanza di cognizione, li impedisce di apprezzare il tesoro che possiedono nel divin Sacrifizio, e loro lo fa riguardare con una certa indifferenza. Ohimè! con doloroso rammarico vedranno più tardi quanto s'ingannarono! La sorella di san Malachia, arcivescovo d'Armagh in Irlanda, ne offre un vivo esempio.

Nella sua bella Vita di S. Malachia san Bernardo altamente loda la divozione di questo prelato per le anime del Purgatorio. Non essendo che diacono amava assistere ai funerali dei poveri ed alla messa che per essi si celebrava; accompagnava perfino i loro corpi al cimitero, con tanto maggior carità, quanto più d'ordinario vedeva questi infelici trascurati dopo la morte. Ma aveva una sorella, la quale, tutta ripiena di spirito mondano, trovava che il suo fratello, per tal modo facendosela coi poveri, si degradava, si avviliva, e con lui la sua famiglia. Essa gliene fece rimproveri, e col suo linguaggio mostrò che non comprendeva né la carità cristiana, né la divina eccellenza del sacrifizio della Messa. ­ Malachia non desistette per questo dall'umile sua carità, contentandosi di rispondere alla sua sorella che essa dimenticava gl'insegnamenti di Gesù Cristo, e che un giorno si sarebbe pentita delle indiscrete sue parole.

Intanto il Cielo non lasciò impunita l'imprudente temerità di quella donna: giovane ancora, morì, e andò a render conto al Giudice supremo della sua vita poco cristiana. Malachia aveva avuto motivo di lamentarsi di lei: morta che fu, dimenticò tutti i torti da essa ricevuti; più non pensando che ai bisogni dell'anima sua, offrì il santo Sacrifizio per lei e molto pregò. Tuttavia alla lunga, dovendo pregare per molti altri, perdette un po' di vista la sua povera sorella. «Si può credere, aggiunge il Padre Rossignoli, che Dio aveva permesso questa dimenticanza a punizione dalla insensibilità da lei dimostrata coi trapassati.

Checché ne sia, apparve al suo santo fratello in sogno. La vide Malachia che stava in mezzo al cortile che si stendeva dinanzi alla chiesa, triste, vestita di nero, chiedente la sua pietà, e lamentandosi che da trenta giorni più non l'aveva sollevata. Si svegliò di soprassalto e si ricordò difatti che da trenta giorni più non aveva celebrato la Messa per sua sorella. L'indomani ricominciò ad offrire per lei il santo Sacrifizio. Allora la defunta le apparve sulla porta della chiesa, assisa sopra la soglia e gemendo per non potervi entrare. Continuò Malachia nei suoi suffragi. Alcuni giorni dopo la vide entrare nella chiesa ed avanzarsi fino al mezzo, ma senza potere, ad onta di tutti i suoi sforzi, avvicinarsi all'altare. Bisognava dunque, aiutarla ancora, ed il santo offrì altre messe, Finalmente di lì a poco la vide vicino all'altare, vestita di magnifiche vesti, tutta raggiante di gioia e liberata dalle sue pene.

Da ciò si vede, aggiunge S. Bernardo, quanto grande sia l'efficacia del santo Sacrifizio per togliere i peccati, per combattere le avverse potenze, e per introdurre nel Cielo le anime che abbandonarono la terra.

Fonte: www.preghiereagesuemaria.it