Il Purgatorio

I nostri morti - Seconda Parte

27/02/2017    2668     I nostri morti, la casa di tutti (Don Giuseppe Tomaselli)   

Ignoranza religiosa


La sorte dell'al di là dipende da questa vita. Poichè l'eternità dipende dallo stato in cui si trova l'anima nell'ora della morte, si crede bene ora dare le norme pratiche per giovare ai moribondi, affinchè non vadano all'inferno ed anche abbrevino il Purgatorio più che sia possibile.

Ho dovuto assistere al trapasso di centinaia di uomini e di donne. Ho trovato famiglie veramente cristiane, ma anche di quelle pagane. Ecco un piccolo saggio.

- Signorina, ho saputo che suo fratello sta molto male. Come Sacerdote, non essendo stato chiamato, vengo spontaneamente. Chi sa io possa amministrargli i Sacramenti!

- Mio fratello è un santo! Non ha peccati da confessare! Se vede lei, muore prima del tempo! -

Non potei confessarlo, perchè non capiva più. Sapevo però che non andava mai in Chiesa, mai si comunicava e bestemmiava come un ossesso!... Per la sorella era un santo!... -

- Scusi, signore, mi ha chiamato ora per assistere il babbo! Da una settimana è stato in gravi condizioni!

- E' vero! Ma siccome sino a questa mattina l'ammalato comprendeva, non potevo chiamare il Prete!

- Ma ora che non capisce nulla, come può ricevere con frutto i Sacramenti? Posso amministrarglieli «sotto condizione ». Dio solo sa quale utilità possano apportargli. -

Un altro caso.

Il Sacerdote viene chiamato d'urgenza. Una donna sta per morire. Dopo aver preso l'occorrente in Chiesa, cioè il Viatico e l'Olio Santo, il Sacerdote giunge all'abitazione indicata. Batte al portone e si affaccia una donna.

- Reverendo, non c'è bisogno; potete ritornare a casa vostra!

- Mi hanno avvisato che qui trovasi un'ammalata grave!

- Era grave. Siccome ora ha ripreso il respiro e riaperto gli occhi, non c'è più bisogno del Prete! ... -

Un caso ancora:

Andai, con non poco sacrificio, al letto di un moribondo. Dopo averlo incoraggiato, gli dissi: Ora fate la Confessione e poi riceverete Gesù Sacramentato.

- Non occorre far questo!

- Ed allora, perchè mi avete fatto chiamare con tanta premura?

- Siccome mi sento male, se non chiamassi il Prete, alla mia morte la gente cosa direbbe?... Neppure il Prete ha voluto!... Basta quindi che siate entrato in casa mia!

- Ma come, siete con un piede nella fossa ed ancora pensate alla gente ed all'occhio sociale?... Preoccupatevi dell'anima vostra!... -


Ce ne volle per convincerlo!

Questi piccoli esempi, che potrei moltiplicare, fanno vedere l'incoscienza di tanti in caso di malattia. Non si pensa che anche nell'ultima ora, prima che Iddio chiami al giudizio, si possono regolare i conti di tutta la vita. Il buon ladrone andò in Paradiso, perchè nell'ultima ora ottenne da Gesù Crocifisso il perdono.

Si aiutino perciò gli ammalati gravi a riconciliarsi con Dio ed a ricevere in tempo i Conforti Religiosi.

Chiamare subito il Sacerdote!

Come è peccato grave tralasciare il Precetto di Pasqua, così è grave non ricevere per colpa propria il Santo Viatico al termine della vita. Tante volte l'infermo non è consapevole del suo stato; sono perciò responsabili i parenti se non s'interessano che egli riceva il Viatico.

Taluni non vogliono parlare agli infermi di Comunione, per non impressionarli. Ma questa è fede? Questo è amore ai propri cari? E se l'ammalato morisse in disgrazia di Dio, di chi sarebbe la colpa?

E quando l'anima sarà piombata nel fuoco dell'inferno, contro chi imprecherà?... Oh, se potessero uscire dall'inferno tanti dannati, come si avventerebbero contro i familiari!... - Per voi sono nel luogo dei tormenti!:.. Ah, se aveste chiamato il Sacerdote nell'ultima ora, sarei salvo!... -

Non pochi genitori e - figli credono di essere caritatevoli verso i moribondi non chiamando il Sacerdote e non riflettono che sono crudeli, perversi ed empi, perchè cooperano all'eterna perdizione dei congiunti!

E non s'impressiona l'infermo, quando si fa la consulta medica attorno al letto?... Eppure, per amore del corpo, la consulta, si fa!... E non si preoccupa l'ammalato, allorchè d'urgenza, di notte tempo è trasportato in clinica?... Con tutto ciò; si corre alla clinica!... E non pensa l'infermo che ormai sta per chiudersi la sua vita, quando i parenti corrono a chiamare il notaio per il testamento?... Trattandosi di denaro, nessuna delicatezza per il moribondo! Riguardo all'anima si agisce ben diversamente!

Pietà crudele!

Era prossimo a morire un commendatore, che era massone. Avrebbe potuto rimettersi nell'amicizia dei Signore, almeno al termine dei suoi giorni!

Io corsi ad assisterlo; ma il figlio, un avvocato, me lo impedì. Rimasi nell'anticamera.

- Perchè non volete che io assista vostro padre?

- Ha la piena conoscenza. Ha detto il medico che ha solo degli istanti di vita. Vedere il Prete vuol dire la fine. -

Sopraggiunse un altro Sacerdote, amico di famiglia; neppure lui fu ammesso al capezzale dell'ammalato. Andai a chiamare un terzo Sacerdote... Eravamo tre Ministri di Dio disposti a salvare quella anima... e non fu possibile! Il commendatore morì, come un cane!...

Dove sarà andata l'anima del massone? Forse a quest'ora sarà tormentata nell'inferno, per colpa del figlio... per la sua pietà crudele!...

Quando, dopo venti anni, andai a visitare il Cimitero ed entrai nella Cappella del commendatore, a vedere anche la tomba del figlio, dell'avvocato... pietoso..., mi fermai pensieroso e triste: Come ti sarai trovato, o avvocato, al tribunale di Dio?... Sei salvo?... Non fu tua la colpa se tuo padre morì lontano da Dio? A che cosa giova questa Cappella ed i suffragi che si fanno a te ed a tuo padre?...

Quanti di questi dolorosi esempi potrei narrare!

L'ultima malattia

L'ultima malattia suole essere una grazia che Iddio concede nella sua misericordia, per purificare i buoni e per richiamare i traviati.

A Gesù interessa che le anime si salvino, perchè per esse è morto; interessa pure che giungano in Cielo ricche di meriti e che stiano in Purgatorio il meno possibile. Per ottenere ciò si serve delle malattie, specialmente dell'ultima, che d'ordinario è la più dolorosa.

Un giorno Gesù disse a Josefa Menendez: Ti lascio la mia Croce. Ho bisogno che tu soffra per un'anima.

- E' qualche peccatore?

- No, è un'anima a me tanto cara. E' nelle ultime ore di vita e sto intensificando le sue sofferenze per purificarla di certe colpe leggere e per aumentare i suoi meriti per l'eternità. -

L'esempio fa comprendere l'amoroso lavorìo ed interessamento di Gesù per i moribondi.

Ai fedeli si presentano ora dei suggerimenti, per assistere con frutto gli ammalati gravi. Quanti sono sfuggiti all'inferno, per opera di pie persone che li hanno saputo assistere in punto di morte!

I buoni sul detto di morte

Quando stanno per morire quelli che son vissuti nel, timore di Dio, è facile parlare a loro per suggerire buoni pensieri, però senza stancarli.

A questa categoria di anime si raccomandi di fare, almeno con il pensiero, atti di amor di Dio, di rassegnazione completa alla divina volontà, di pensare a Gesù in Croce ed alla Vergine Addolorata.

Si preghi per essi, perchè il demonio suole sferrare degli attacchi terribili in quel momento, nella speranza di vincerli o con la disperazione o con la superbia. Sappiamo che le persone più sante sono state le più assalite dal demonio nell'ora della morte. Però la Madonna assiste i suoi figli; e chi l'ha onorata in vita, si accorge subito della sua protezione.

Versare dell'Acqua Benedetta sul letto degli agonizzanti ed accendere la candela della Candelora, serve a tener lontano il demonio.

Un assalto diabolico terribile ebbe una mia parente intima; aveva trascorso gli ottanta e più anni nel servizio del Signore e nella verginità. Parecchi demoni le si presentarono per tentarla ed allora implorò aiuto. I presenti aspersero l'ambiente con l'Acqua Santa, posero sul letto una immagine della Madonna e pregarono. Sparirono i brutti ceffi. La morente, raccogliendo un po' di fiato, disse: Vi ringrazio! Se ne sono andati! Il più grande favore che io abbia ricevuto in vita mia, è stato l'aiuto che ora mi avete dato!

Come comportarsi in certi casi

Tante famiglie vivono nell'indifferenza e nell'ignoranza religiosa. In caso di grave malattia, non si danno pensiero di chiamare il Sacerdote; però se qualcuno dicesse una buona parola e raccomandasse di aiutare l'infermo spiritualmente, cederebbero con facilità.

Quando perciò si viene a conoscenza di un ammalato grave, o parente, o amico, o vicino di casa, si faccia una visita di convenienza e poi si dica: Il Signore in casa non viene per male! Se l'ammalato si comunica, può anche ricevere la grazia della salute. Chiamate il Sacerdote, che pregherà per lui. Noi non siamo dei pagani; abbiamo la fede in Dio! -

Dopo tali ragionamenti, è facile far ricevere i Conforti Religiosi.

Può avvenire che l'infermo voglia il Sacerdote e che qualche familiare si opponga. A tal caso ci vuole prudenza e carità. Conviene avvisare segretamente il Parroco o altro zelante Sacerdote, affinchè trovi la via per giungere all'infermo.

Anni or, sono una donna mi disse: Nella vicina gampagna c'è una vecchietta in gravi condizioni; alcuni della famiglia non vogliono chiamare il Prete. -

Senza mettere tempo in mezzo, mi avviai a quella campagna, con la scusa di una passeggiata. Feci una sosta davanti all’abitazione dell'inferma e chiesi ad una donna che stava sulla soglia: Sapreste indicarmi la via che porta a quella data contrada? - Dopo mi fermai a chiacchierare di altre cose, finchè entrai in casa.

- Se permettete, vorrei riposarmi un poco! -

Mi fu concesso. Dopo qualche istante potei entrare nella stanza dell'ammalata. Domandai ed ottenni di poterla confessare.

- Sì, Reverendo; è difficile avere qui un Prete! Voglio approfittare di questa combinazione! -

Diedi l'assoluzione, il Viatico e l'Olio Santo. Quando stavo per lasciare l'inferma, sopraggiunse la nuora. Mi diede uno sguardo felino e chiese sottovoce ai familiari: Chi ha chiamato questo Prete?... Come ha fatto a sapere che la suocera sta per morire?... Chi avrà avuto il prurito di interessarsi?... -

Io finsi di non sentire e conclusi: Permettetemi che continui la mia via! - La stessa notte la vecchietta era cadavere.

Se quella pia donna non mi avesse informato del caso, dove sarebbe a quest'ora l'anima di quella defunta?...

I moribondi... ostinati

Il caso più comune, specialmente nel sesso maschile, si ha quando è proprio l'ammalato a non volere il Sacerdote, mentre i parenti bramano di averlo:

Qui si tratta di miracolo morale, di vera conversione; si tratta o d'inferno o di Paradiso. Se i congiunti amano davvero il moribondo, non tralascino nulla per la sua salvezza.

I mezzi principali sono: fare celebrare delle Messe, possibilmente in onore della Passione di Gesù; raccomandare l'infermo alle preghiere di qualche Comunità Religiosa; fare a Dio delle promesse. A qualche anima generosa si, raccomanda di offrirsi vittima a Dio, per un certo tempo, accettando qualche croce particolare. Con questo cumulo di aiuti spirituali, la grazia di Dio agisce potentemente nel cuore dell'infermo e difficilmente potrà resistere all'invito della grazia.

Quanti peccatori ostinati ho potuto riconciliare con Dio, dopo l'applicazione di questi mezzi!

Una signorina m'invitò ad assistere il padre moribondo, il quale da circa trenta anni non andava in Chiesa. Quando questi mi vide, esclamò: Andate via!

- Ma io sono venuto per aiutarvi a salvare l'anima!

- Ed io non voglio!

- Allontanando me, cacciate Gesù Cristo! - e gli mostrai il Crocifisso. - Non m'importa né di voi né del vostro Crocifisso! Via di qua!

- Non abbiate timore! Gesù vi perdona ogni cosa! Egli per noi è morto in Croce!

- Se è morto in Croce, vuol dire che se lo meritava!...

- ...Ve ne andrete all'inferno, se morite così... -

Che cosa fare davanti ad un uomo così duro e perverso?

Una persona presente si offrì subito vittima a Dio per la sua conversione. Dopo tre giorni fui chiamato: Reverendo, quell'uomo ancora non è morto; desidera confessarsi con voi. - Era completamente cambiato! Si confessò, baciò il Crocifisso e ricevette tutti i Sacramenti; potei ancora comunicarlo parecchie altre volte e poi spirò serenamente.

Ogni giorno quanti di questi peccatori sono alla soglia dell'eternità! I fedeli non dimentichino di pregare ogni giorno per i moribondi, specie se peccatori ostinati. Una semplice opera buona, potrebbe salvare un'anima.

La vittima straordinaria, Josefa Menendez, una mattina fece un sacrificio per amore di Gesù. Nel pomeriggio le apparve la Madonna, che le disse: Quel tuo sacrificio ha salvato un'anima. C'era un peccatore sul letto di morte, prossimo a cadere nell'inferno. Il mio Figliuolo Gesù ha applicato a lui il tuo sacrificio e si è salvato. Vedi, figlia mia, con i piccoli atti quante anime si possono salvare! –

I destituiti dai sensi

I moribondi si aiutino col suggerire buoni pensieri. Anche quando pare che un agonizzante abbia perduto la conoscenza, potrà darsi che ancora comprenda; conviene quindi parlargli un po' forte all'orecchio, nella speranza che comprenda qualche cosa.

Un uomo mi diceva: Sono arrivato all'orlo della, tomba; grazie a Dio, sono fuori pericolo, anzi presto lascerò il letto. In quei momenti supremi mi piangevano per morto ed io sentivo tutto. Sentì anche mio cognato che diceva: La mobilia di questa camera ora tocca a me! - Udivo, ragionavo e non potevo muovermi! -

Un'altra volta andai ad assistere un tale, che aveva rissato ed era ricoperto di coltellate. Era dissanguato, dagli occhi vitrei e dal colore cadaverico. Si diceva: E' morto! - Gli suggerii qualche buon pensiero e gli diedi l'assoluzione. Il povero uomo non morì, andai a trovarlo all'ospedale e mi disse: Io sentivo tutto quello che voi mi dicevate in quel momento! -

Questi esempi servano d'insegnamento: Ricordate all'agonizzante la bontà di Dio, la gioia del Paradiso, il vero pentimento di avere offeso Gesù ed il desiderio di confessarsi.

Può avvenire che, avvertita la gravità dei caso, dopo un collasso o uno svenimento, mentre si corre a chiamare il Sacerdote, l'ammalato muoia. Prima che giunga al capezzale il Ministro di Dio, qualcuno dei presenti suggerisca all'orecchio dell'ammalato l'atto di dolore perfetto, con tutto il cuore: Signore, mi pento che ho offeso Voi coi miei peccati!... Perdonatemi i dispiaceri che vi ho dato!... Per i meriti della vostra morte, abbiate pietà di me!... Se potrò, mi confesserò!... -

Alle volte, basta in fine di vita un vero atto di dolore e di amore di Dio, col proposito di confessarsi, per sfuggire alle pene dell'inferno.

Morte apparente

Quando si dice: il tale è morto ora improvvisamente! - ci si può sbagliare. Si è provato che la vita ancora può continuare in modo latente. Difatti si danno dei casi in cui il cosiddetto cadavere, disteso sul letto, dopo parecchie ore o qualche giorno, si muova e riprenda la vita normale, come avvenne l'anno 1952, ad una vecchietta nella città di Modica, la quale, qualche momento prima di essere deposta nella cassa funebre, si svegliò e riprese le attività.

Per questo motivo è prescritto che il cadavere non si seppellisca prima delle ventiquattro ore, dopo avvenuta la morte, la quale potrebbe essere apparente.

Questa istruzione giova, specialmente nelle morti improvvise, per recare qualche aiuto spirituale all'interessato. In questi casi, se il Sacerdote non ha amministrato i Sacramenti, si vada a chiamarlo. Il Ministro di Dio sa come comportarsi; egli dice: Se tu sei ancora vivo, ti assolvo! -

Per un paio di ore dopo la cosiddetta morte, è lecito agire così.

L'aiuto di Dio

Il Padrone della vita è Dio; il medico ad un certo momento dice: Non ho più cosa fare! -

Alle volte Iddio aspetta in quei momenti estremi delle promesse speciali per prolungare la vita ad un uomo. E' bene farne qualcuna, ma con prudenza. Potrà darsi che il Signore accolga la promessa e faccia la grazia o il miracolo; potrà invece chiamare all'altra vita, concedendo però una santa morte che è grazia più importante della prima.

Per esperienza personale, raccomando ai fedeli di appigliarsi alla, pratica dei Quindici Venerdì Consecutivi. Sono quindici Comunioni che si fanno al venerdì, ogni settimana; se qualche venerdì non fosse possibile comunicarsi, potrebbe farsi ciò in un altro giorno, prima che giunga il venerdì successivo. In casi urgentissimi può farsi questo in quindici giorni consecutivi. Più sono le persone che si comunicano, più facilmente può ottenersi la grazia. L'intenzione sia questa: Riparare il Cuore di Gesù delle offese che riceve ed ottenere la guarigione.

E' molto diffuso in Italia ed all'estero il manuale dei Quindici Venerdì; è pervenuto anche nelle mani dei sommi Pontefici: Papa Giovanni e Paolo VI.

Anni addietro fui chiamato ad assistere un moribondo, che era nelle ultime ore; da una settimana era sotto gli spasimi dell'angina pectoris. Gli consigliai di promettere a Gesù tre turni dei Quindici Venerdì; accettò lui e la sposa. Dopo un po' di ore era fuori pericolo. E' ancora in vita e son passati circa 30 anni.

A Barriera del Bosco un bambino di sette anni era in fine di vita per avvelenamento al sangue; aveva perduto la conoscenza. Esortai i genitori, i fratelli e le sorelle a promettere i Quindici Venerdì.

L'indomani mattina tutti si comunicarono. Dopo meno di una settimana il bambino giocava fuori di casa.

Pochi mesi or sono fui invitato ad andare con urgenza in una clinica di Catania, ove stava per morire un giovane, per avvelenamento al sangue in seguito ad operazione chirurgica.

Il caso era disperato. I parenti del moribondo, poco religiosi, si accorsero che solo Dio poteva salvare il congiunto. Mi promisero che non avrebbero più bestemmiato, che sarebbero andati in Chiesa uomini e donne. Consigliai i Quindici Venerdì al moribondo ed ai parenti e Dio intervenne subito. L'ex moribondo oggi attende al lavoro.

Di questi esempi potrei portarne ancora. Alle volte Iddio non dà la salute, ma la santa morte. Ad un infermo, operato di gravissima peritonite, feci promettere i Quindici Venerdì per tutta la vita. Morì lo stesso. Ma che morte edificante! Mi diceva: Reverendo, sia fatta la volontà di Dio! - Esclamava: O Gesù, la mia sete è spasimante! La unisco alla sete che tu hai avuto sulla Croce!... Gesù mio, fa' di me quello che vuoi!.... Accetta i miei dolori in riparazione dei peccati che si commettono nella mia città!... -

Che nobili sentimenti di un uomo, che muore nel fiore degli anni! Quale grazia maggiore di questa?

Il lutto

Avvenuta una morte, è doveroso il lutto, sia come segno di dolore, sia come rispetto a chi ha lasciato questa vita.

C'è il lutto pagano e quello cristiano. E' pagano quando si bada all'occhio sociale soltanto e non si pensa all'anima del trapassato.

E' da rimproverarsi la condotta di coloro che, a motivo del lutto, per settimane e mesi non vanno in Chiesa. Dicono: Non si deve uscire di casa! -

Benedicevo le case in un paese della provincia di Caltanissetta. Entrai in un grande palazzo. Prima di allontanarmi, dissi a due signorine, un po' anziane: Avete fatta la Comunione di Pasqua?

- No; siamo a lutto e non possiamo uscire.

- Da poco tempo è morto qualcuno in famiglia?

- Morì nostro padre diciotto anni fa. - Dopo tanti anni ancora tenete il lutto? E la Messa e la Comunione... tralasciate tutto?

- Non si esce di casa! Per l'occorrente della famiglia ci pensano le persone di servizio!

Mentre rifacevo le scale, dicevo tra me: Che stranezza di lutto!... Bisognerebbe essere pazzi per giungere a tanto! -

Il lutto si conservi nel cuore anche per tutta la vita. Ma se si ama un defunto, bisogna suffragarne l'anima.

Si riduca al minimo il periodo del lutto stretto; si vada al più presto in Chiesa a pregare per i morti! La gente criticherà?... No!... Quando si sta ritirati in casa e si esce soltanto per andare in Chiesa, i buoni approvano e gl'ignoranti dicano ciò che vogliono... Tener conto degli ignoranti è stoltezza!

Era morto mio padre e dopo una settimana mia madre andava al Tempio. Nessuno la criticava!

Si disprezzi dunque dai fedeli la paura della critica e ci si preoccupi di portare sollievo ai defunti.

Fonte: http://www.preghiereagesuemaria.it