Il Purgatorio

I nostri morti - Prima Parte

Io spasimo!...

Il 3 febbraio 1944, moriva una vecchietta, prossima agli ottant'anni. Era mia madre. Potei contemplare il suo cadavere nella Cappella del Cimitero, prima della sepoltura. Da Sacerdote allora pensai. Tu, o donna, da quanto io posso giudicare, non hai mai violato gravemente un solo comandamento di Dio! - E riandai col pensiero alla sua vita.

In realtà mia madre era di grande esemplarità e devo a lei in gran parte la mia vocazione sacerdotale. Ogni giorno andava a Messa, anche nella vecchiaia, con la corona dei suoi figli.. La Comunione era quotidiana. Mai tralasciava il Rosario. Caritatevole, sino a perdere un occhio mentre compiva un atto di squisita carità verso una povera donna. Uniformata ai voleri di Dio, tanto da chiedermi quando mio padre era disteso cadavere in casa: Che cosa posso dire a Gesù in questi momenti per fargli piacere? - Ripeta: Signore, sia fatta la tua volontà!

Sul letto di morte ricevette gli ultimi Sacramenti con viva fede. Poche ore prima di spirare, soffrendo troppo, ripeteva: O Gesù, vorrei pregarti di diminuire le mie sofferenze. Però non voglio oppormi ai tuoi voleri; fa' la, tua volontà!... - Così moriva quella donna che mi portò al mondo.

Basandomi sul concetto della Divina Giustizia, poco curandomi degli elogi che potessero fare i conoscenti e gli stessi Sacerdoti, intensificai i suffragi. Gran numero di Sante Messe, abbondante carità ed, ovunque predicavo, esortavo i fedeli ad offrire Comunioni, preghiere ed opere buone in suffragio.

Iddio permise che la mamma apparisse. Ho studiato ed ho fatto approfondire la questione a bravi Teologi e si è concluso: E' stata una vera apparizione! -

Da due anni e mezzo mia madre era morta. Ecco all'improvviso apparire nella stanza, sotto sembianze umane. Era triste assai.

- Mi avete lasciata nel Purgatorio!... - Sinora in Purgatorio siete stata? - E ci sono ancora!... L'anima mia è circondata di oscurità e non posso vedere la Luce, che è Dio!... Sono alla soglia del Paradiso, vicino al gaudio eterno, e spasimo del desiderio di entrarvi; ma non posso! Quante volte ho detto: Se i miei figli conoscessero il mio terribile tormento, ah!, come verrebbero in mio aiuto!...

- E perchè non veniste prima ad avvisare?

- Non era in mio potere.

- Ancora non avete visto il Signore? - Appena spirata, ho visto Dio, ma non in tutta la sua luce.

- Cosa possiamo fare per liberarvi subito?

- Ho bisogno di una sola Messa. Iddio mi ha permesso di venirla a chiedere. - Appena entrate in Paradiso, ritornate a darne notizia!

- Se il Signore lo permetterà!... Che Luce... che splendore!... - Così dicendo si dileguò la visione.

Si celebrarono due Messe e dopo un giorno riapparve, dicendo: Sono entrata in Paradiso! -

Dopo quanto ho esposto, dico a me stesso: Una vita esemplarmente cristiana, una grande quantità di suffragi.:. e due anni e mezzo di Purgatorio!... Altro che i giudizi degli uomini!

Pregate per me!

Un Sacerdote mi diceva: Sono vecchio. Ho viaggiato in Europa, in Asia ed in Africa. Ho conosciuto tanti Religiosi e Prelati; ma l'uomo più santo che io abbia avvicinato è stato Monsignor Marengo. - Chi era costui?... Il Vescovo della Diocesi di Carrara. Per il molto lavoro a bene del prossimo, forse abbreviò i suoi giorni ed il 22 ottobre 1921 moriva, compianto dai fedeli e chiamato « santo » innanzi tempo.

Erano trascorsi sette anni ed il Rev.mo Don Fascie, membro del Consiglio Superiore dei Salesiani, venuto a Trapani nel 1929, così mi narrava:

- Si è verificata in questi ultimi mesi un'apparizione, di Mons. Marengo. Nell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, a Nizza, verso l'imbrunire, la Suora Portinaia era nel cortile. Il portone era chiuso. Con sua meraviglia vide sotto i portici, a passeggiare, un Reverendo slanciato nella persona, ma col capo chino e meditabondo.

- Ma chi sarà costui? - si domandò la Suora. - E come sarà entrato, se il portone è chiuso? -

L'avvicinò e riconobbe Mons. Marengo. - Eccellenza, e voi qui?... Non siete morto?...

- Mi avete lasciato in Purgatorio!... Ho lavorato tanto in questo Istituto e non si prega più per me! - In Purgatorio?... Un Vesc

ovo così santo?...

- Non basta esser santi davanti agli uomini; bisogna essere tali davanti a Dio!... Pregate per me!... - Ciò detto, sparì. -

La Suora corse ad informare la Direttrice e l'indomani tutte e due si diressero alla volta di Torino, per narrare il fatto al Rettor Maggiore dei Salesiani, Don Filippo Rinaldi, oggi Servo di Dio.

Don Rinaldi indisse pubbliche preghiere nel Santuario di Maria Ausiliatrice, onde intensificare i suffragi.

Dopo una settimana Mons. Marengo riapparve nello stesso Istituto, dicendo: Sono uscito dal Purgatorio!... Ringrazio della carità!... Prego per voi! -

Riflessione

Se tanto avviene a persone di alte virtù, che cosa si deve pensare di coloro che hanno menato vita rilassata e peccaminosa e soltanto sul letto di morte hanno ricevuta un'Assoluzione?

I Santi ed il Purgatorio

Entriamo ora in argomento. Si presentano verità profonde, che hanno fatto meditare i più grandi Santi, non escluso San Giovanni Bosco.

Scendeva dal pulpito Don Bosco, dopo aver toccato il cuore degli uditori, e si avviava alla sacrestia. Al suo passaggio i fedeli s'inginocchiavano, gli baciavano la mano ed anche il lembo della veste. Non pochi dicevano: E' Santo! E' Santo! -

Don Bosco giunse in sacrestia piangendo.

- Che cosa le è capitato? - gli si chiese.

- Povero me! Quando morrò, mi lasceranno in Purgatorio! Si penserà: Don Bosco è Santo! - e così nessuno pregherà per me!... Ah, il mio Purgatorio! -

Che cosa è dunque questo Purgatorio, temuto anche dai Santi? Chi ci assicura della sua esistenza? Che cosa si soffre? Come liberarsene? In che modo sollevare le anime che vi si trovano?

Con ragionamenti e fatti verranno chiariti questi concetti.

La sorte eterna

Iddio ci ha formati di anima e di corpo. Ci ha messi su questa terra per darci la possibilità di guadagnarci il premio eterno. Nel mondo siamo di passaggio e da un momento all'altro possiamo essere chiamati all'eternità. E' da incoscienti, o meglio, è da pazzi il credere che la vita sia fine a se stessa. La vera vita è quella futura, che ci attende.

Gesù Cristo, Dio-Uomo, l'ha detto e ripetuto con insistenza: Fatevi dei tesori per l'altra vita!... E' meglio andare in Paradiso con un occhio solo, anziché all'inferno con due... Nella Casa del Padre mio ci sono molte mansioni!... Vado a prepararvi un posto!... Che cosa giova all'uomo se avrà guadagnato tutto il mondo e poi perderà l'anima sua?... Nell'altra vita sarete come gli Angeli di Dio!... Morì il ricco epulone e fu sepolto nell'inferno!... -

Dunque il Figlio di Dio, Verità per essenza, c'insegna che dopo questa vita ce n'è un'altra, che non finirà mai. Per conseguenza quando si muore, non si muore del tutto, ma solo avviene la separazione dell'anima dal corpo. Va a marcire il corpo nella tomba, in attesa dell'universale risurrezione; l'anima invece, appena spirata, vede Iddio ed in un batter d'occhio, viene giudicata. Se ha trascorsa la vita senza macchia e quindi non ha alcun debito di pena, subito entra nel gaudio eterno e viene inabissata in un oceano di delizie, al cui confronto sono un nulla tutte le gioie terrene. Se l'anima è spirata nella disgrazia di Dio, cioè macchiata di grave colpa, è destinata all'inferno, secondo le parole di Gesù: Va', maledetta, nel fuoco eterno, preparato a Satana ed ai suoi seguaci! -

Il Purgatorio

Ma oltre al Paradiso e all'inferno, ci deve essere un altro luogo, dimora temporanea, dove l'anima possa purificarsi. Lo richiede la ragione e lo insegna Dio stesso.

Un'anima ha peccato gravemente e molte volte; prima di partire da questo mondo, si pente, chiede perdono a Dio e riceve anche l'Assoluzione Sacramentale. All'inferno non può andare, perché è in grazia di Dio; subito in Paradiso non può essere ammessa, perchè ha debiti da scontare e non può avere l'identica sorte di un'anima innocente. Dunque, prima di entrare in Cielo, deve andare in luogo di purificazione.

Similmente un'altra anima non ha commesso mai un grave peccato; è però caduta in molte colpe leggere, che non ha detestato e riparato abbastanza in vita. All'inferno, supplizio eterno, non può andare; siccome in Paradiso nulla può entrare di macchiato, quest'anima deve purificarsi prima di essere ammessa alla visione beatifica di Dio.

La ragione dunque spinge a credere che deve esistere il Purgatorio. La fede lo insegna espressamente.

Nella Sacra Scrittura, e precisamente nel Libro Secondo dei Maccabei, si legge: E' cosa santa e salutare il pregare per i defunti, affinché siano sciolti dai loro peccati. -

Si potrebbe chiedere: Ma i peccati non ci sono perdonati da Dio soltanto mentre siamo in questa vita? - No; anche dopo la morte c'è la remissione dei peccati. Dice infatti Gesù: Chi avrà bestemmiato contro il Figlio dell'Uomo, sarà perdonato; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo (...cioè resistendo alle verità rivelate da Dio... ) non sarà perdonato né in questo secolo, né nell'altro. -

Dunque ci sono peccati che saranno rimessi dopo la morte; e non saranno certamente le anime condannate all'inferno ad usufruire di questo perdono, ma soltanto quelle che hanno dei debiti temporanei verso la Divina Giustizia. Siccome noi non possiamo sapere, senza una particolare rivelazione, chi sia salvo o no, conviene pregare per tutti i defunti, buoni o cattivi.

Tutti i popoli, anche pagani, hanno il culto dei morti ed offrono sacrifici a Dio in riparazione. Noi cattolici abbiamo un culto specialissimo, per cui rendiamo gloria al Creatore e tanto vantaggio e conforto arrechiamo ai nostri morti.

In aiuto a queste affermazioni, vengono le innumerevoli apparizioni di trapassati.

Da quarant'anni sconto!

Il seguente episodio avvenne nel Monastero di San Lorenzo in Montefalco, Archidiocesi di Spoleto, ove vive una Comunità di Suore Clarisse; l'apparizione, o meglio la manifestazione, si ripetè ventotto volte; ebbe inizio il 2 settembre 1918 e si chiuse il 9 novembre 1919. Eminenti personaggi, tra cui Cardinali,Vescovi e medici primari, fecero il processo nel tribunale ecclesiastico e si concluse: E' una vera manifestazione d'oltre tomba! -

Le Suore di Clausura per mettersi in relazione con persone secolari, parlano, attraverso la ruota.

Suor Maria Teresa di Gesù, Abbadessa del Monastero, il 2 settembre 1918, udito il suono del campanello, si presentò alla ruota. Udì una voce gentile, ma mesta: Devo lasciare qui questa offerta. - Serve per qualche Messa o per preghiere? - Senza alcun obbligo. - Se è lecito, lei chi è? - Non occorre saperlo! -

Non si sentì altro, neppure il rumore dei passi. Sulla ruota era un biglietto di lire dieci. Il fatto si ripetè diverse volte, sempre con le stesse circostanze.

Sospettandosi qualche cosa di strano, si vigilò che tutte le porte esterne fossero ben chiuse e si controllassero i vari ambienti. Si ripeteva il suono del campanello, la voce mesta e la solita offerta e tutto ciò anche a notte inoltrata. Alle volte andavano alla ruota tre o quattro Suore; una volta erano presenti parecchi Sacerdoti.

L'Abbadessa, istruita sul modo di comportarsi, un giorno chiese: In nome di Dio, chi sei? - Non è ancora permesso dirlo. Sono la solita persona. - L'offerta che lei lascia, io non la piglio! - No, la prenda; è una misericordia! Serve a soddisfare la Divina Giustizia. -

Il 3 ottobre, verso le nove di sera, dopo il suono del campanello, la Suora così parlò: Io temo che quanto accade sia uno scherzo del demonio! - No; sono un'anima del Purgatorio; sono Sacerdote; da quarant'anni sconto per avere dissipati beni ecclesiastici. - Erano di questo Monastero tali beni? - No; ma ho il permesso di portarli qui. - E dove li prende? - Il giudizio di Dio è giusto! - Ma temo che non sia un'anima del Purgatorio! - Vuole un segno? - Per carità; ho paura!... Con le offerte che lei ha portato, ho fatto celebrare tante Messe. Se una sola Messa può liberare un'anima, come mai lei non è libera? - Di queste Messe a me giunge la minima parte. -

Si celebrarono altre Messe; in tutto trentotto. Nel frattempo si ripetevano i suoni di campanello e le richieste dell'anima, anche qualche ora dopo la mezzanotte. L'ultima Messa fu celebrata nella Chiesa del Gesù in Roma da Padre Luigi Bianchi, Gesuita.

Alle quattro del mattino, il 9 novembre 1919, ci fu l'ultima manifestazione. La voce era lieta: Sia lodato in eterno Gesù e Maria! Sono già uscito dal Purgatorio. Ringrazio coloro che mi hanno aiutato e pregherò per tutti! –

A Torino

Interessante è il fatto avvenuto nel 1946 nella persona dell'ingegnere Enzo Crozza, domiciliato a Torino, in via Ilarione Petitti, 34.

Questo ingegnere, ammalatosi nel 1942 si era fatto assistere in famiglia nelle ore notturne da una Suora del Cottolengo, certa Suor Angela Curti. Nel 1944 la Suora moriva nel Cottolengo; l'ingegnere non ne sapeva nulla.

Il Signor Crozza fu operato di appendicite nella sua abitazione nel 1946 e, memore delle delicate cure di Suor Curti, mandò la moglie al Cottolengo per invitarla a venire ad assisterlo.

Mentre la moglie faceva le scale, incontrò la Suora.

- E voi, qui?... Venivo proprio in cerca di voi!

- Ho saputo che vostro marito sta male e son venuta a cercarlo! -

Per quindici notti consecutive Suor Angela vegliò al capezzale dell'ingegnere; veniva la sera e partiva al mattino.

Finita la sua missione, si licenziò senza chiedere alcun compenso.

Quando il Signor Crozza si ristabilì discretamente, andò al Cottolengo con la moglie per ringraziare ancora una volta la Suora. Quale non fu la sua meraviglia a senirsi dire: Cercate di Suor Angela?... Ma da due anni è al cimitero!... E' morta qui! - Eppure la Suora che mi assisteva era lei, in carne ed ossa! E non sono io solo a constatare il fatto, ma tutta la famiglia!... -

Come spiegare questo avvenimento? O la Suora era entrata in Paradiso e veniva in aiuto a persona cara, oppure era in Purgatorio ed il Signore le permetteva di compiere ancora qualche atto di carità.

Di simili fatti potrei riportarne non pochi; sono testimonianze di oltre tomba. Ma poichè qui si parla del Purgatorio, giova sapere che in Roma, poco distante dalla città del Vaticano, esiste il Museo del Purgatorio, ove si possono vedere, con i relativi documenti storici, oggetti bruciati da anime del Purgatorio, apparse in forma umana.

Colpa e pena

I fedeli non sogliono riflettere abbastanza sulle quotidiane colpe; si va avanti alla buona nella vita spirituale, pensando molto alla misericordia di Dio e poco alla sua giustizia.

Chi cade in peccato, tenga presenti due cose: la colpa, o mancanza, e la pena corrispondente. Se il peccato è mortale, la pena corrispondente è eterna; se è veniale, la pena è temporanea o limitata.

Quando ci si confessa con le dovute disposizioni, Iddio perdona il peccato, cioè la colpa; la pena corrispondente non scompare del tutto; se essa è eterna, cioè degna dell'inferno, dopo l'Assoluzione Sacramentale diviene temporanea, cioè da scontarsi in questa vita o nel Purgatorio; se la pena riguarda il peccato veniale, con l'Assoluzione Sacramentale può diminuire ed anche scomparire del tutto, secondo le disposizioni dell'anima penitente.

Chi confessa un solo peccato mortale, avrà da scontare in Purgatorio o in questa vita, un grado di pena temporanea; chi ne confessa due, dovrà scontare il doppio. Chi pecca gravemente cento, mille volte..., sconterà cento, mille volte in più. Questa è la dottrina della Chiesa Cattolica, secondo il parere dei più grandi Teologi ed in base alla rivelazione ed alla stessa ragione.

Mi rivolgo a coloro che dicono: Per il momento pecco; poi mi confesserò e Dio mi perdonerà!... Ho peccato tre volte? Commetto altri peccati e fa lo stesso! Il Ministro di Dio mi assolve con la stessa facilità tre peccati, oppure trentatré! ... -

Ma non riflettono costoro che più peccano e più lungo e tormentoso si preparano il Purgatorio? Se non si vogliono astenere dal male per il dipiacere che recano a Dio, che dovrebbe essere il fine principale, almeno si astengano dal peccare per interesse personale, per non accumulare pene sopra pene per il Purgatorio!

Essenza del Purgatorio

Come si scontano i peccati dopo questa vita? Con la privazione temporanea della vista di Dio e con altre pene, che tolgono dall'anima ogni resto di colpa.

La prima pena è del danno. Finchè siamo su questa terra, possiamo distrarci ed attaccare il cuore a tante piccole cose; l'attrazione a Dio non tutti la sentono e non tutti l'hanno allo stesso grado. Appena l'anima si libera dai lacci del corpo, tende a Dio, più che il ferro alla calamita, sente l'amore e non può soddisfarlo. Possiamo farci una qualche idea, pensando all'assetato davanti ad una fonte di acqua fresca, incapace di toccarla. Le parole che disse mia madre apparendo: Spasimo dal desiderio di entrare in Cielo! - fanno comprendere lo strazio dell'anima che è in Purgatorio, cioè nella privazione temporanea della visione beatifica di Dio.

C'è' anche la pena del senso ed è quella che meglio possiamo immaginare e comprendere, facendo il confronto con le sofferenze corporali. Come può un'anima, che è senza corpo, avere le sofferenze dei sensi nel Purgatorio? Ciò avviene in modo a noi incomprensibile, poichè nessun mortale può penetrare negli arcani dell'ordine soprannaturale.

Per le cose, per cui l'uomo avrà peccato, per queste stesse cose sarà tormentato.

Dante Alighieri immaginò e descrisse da uomo superiore il Purgatorio. Per quanto possano essere gravi le pene che egli abbia assegnate ad ogni categoria di anime, tuttavia parla sempre da uomo e quanto è detto nella Divina Commedia è sempre inferiore alla realtà. Egli adoperò la legge del « contrappasso n, cioè sottopose pena corrispondente al peccato commesso dalle varie facoltà spirituali e dai vari sensi.

Braccia profumate

Don Bosco era andato a visitare una nobile famiglia, nella speranza di essere aiutato nelle opere di carità. Mentre si intratteneva a colloquio con la signora, si accorse che la figlia di costei stava allo specchio ed era intenta a profumare le braccia.

- Signora, sua figlia non vuol bene alle sue braccia!

- Tutt'altro! E' vanitosa e non pensa che a profumarsi! Ama troppo le braccia! - Eppure, non è così! Se le amasse, non farebbe ciò che adesso fa! Chi sa quanto avrà da soffrire in Purgatorio. - Grandi sono le pene riservate a quelle mancanze che si chiamano leggerezze. Esaminiamo qualche apparizione.

Una sola goccia

Il Padre Stanislao Koscoa, domenicano, pregava un giorno per le anime del Purgatorio, quand'ecco presentarsegliene una, tutta avvolta nelle fiamme. Inorridì il Santo Sacerdote e domandò: Il fuoco che tu soffri è più forte di quello della terra? - Ahimè, rispose la misera gridando; tutto il fuoco della terra paragonato a quello del Purgatorio, è come un soffio di aria freschissima! Non c'è paragone tra il fuoco terreno, creato per misericordia, e quello soprannaturale, creato per la Divina Giustizia!

- Bramerei farne la prova! -

Il Padre Stanislao, senza sgomentarsi, stese la mano ed il defunto vi fece cadere una goccia del suo sudore, o almeno un liquido che sembrava tale. Il Religioso emise un grido acuto e cadde tramortito. Accorsero i Confratelli e lo fecero rinvenire. Gli si formò sulla mano una piaga, che lo accompagnò alla tomba. Prima di morire disse alla Comunità:

Ah! Se ognuno di noi conoscesse il rigore dei divini castighi, non peccherebbe giammai! Facciamo penitenza in questa vita, per non doverla poi fare nell'altra! Combattiamo i nostri difetti e correggiamoli; guardiamoci dai piccoli falli, perchè il Giudice. Divino ne tiene stretto conto. La Maestà Divina è tanto santa, che non può soffrire nei suoi eletti la minima macchia! -

Anima privilegiata

Ci sono nel mondo delle anime privilegiate, cioè scelte direttamente da Dio per una missione particolare. A costoro Gesù si presenta sensibilmente e le mette nello stato di vittima straordinaria, rendendole partecipi anche dei dolori della sua Passione. Queste vittime riparano certe categorie di peccati e soffrono moltissimo nel corpo e nello spirito. Perchè possano soffrire di più e salvare più peccatori, Iddio permette che talune di esse siano trasportate, sebbene viventi, nell'ordine soprannaturale e che stiano a penare nel Purgatorio ovvero nell'inferno. Come avvenga il fenomeno, non possiamo spiegarlo. Queste vittime, quando ritornano dall'al di là, sono afittissime e sogliono piangere dirottamente; qualche volta restano con delle scottature e piaghe nel corpo. Le anime privilegiate scompaiono improvvisamente dalla propria camera, alla presenza anche di testimoni, o dopo una notte o parecchie ore riappaiono. Sembrano cose incredibili, ma sono storiche.

Per conoscere più diffusamente questi fatti, si legga il volume « Invito all'amore » edito dalla Libreria L.I.C.E. - Berruti - Torino. E' la storia di Suor Josefa Menendez, morta nel 1923.

Sarebbe tanto utile conoscere qualche visita fatta nel Purgatorio.

- La notte dal primo al due novembre l'assalto diabolico mi aveva lasciata spossatissima. Mentre quasi ogni notte ero stata a soffrire nell'inferno tra i dannati, il Signore volle che nel mese dei morti andassi nel Purgatorio. Chiesi a Gesù se realmente fosse l'inferno o il Purgatorio il luogo ove vado a soffrire, oppure una semplice figura dell'oltre tomba. Gesù mi rispose: E' il vero inferno ed il vero Purgatorio. Le anime però le vedi in sembianze umane, per distinguerle. Ti porto in questi luoghi affinché tu resti invogliata a soffrire sempre più, per strappare anime all'eterna perdizione. -

Nella notte del primo novembre, verso le ore due, mi sentii leggera leggera come se non avessi avuto il corpo. Mentre a trasportarmi nell'inferno suole venire il demonio, il quale in un volo vertiginoso mi lancia tra i dannati, questa volta mi sentii trasportare da mano invisibile, senza vedere alcuno, e dopo un poco, invece di trovarmi sul letto, mi trovai in Purgatorio, vicino alle anime che spasimavano dal desiderio di vedere Dio e per altri dolori. II luogo era grandissimo; si vedeva dove cominciava, ma non dove finiva. Poi vidi un'immensa folla di anime, in maggioranza persone consacrate. Appena la mano invisibile mi posò vicino a costoro, tutte provarono gran gioia e dissero: Prega, prega per noi e per la nostra liberazione! - Un tale -disse: Se tutti sapessero com'è tormentoso il fuoco del Purgatorio, veramente ci verrebbero presto in aiuto! -

In quel momento cominciai a provare le pene del Purgatorio. Mi sentii come esasperata nell'anima e provai un forte calore in tutto il corpo. Però non è tanto la sofferenza del corpo che fa soffrire, quanto il rimorso di avere offeso Dio sì grande e la privazione di vederlo. Si sente fortemente Dio e non si può andare a Lui. Che terribile sofferenza!... Vidi le anime rassegnatissime; non dimostravano alcun segno di disperazione. Erano tanto pentite del male fatto e avrebbero voluto ritornare nel mondo per dire a tutti: Non fate peccati, perchè veramente c'è l'inferno ed il Purgatorio e le pene che vi si soffrono sono immense!

Mi si avvicinò un uomo, gridando: Non ne posso più di questi tormenti! Ormai sono nove anni che soffro e mi sembrano novecento anni! Per pietà liberatemi presto da queste pene!... Peccai, è vero!... Mentr'ero in vita, quando la miseria copriva la mia famiglia, imprecai contro Dio e contro i Santi. Sebbene me ne fossi confessato, ho da scontare la pena! -

Un Sacerdote era afflittissimo e chiedeva suffragi: Sto soffrendo molto, perchè in vita sono stato molto indulgente a tanti piccoli piaceri! -

Una donna diceva: Avevo la vocazione religiosa e la perdetti per una cattiva lettura. Ringrazio Dio che non sono piombata nell'inferno! -

Una suora esclamò: Sto riparando alcune mancanze di fiducia in Dio. Il giudizio di una religiosa è rigoroso, perchè non è il nostro Sposo Gesù che ci giudica, ma il nostro Dio!

- Il mio Purgatorio, diceva un'altra anima, sarà lungo poichè non ho accettato la volontà di Dio, né ho fatto con sufficiente rassegnazione il sacrificio della mia vita durante l'ultima malattia. La malattia è una grande grazia di purificazione, ma se non si fa attenzione, può essere occasione di maggior Purgatorio. -

Un'anima ringraziava: Iddio ti ricompensi la carità! Tu hai abbreviato il mio Purgatorio. Oh, se tutti riflettessero fin dove può condurre un affetto poco mortificatoo, come si applicherebbero a dominare la natura ed a reprimere le passioni! -

Da quanto si è esposto, si vede com'è delicata la Divina Giustizia nel purificare le anime che hanno peccato.

Se fosse concesso a tutti di visitare un momento il Purgatorio, quanti si farebbero santi!

Santa Brigida

Dalla vita di certi Santi, i quali ebbero rivelazioni sul Purgatorio, spigolo alcuni esempi, che manifestano le pene riservate a certe categorie di peccati.

Santa Brigida in un'estasi vide fra le altre anime una fanciulla, che scontava le vanità. Il suo capo, che aveva tanto coltivato, era divorato all'interno ed all'esterno da fiamme cocentissime; le spalle e le braccia, che aveva amato portare denudate, erano strette da catene roventi; i piedi, così agili nella danza, erano avvinghiati e morsi da vipere; tutte le membra, che in vita aveva ornato di gioielli ed aveva profumato, erano torturate da spaventevoli pene. Ed affidava gridando: Madre mia, madre mia, quanto sei colpevole verso di me! La tua soverchia indulgenza, peggiore dell'odio più atroce, mi ha fatto precipitare in questi tormenti!... Mi liberai dall'inferno, perchè nelle ore di agonia mi ricordai della Passione del Redentore ed emisi un atto di contrizione perfetto, promettendo, se avessi avuto tempo, di riparare con la penitenza le mie colpe. - Santa Brigida raccontò l'apparizione ad una cugina della defunta e l'impressione da questa, riportata fu tale che si ritirò in un monastero a far penitenza e vi morì santamente.

Sono dimenticata!

La Beata Maria Villani, mentre pregava per le anime del Purgatorio, fu condotta in spirito nel luogo delle loro pene e vide una donna tormentata più delle altre anime. La interrogò sul perchè di tanto soffrire:

- Sconto, rispose l'anima, le mie vanità ed il lusso scandaloso. Le mie pene non hanno sollievo, avendo il Signore permesso nella sua giustizia che io fossi completamente dimenticata dai miei parenti, perchè quando io ero in vita ero dedita alle vanità del mondo, alle feste ed ai piaceri ed assai raramente pensavo a Dio. Per questo io ora sono dimenticata. -

Un ricco

A Santa Margherita Alacoque apparve un'anima purgante.

- Chi sei tu, che tanto soffri?

- Ero un illustre personaggio nel mondo. Mancai di giustizia e di carità verso tante famiglie; per la qual cosa il mio Purgatorio è assai lungo. I miei parenti innalzano preghiere per me e fanno celebrare numerosissime Messe; però la Divina Giustizia applica tutti questi suffragi alle anime che danneggiai.

Una visione

Santa Maria Maddalena De' Pazzi in un'estasi fece il giro del Purgatorio in compagnia del suo Angelo Custode. Che strazio provò il suo cuore!

- Misericordia, esclamava la Santa, misericordia, Dio mio! Sangue prezioso del mio Redentore, scendi su queste anime e liberale dal loro tormenti!

Fu ammessa a contemplare le pene dei bugiardi, i quali erano tormentati con piombo fuso in bocca, mentre stavano immersi in uno stagno infuocato.

Potè osservare coloro che avevano peccato contro la purezza, che erano stati perdonati, in vita, ma che non avevano espiato abbastanza le loro colpe. La loro prigione era talmente sudicia e fetente, che solo a vederla chiudeva il cuore. La Santa passò oltre senza dire parola.

Eccomi ora punito!

Nella vita del Padre Nicola Zucchi si legge:

Un cavaliere desiderava sposare una nobile giovane romana, la quale aveva stabilito di farsi Suora. Tutte le insistenze furono vane. Lo stesso Padre Zucchi si sentì in dovere di rimproverare il cavaliere.

La giovane entrò nel convento; il giovane dopo quindici giorni moriva.

Dopo qualche tempo la Religiosa sentì tirarsi le vesti da una mano invisibile ed udì una voce: Vieni al parlatorio! -

Vi andò e trovò un uomo.

- Chi siete voi? Che cosa desiderate da una Suora?

- Io sono quel cavaliere che pretendeva la vostra mano. -

Così dicendo, l'uomo aprì il mantello in cui era avvolto e fece vedere delle catene di ferro, delle quali alcune gli pendevano dal collo, altre gli stringevano i polsi ed altre le gambe.

- Pregate per me!... Volevo incatenare con amore profano una sposa di Cristo ed eccomi ora punito! -

Detto ciò, l'uomo sparì.

La Comunione dei Santi

Nel Credo diciamo: «Credo la comunione dei Santi.

Santo significa amico di Dio; chiunque è in grazia di Dio, può giustamente chiamarsi santo, ma in senso largo, perchè ordinariamente si chiama così chi viene innalzato agli onori dell'altare con la Canonizzazione.

Chi gode dell'amicizia del Signore, può mettersi in comunicazione con i fratelli spirituali, sia che essi si trovino su questa terra, sia che siano in Purgatorio o in Paradiso.

Noi possiamo quindi pregare ed offrire sacrifici a vantaggio di altri.

E' utile pregare per chi fa parte della Chiesa Militante; ma non è meno utile aiutare chi appartiene alla Chiesa Purgante.

La piccola Carmela

Sul tramonto di un giorno d'estate, in una casa di contadini si preparava la cena: La pentola era sopra alcune mattonelle, a qualche palmo da terra.

La piccola Carmela, di otto anni, si era avvicinata alla pentola e non si era accorta che il fuoco si era attaccato alla vesticina. Quando si vide avvolta dalle fiamme, cominciò a gridare ed a correre su e giù e così alimentò di più il fuoco.

Accorsi i familiari, inorriditi a quella scena, spensero le fiamme; la bambina però era bruciata.

Trasportata subito all'aspedale, toccò a me amministrarle gli ultimi Sacramenti. Dopo poche ore l'infelice moriva.

Se i parenti, avendo visto la bambina in mezzo alle fiamme, fossero rimasti indifferenti e non avessero fatto tutto il possibile per spegnere il fuoco, avrebbero meritato il titolo d'incoscienti o di perfidi.

I nostri morti sono tra le fiamme del Purgatorio; non possono liberarsi da se stessi ed implorano il nostro aiuto. Il restare insensibili o fare poco per alleviare i loro tormenti, non sarebbe cosa umana.

Facciamo molto per i defunti, perchè essi ci ricambieranno con le loro preghiere e con grazie particolari.

Ricompensa per una Messa

Un orfanello aveva trovato una moneta lungo un sentiero. Avrebbe potuto appropriarsene, poichè impossibile trovarne il padrone; avrebbe potuto sovvenire a qualche urgente bisogno; ma non lo fece. Pensò di far celebrare una Santa Messa per i genitori defunti.

Iddio gradì il pietoso atto e venne in soccorso dell'orfanello. Quando questi chiese al Sacerdote la celebrazione della Messa, suscitò l'interessamento del Ministro di Dio.

- Tu sei privo dei genitori e fai bene a ricordarti di loro. Ma come vivi al presente?

- Faccio il pastorello.

- Ti piacerebbe studiare e divenire Sacerdote?

- Lo desidero tanto! Ma non ho i mezzi.

- Se ti aiutassi io?

- Non saprei come ringraziarvi!... - Da quel giorno il fanciullo lasciò le pecore e si diede allo studio. Poté un giorno divenire Sacerdote, poi Cardinale ed anche Santo. Forse la Chiesa non avrebbe San Pier Damiani, se questi da fanciullo non si fosse ricordato di suffragare i genitori.

Soccorso straordinario

Una povera giovane cercava lavoro; non riuscendovi, stabilì di far celebrare una Messa per l'anima del Purgatorio più bisognosa. Vi destinò le poche lire di cui disponeva.

All'uscita della Chiesa le si fece innanzi un giovane, che le domandò. Cosa cercate?

- Un posto di lavoro.

- Andate verso la parte opposta della città; cercate la tale via ed il tale numero. Troverete una vedova, che desidera una serva. -

Quando, la giovane si presentò alla vedova, sentì dirsi: Ma chi vi ha indirizzata qui?

- Uscendo dalla Chiesa del Carmine mi ha parlato un giovane sui venti anni. Aveva il volto pallido con una cicatrice in fronte, i capelli biondi e gli occhi azzurri.

La vedova corse a prendere un ritratto e glielo mostrò.. - Rassomigliava a costui? - Era proprio lui! -

La signora scoppiò in pianto: Allora è stato mio figlio a mandarvi qui!... Mio figlio è già morto da un mese!

- Ora comprendo! Avevo fatto celebrare una Messa per un'anima del Purgatorio! -

Il fatto avvenne a Parigi nel 1817.

Salvo prodigiosamente

Non è molto, a Cornigliano Ligure avvenne un episodio prodigioso.

Il Parroco Giacinto Manzi, assai devoto delle anime del Purgatorio, era andato a notte inoltrata a portare il Viatico ad un moribondo. Alcuni malviventi lo aspettavano in una viuzza solitaria per assalirlo.

Mentre il Parroco ritornava in Chiesa, recitava il Rosario per le anime del Purgatorio. Quando i malandrini lo videro, non poterono far nulla, perchè attorno al Parroco c'era una folla di persone in atteggiamento devoto.

L'indomani i malviventi, senza destare sospetto, fecero chiedere al Sacerdote chi fosse stata quella gente che l'aveva accompagnato in Chiesa.

Il Parroco rispose: Solo andai a portare il Viatico e solo ritornai. Ero intento a pregare per le anime del Purgatorio.

Aiuta le figlie

I sogni sono fantasie da disprezzare. Fanno male coloro che, sognando morti, arguiscono da circostanze inutili la sorte dei loro cari nell'altra vita. Ecco qualche esempio:

- Ho sognato il defunto marito nell'atto di mangiare, di ridere e scherzare. Ciò significa che è già in Paradiso.

- Ho visto in sogno mia figlia, morta da poco. Piangeva dirottamente. Dunque è in Purgatorio! -

Chi non vede in tali asserzioni l'ignoranza crassa religiosa?

Tuttavia qualche volta il sogno potrebbe essere una visione. Iddio. permette che qualche anima del Purgatorio vada a chiedere suffragi o a dare aiuti particolari.

Avevo trattato questo argomento in una predica a Modica, nella Chiesa di Santa Maria. Appena giunto in sacrestia, una donna venne a dirmi:

Mia madre è morta da alcuni anni. Siamo rimaste in casa due sorelle. Attraversavamo tempo fa un triste periodo e non sapevamo cosa fare per tirare la vita. Una notte sognai mia madre, che mi disse: Figlia mia, non perdere il coraggio! Io ho provveduto a te ed alla sorella. Quand'ero in vita, misi da parte una somma di denaro, che nascosi dentro il vecchio materasso che c'è nel piccolo podere. -

L'indomani raccontai il sogno alla sorella, la quale ci rise su. Dietro mia insistenza, ci recammo in campagna, scucimmo il materasso e dentro c'era un involto con una buona somma di denaro. -

Io risposi alla donna: I fatti sono fatti. Chi sa quanti suffragi abbiate mandati alla mamma e questa è venuta a soccorrervi. -

Dio dispone

Quando si prega per un peccatore determinato, Iddio può destinare a lui la preghiera ovvero ad un altro peccatore più bisognoso o più disposto a far fruttare la Divina Grazia. Insegnano i Dottori di Santa Chiesa che lo stesso avviene per i suffragi che si mandano ai defunti in particolare.

Per un'anima del Purgatorio si celebrano Messe e si fanno preghiere. Gesù può destinare tutti i meriti soddisfattorî a quest'anima, oppure soltanto una parte. E' Dio che dispone dei meriti delle creature, secondo i disegni della sua infinita sapienza. Ciò si è rilevato da qualche apparizione narrata, quale sarebbe quella del Prete di Montefalco.

Questa condotta di Dio è anche conforme a ragione.

Supponiamo un ricco signore, che gode la vita, che vive in peccato e sul letto di morte ritorna a Dio. Lascia, ad esempio, mille Messe di suffragio, da celebrarsi al più presto possibile. Costui dovrebbe restare poco o niente in Purgatorio.

Un povero uomo invece trascina la vita fra stenti, si sforza di vivere secondo la legge di Dio, cade di tanto in tanto in qualche peccato e finalmente muore con i Santi Sacramenti. Non può lasciare legati di Messe, non ha parenti che possano suffragare l'anima. Questo uomo dovrebbe restare in Purgatorio a lungo, mentre quel ricco andrebbe presto in Paradiso. Uno sarebbe fortunato in questa vita ed anche nell'altra, mentre il secondo sarebbe infelice in terra e nell'oltre tomba.

Non è irragionevole se il Creatore destinasse ai poveri tanti suffragi che si fanno a certi ricchi.

La Messa

La Santa Messa è la rinnovazione del Sacrificio incruento della Croce. Il Sangue di Gesù Cristo viene offerto dal Sacerdote al Divin Padre per placare la Giustizia Suprema. Chi può dire il conforto che apporta alle anime purganti l'applicazione di una sola Messa? Per questo, quando Iddio permette che un'anima venga a chiedere suffragio, la prima richiesta d'ordinario è: Desidero qualche Messa! -

Nell'Aprile del 1945 nell'Italia Continentale si commettevano delle nefandezze, a motivo della guerra. Un Cappellano Militare, Don Sangiorgio, fu preso con un gruppo di soldati e condannato alla fucilazione. La sera precedente alla morte, tutti si confessarono e si disposero al gran passo.

Dopo due settimane dalla fucilazione, tanti Salesiani si erano raccolti nell'Istituto di Borgo San Martino per gli Esercizi Spirituali. Iddio concesse al defunto Don Sangiorgio di presentarsi ad un Sacerdote Salesiano, suo intimo, per domandare suffragi e precisamente delle Messe.

Dopo la mezzanotte, mentre tutto taceva, si udirono dei passi sulla terrazza.. La porta della camera, ove era da solo il Salesiano, cominciò ad agitarsi ed a rintronare per colpi ripetuti, mentre il battente non aveva tregua. Preso da forte paura, il Sacerdote volle assicurarsi della causa del disturbo e non vide alcuno. L'indomani notte si ripetè il fenomeno ed il defunto si manifestò, chiedendo suffragi. Parecchie Messe furono applicate.

Dopo la terza e la quarta notte, essendo ormai il fatto di ragione pubblica nell'Istituto, alcuni degli Esercitandi, più coraggiosi, vollero passar la notte nella camera dell'apparizione. Si armarono di bastoni, temendo trattarsi di fenomeno naturale.

Verso l'una, cominciarono i soliti rumori ed il movimento concitato della porta; scattarono tutti per esaminare l'uscio ed ecco lo scoppio come d'una bomba a mano dentro la camera. Si credette che i vetri della finestra interna si fossero frantumati ed i presenti si gettarono bocconi a terra. In realtà i vetri erano intatti.

Il Sacerdote, che riceveva l'apparizione, dopo questo disse: Andate pure a riposare! Tutto è finito. Don Sangiorgio mi ha ora assicurato che non verrà più; le Messe celebrate lo hanno liberato dal Purgatorio. -

Scala Coeli

Nelle vicinanze di Roma, alle Tre Fontane, c'è un Santuario. Sul frontone esterno sta scritto « Scala Coeli ». Da quale fatto ebbe origine tale dicitura?

San Bernardo celebrava la Messa in questa Chiesa ed intendeva liberare qualche anima del Purgatorio. Fatta la Consacrazione, pregò ardentemente per certi defunti. Una meravigliosa visione gli presentò il Purgatorio. Intensificò allora la preghiera e vide un Angelo scendere tra quelle fiamme e portare in Cielo un'anima.

- Signore, scenda il vostro Sangue a purificare queste altre anime, per ammetterle in Paradiso!

Ne uscì una seconda, poi una terza ed una quarta, finchè si formò come una scala di anime, che dal Purgatorio giungeva al Cielo.

Non sappiamo quante ne abbia liberate, ma fu tale l'impressione di San Bernardo e di coloro che in seguito ne udirono la narrazione, che si credette bene denominare quella Chiesa « Scala Coeli ».

Una sola Messa a quanti defunti affrettò il Paradiso!

Esortazione

Si facciano celebrare delle Sante Messe, specialmente nel primo tempo del trapasso di persone care; il periodo del lutto è assai propizio, perchè, l'immagine del defunto è più viva nella mente dei parenti.

Trascorso il lutto, non si dimentichi il grande suffragio. Oltre alle Messe di anniversario, si pensi a farne celebrare una mensilmente e si faccia di tutto per assistere al Santo Sacrificio e comunicarsi; così il suffragio sarà più abbondante.

Chi non avesse i mezzi per la celebrazione delle Messe, ne ascolti più che può.

Le trenta Messe

San Gregorio Magno celebrava di continuo per un Confratello defunto. Mentre era all'Altare per la trentesima Messa, gli apparve l'anima: Ho aspettato con ansia quest'ultimo Sacrificio. Proprio ora esco dal Purgatorio! -

Dietro questa rivelazione è venuta la pratica delle trenta Messe, chiamate « Gregoriane ». Non è detto che dopo una tale celebrazione abbia ad uscire assolutamente l'anima dal Purgatorio, potendo Iddio assegnare, come si è detto sopra, il suffragio anche ad altri defunti; però la Messa Gregoriana ha un grande valore, perchè ha l'intercessione di San Gregorio Magno.

Pia pratica

A chi desidera di suffragare molto i defunti, si consiglia una piccola pratica, utilissima. Dire spesso: Eterno Padre, vi offro tutte le Messe celebrate e quelle che si celebreranno sino alla fine del mondo, in suffragio delle anime del Purgatorio! -

Questa offerta fa prendere parte a tutti i Santi Sacrifici ed arreca molto suffragio. Sarebbe bene ripeterla ogni giorno, mattina e sera.

Per ottenere grazie

I fedeli conoscono per esperienza la potente intercessione delle anime purganti; per questo fanno celebrare Messe di suffragio, allorchè abbisognano di grazie urgenti.

Si raccomanda di rivolgersi in modo particolare all'intercessione delle anime, che in vita sono state più devote della Passione di Gesù e del Cuore Immacolato ed Addolorato di Maria.

Specialmente si preghi per i Sacerdoti defunti ed in generale per tutte le persone consacrate, perchè il Purgatorio di questa categoria di anime suole essere più rigoroso.

La Comunione

Dopo della Messa, il più grande sollievo è apportato nel Purgatorio dalla Santa Comunione.

Oh, se si avesse più fede e si amassero di più i cari morti, quante Comunioni si farebbero e con quanta maggiore devozione!

Quando si ha nel cuore Gesù, Il Re dell'eterna gloria, quante grazie si possono ottenere!

E' tanto facile comunicarsi, eppure si fa così di raro!

Per suffragare i morti, si vada alla Comunione non solo nell'anniversario del lutto, ma anche nel giorno del mese in cui è avvenuta la morte della persona cara.

La pietà dei fedeli dedica ai defunti un giorno della settimana, cioè il lunedì. Vi son di quelli che in detto giorno vanno al Cimitero a deporre fiori sulla tomba o ad accendere ceri; facendo questo, credono di fare molto, mentre in realtà fanno poco o niente. La visita alla tomba, i fiori ed i ceri, quando non sono accompagnati almeno da qualche preghiera, non giovano nulla al defunto, ma sono un sollievo al cuore del vivente. Al morto vale più una sola Comunione di suffragio, anziché molte visite alla tomba e molti fiori.

Purtroppo molti, dico molti, non comprendono ciò.

In pratica, ogni lunedì ci si comunichi od almeno ogni primo lunedì di mese.

Il Sangue del Redentore

Qualunque preghiera è un buon suffragio. Si suggerisce però qualche preghiera particolare, affinchè i fedeli la utlizzino molto.

L'offerta del Divin Sangue è di grandissimo sollievo alle anime penanti. Gesù disse un giorno a Santa Maria Maddalena De' Pazzi: Da che tu offri al Divin Padre il mio Sangue per le anime del Purgatorio, non puoi immaginare quante di esse siano state liberate da quelle pene!

La Santa ripeteva cinquanta volte al giorno quest'offerta, esortando le Consorelle a fare altrettanto.

Non sarebbe fuori posto presentare qui l'offerta del Divin Sangue, affinchè molti la imparino e la recitino con frequenza. Potrebbe recitarsi in forma di Rosario, in cinque poste.

Coroncina di offerta per i defunti del Sangue di Gesù



Grani grossi:

Tu dona, o Dio clemente, Riposo ai nostri morti! La luce tua conforti quei cuori, per pietà. - Pater.

Grani piccoli:

Eterno Padre, io vi offro per il Cuore Immacolato di Maria il Sangue di Gesù Cristo, In suffragio delle anime del Purgatorio.

Ogni decina: l’Eterno riposo

Il Rosario

Santa Teresa d'Avila, mentre si disponeva a recitare il Rosario ad onore della Madonna, vide il Purgatorio sotto forma d'un grande recinto, ove le anime soffrivano tra le fiamme.

Alla prima Ave Maria, scorse un getto d'acqua che dall'alto si riversava sul fuoco. In seguito, ad ogni Ave appariva un nuovo getto d'acqua. Intanto le anime si refrigeravano ed avrebbero voluto che il Rosario si perpetuasse.

La Santa comprese allora la grande utilità della recita del Rosario.

In ogni famiglia si ricordano morti; in ogni famiglia dovrebbe esserci la pratica del Rosario. Ma quanti sono al presente coloro che coltivano questa bella devozione? Perchè le case, che sono state visitate dalla morte, non risuonano tutte della recita del Rosario?

Costa tanto poco dire cinquanta Ave Maria e meditare i misteri della nostra Redenzione! Si potrebbe separare una posta di Rosario dall'altra, recitando la corona in diverse riprese. Si può pregare anche camminando, viaggiando o mentre si sta ad aspettare qualche persona. Quanto tempo si spreca, mentre potrebbe utilizzarsi per i nostri morti!

Il dolore

L'offerta di qualunque opera buona può servire di suffragio.

Il dolore è una moneta preziosa al cospetto di Dio. L'offerta della sofferenza, fisica o morale, è valido aiuto alle anime purganti.

Avviene un lutto. Quanto strazio nel povero cuore umano! Chi può esprimere il dolore dei figli alla morte della madre o del padre, il dolore della sposa alla perdita del marito, la ferita di una madre alla scomparsa di un figlio o di una figlia?... E' vero che col tempo anche questi grandi dolori si vanno affievolendo ed è provvidenziale; ma quanto si soffre nel primo periodo del lutto!

Perchè non utilizzare questo tesoro? Si dica spesso e con fede: Signore, vi offro lo strazio del mio cuore per dare sollievo ai miei morti! - Oh, se tutti facessero così, quanti suffragi giungerebbero ai defunti!

Uniformità al volere di Dio

Un altro punto capitale dovrebbe essere ben compreso.

Nell'esercizio del Sacro Ministero mi son trovato davanti a scene dolorosissime. Avvenuta una morte... il figlio che bestemmia contro Dio per la fine del padre; una donna che stacca i quadri dalla parete e li calpesta; un altro giura di nón andare più in Chiesa e di non voler credere più né a Dio né ai Santi; c'è chi impreca contro la morte ed il destino; qualcuno tenta di suicidarsi...

Ma che cosa si guadagna a fare ciò? Nulla!... Forse il morto riacquisterà la vita? Forse il dolore potrà diminuire?

La volontà di Dio si deve compiere, o liberamente o per forza. Dio ci ha creati per la vita eterna e chiama quando vuole. Nessuno è esente dalla morte! Sono morti i Santi ed è morto anche Gesù Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo.

Allorchè dunque muore una persona cara si faccia di necessità virtù. Si dica umilmente: Signore, sia fatta la tua volontà! -

Quanta gloria a Dio questa uniformità al suo volere! Quanto refrigerio giunge all'anima trapassata con questo atto di rassegnazione!

Chi non sa fare la volontà di Dio, sappia che non vuol bene ai suoi morti, perchè può e non vuole suffragarli.

La carità

Tra i suffragi principali è da mettere l'esercizio della carità.

Per carità s'intende tutto ciò che si fa di bene al prossimo. Aiutare un bisognoso, vestire un poverello, dare una piccola offerta... tutto serve di riposo ai defunti. E' lodevole la pratica di quelle persone pie e benestanti, che per dare suffragio a qualche caro estinto, nei giorni festivi ammettono a tavola un poverello, memori che si fa a Gesù ciò che si fa al prossimo bisognoso.

Ma l'atto di carità più squisito è il perdonare le offese, anzi il beneficare chi ci abbia recato del male. Chi perdona generosamente ed offre a Dio il perdono come suffragio, oltre a guadagnare grande merito per il Paradiso, affretta l'ingresso al Cielo alle anime purganti.

Il seguente episodio è narrato da San Francesco di Sales ed avvenne a Padova, mentre egli frequentava l'università.

In una rissa era stato ucciso un giovane, appartenente a nobile famiglia. La madre del defunto, molto religiosa, era afflittissima sia per la morte del figlio, sia per il timore della sua sorte eterna. Pregava Iddio ed era disposta a qualsiasi sacrificio per soccorrere l'anima.

Il Signore le presentò l'occasione. Mentre ancora il cadavere era in camera, si bussò fortemente alla porta ed entrò trafelato un giovane.

- Per carità, signora, salvatemi!... I gendarmi mi cercano per arrestarmi!... Ieri uccisi un giovanotto; ma ora son pentito!...

La madre capì essere lui l'assassino del figlio. Una potente lotta avvenne nel suo animo; con l'aituo di Dio la superò.

- Ti perdono... per amore di Dio!... Ti dò rifugio nella mia abitazione!... Tu hai ucciso mio figlio!... Ma per dare riposo all'anima sua, voglio beneficarti! -

L'assassino pianse di commozione. Iddio gradì l'atto di carità e permise che la notte seguente il figlio apparisse alla: genitrice: - Non stare, o madre mia, in pensiero per me! Non mi sono dannato. Per il perdono che hai accordato al mio uccisore, il mio Purgatorio sarà molto breve. Presto entrerò in Paradiso! -

Il perdono del moribondo

A proposito di perdono, giova ricordare quanto è narrato nella vita di Santa Margherita Alacoque.

Mentre la Santa era nel convento, sotto le predilezioni del Cuore di Gesù, venne a morire un uomo. La moglie di questi era tormentata dal dubbio se il marito fosse salvo o dannato. Si rivolse alla Santa, conoscendo che essa era a contatto con Gesù, afnchè pregasse.

Gesù si presentò alla sua Prediletta e le disse: Conforta la tale signora! Suo marito è salvo. Per il momento è in Purgatorio. Era in pericolo di dannarsi; ma un atto di carità compiuto sul letto di morte, gli rese favorevole il mio giudizio.

Che cosa era capitato?

Da anni c'era un grande odio tra quest'uomo ed un cognato; non si parlavano più. Quando quest'ultimo seppe che stava per morire il suo nemico, sia per riparare il male fatto, sia per convenienza, si recò a fargli visita; però si fermò in un angolo della stanza, quasi per non lasciarsi vedere. Il moribondo, in un momento di lucidità, scorse il cognato e gli fece cenno con la mano di avvicinarsi:

- Perdoniamoci a vicenda!... Si muore... Tutto passa!... - Questo atto di carità attirò tanta grazia al moribondo da liberarlo dall'inferno.

Spegnere l'odio

Questi esempi dovrebbero essere ben meditati. Poichè il perdonare i nemici è di tanto vantaggio ai vivi e di tatto sollievo ai morti, si approfitti dell'occasione del lutto per rappacificarsi con il prossimo.

L'odio d'ordinario regna o nella parentela o nell'ambito dei cosiddetti «amici». Si superi la ripugnanza naturale a perdonare, si faccia un sacrificio per amore di Dio e per amore dei morti... si vada a visitare chi è a lutto e si dimentichi il passato.

Chi riceve una visita di rappacificazione, non si arrischi a respingerla. E' doloroso il dirlo! E' avvenuto che in occasione di lutto si è presentata qualche persona ed i parenti del morto l'hanno cacciata, dicendo: Voi non dovete mettere mai piede in casa nostra! - Ma chi agisce in tal modo, può dire di amare i propri morti? Se li amasse, perdonerebbe e suffragherebbe la loro anima!

Cosa dire dell'odio che sorge tra fratelli e sorelle dopo la morte dei genitori, a motivo dell'eredità?... Si rompono le relazioni sacre, che sono quelle del sangue, si ricorre ai tribunali, anche quando non si sparga sangue; fratelli e sorelle che non si salutano per anni ed anni e non si visitano neppure sul letto di morte.

Costoro perchè non perdonano? Forse recitano preghiere di suffragio per i genitori; e non sanno però che non giova ai defunti il suffragio che parte da un cuore vittima dell'odio.

Potessero queste pagine concorrere a spegnere l'odio in tante famiglie!

Distruggere

Un altro suffragio è il distruggere i residui di peccato, imputabili ai morti.

Si chiarisce l'argomento con qualche esempio, preso dal volume «Meraviglie del Purgatorio ».

Un celebre pittore era stato pressato da un ricco signore a fare dei quadri poco decenti. In seguito se ne pentì e, per riparare il male fatto, si dedicò alla pittura sacra.

Passò gli ultimi anni di vita in un convento di Carmelitani Scalzi, ove lasciò un artistico quadro sacro. Morì con i conforti religiosi.

Dopo alcuni giorni dalla morte, mentre un Frate era in coro dopo il Mattutino, il pittore apparve in Chiesa; era piangente e stava avvolto tra le fiamme. Il Frate lo riconobbe e chiese come mai dopo una vita così esemplare ed una morte così edificante, potesse trovarsi in tale stato.

Il defunto rispose: Quando mi trovai al divin tribunale mi vidi circondato da molte persone, le quali deponevano contro di me, perchè si trovavano in Purgatorio per aver mirati i quadri indecenti da me pittati; ma quello che più mi atterrì fu il vederne uscire altre dall'inferno, gridando, perchè si erano dannate per colpa mia. Fui salvo dalla morte eterna per le opere buone compiute e per la buona morte, ma fui condannato a soffrire tra le fiamme del Purgatorio. finché non siano distrutti quei brutti quadri da me lavorati, i quali ancora continuano a dare scandalo. Vi prego, dunque, per pietà, di recarvi dal proprietario, supplicandolo di bruciare subito quelle pitture. Che se si rifiutasse, guai a lui!... In prova di quanta vi. dico ed in punizione del cattivo lavoro che volle fatto, fra poco perderà i due suoi figli e, qualora mancasse di ubbidire agli ordini divini, egli stesso morrà. -

Il padrone, informato di tutto, subito distrusse i quadri ed in meno di un mese vide morire i suoi due figli. Fortemente colpito da questo fatto, si diede ad una vita di penitenza.

Quanti muoiono lasciando residui di peccato! Un cattivo residuo sarebbe, ad esempio, il libro cattivo... la statuetta nuda, ecc.

Oggi quasi tutti leggono; però i libri cattivi sono in maggiore circolazione. Anche certe famiglie, che si dicono religiose, non si fanno scrupolo di tenere romanzi e riviste poco decenti.

Visitai una famiglia colpita dal lutto. Mi accorsi che nella camera c'era un armadio di libri. Com'è mio solito, diedi uno sguardo rapido sui frontespizi e constatai che parecchi erano cattivi.

- Scusate, signora, se oso dirvi questo!... Io preferisco una famiglia ove non ci sia alcun libro, anziché una ove ci sia una biblioteca. Tra i molti libri, è facile trovarne dei cattivi. Parecchi di questi romanzi sono immorali ed è doveroso bruciarli.

- Bruciarli?... Mai più!... Sarebbe uno schiaffo al mio caro marito defunto!... Tutto ciò che è appartenuto a lui, per me è sacro!

- Compatisco il vostro dire. Sappiate che è male non solo leggere tali libri, ma anche soltanto tenerli. Se voi amaste vostro marito, li brucereste subito!

- Come sarebbe a dire?

- Vostro marito fece male a comprare certi romanzi, fece più male a leggerli, forse li avrà prestati ed avrà dato occasione ad altri di peccare. Questi libri? cattivi in casa, se non saranno letti da voi, in seguito potrebbero essere letti da altri... Ma voi non sapete che i giudizi di Dio sono terribili? Forse in questo momento il vostro sposo brucia tra le fiamme del Purgatorio per scontare il peccato della cattiva lettura e forse aspetta che voi li distruggiate per essere sollevato dalle sue pene!... -

Avevo un bel ragionare, ma la signora non voleva capire. Mi sentii in dovere di ripetere la mia visita e poco per volta riuscii a far bruciare certi libracci.

Il fatto che ora ho narrato, non è l'unico del genere. Ci riflettano bene i fedeli, che desiderano alleviare i tormenti dei loro defunti!

I sacrifici

Un sacrificio, anche piccolo, compiuto con l'intenzione di aiutare le anime del Purgatorio, ottiene il suo effetto.

Una Suora era afflitta per la morte di un'amica. Un giorno, sentendo sete, mentre stava già per bere, ebbe l'ispirazioné di privarsene per dare suffragio alla defunta. Lo stesso giorno le apparve l'amica e la ringraziò: Quell'acqua di cui ti sei privata per me, è caduta come pioggia refrigerante sopra le mie fiamme. Sono venuta a ringraziarti del pietoso atto. -

Quanti piccoli sacrifici si potrebbero compiere a beneficio dei morti! Basta volerlo!... Privarsi di un frutto... Rinunziare ad un rinfresco... Frenare uno sguardo di curiosità... Leggere con un po' di ritardo una lettera desiderata.,. Mortificare la simpatia... Non evitare la compagnia di persona antipatica... Ubbidire prontamente in qualche cosa spiacevole... Frenare la collera... Mortificare la lingua nell'impazienza, tacendo... Perdonare un'offesa... Fare un favore a chi non lo meriterebbe... Ricevere in silenzio un rimprovero... Portare abiti modesti... ecc.

Ci sono delle persone che si offrono anche come vittima per le anime purganti. Il Signore gradisce molto questo atto di generosità.

Santa Lutgarda volle applicare tutte le sue opere buone in suffragio del suo Confessore defunto. Gesù le apparve e le disse: Continua pure, figlia mia, ad offrirmi atti di suffragio, che io terrò conto di queste tue intenzioni. Il tuo Confessore presto uscirà dal Purgatorio. - Invogliata da queste parole, la Santa si offrì vittima di espiazione in luogo del defunto. Trascorso qualche tempo le apparve il Confessore: Sono in Paradiso! Senza le tue mortificazioni avrei dovuto penare in Purgatorio ancora per undici anni. -

A Santa Caterina da Siena era morto il genitore; mentre il cadavere si deponeva nella cassa, la Santa disse: O Gesù, se mio padre dovesse soffrire in Purgatorio, preferirei scontare io per lui anche per tutta la vita! -

All'improvviso, dice la Santa, mi sopraggiunse un dolcissimo dolore al fianco, che mi accompagna da anni notte e giorno.

Gesù aveva accettato l'offerta.

Le indulgenze

Un potente aiuto ai morti si può apportare con l'applicazione delle sante indulgenze.

L'indulgenza è una remissione di pena temporanea meritata peccando, che la Chiesa concede sotto certe condizioni a chi è in grazia di Dio.

L'indulgenza si dice parziale, quando rimette solo una parte della pena; si dice plenaria, quando rimette tutta la pena.

Alcune indulgenze si possono applicare o a noi o ai defunti; altre invece soltanto ai defunti.

Per acquistare il tesoro delle indulgenze, ci sono delle condizioni:

1. - L'anima deve essere in grazia di Dio.

2. - Si devono compiere tutte le opere prescritte, nel tempo e nel luogo deterìninato.

3. - E' necessaria l'intenzione di guadagnare le indulgenze. Basta che si metta anche una sola volta in vita l'intenzione di acquistare tutte le indulgenze possibili.

4. - E' richiesta la Comunione quasi quotidiana, per acquistarle abitualmente.

5. - La Confessione deve farsi almeno due volte al mese, tranne si sia impediti.

6. -Si deve pregare secondo l'intenzione del Sommo Pontefice.

Per guadagnare l'indulgenza plenaria è necessario il distacco anche dai peccati veniali, cioè essere pentiti con tutto il cuore dei peccati commessi ed avere la volontà di fuggire anche il peccato leggero.

L'Atto Eroico

Si viene ora a spiegare l'essenza dell'Atto Eroico di carità e la sua importanza, non potendosi apprezzare ciò che non si conosce.

Quando si compie un'opera buona, anche minima, si acquista un grado di gloria eterna, che potrà perdersi solo con il peccato mortale; tale merito non può cedersi ad altri. La stessa opera buona compiuta mette l'anima in condizione di ricevere grazie da Dio. Oltre a ciò, questa opera buona fa scontare parte della pena temporanea dovuta ai peccati. Quest'ultimo merito, chiamato « soddisfattorio », si può cedere o in parte o totalmente.

Chi cede il merito soddisfattorio di ogni opera buona fatta in vita e cede inoltre i suffragi che potrà ricevere dopo la morte, compie un'opera eccellentissima, detta comunemente Atto Eroico di carità.

Chi fa quest'Atto dovrebbe poi scontare in Purgatorio tutta la pena dovuta alle proprie colpe. In questo però c'è da guadagnare.

Ad una persona ignorante sembra inutile, anzi dannoso, consegnare il proprio denaro alla banca; eppure questo è un bel mezzo non soltanto per conservare il capitale, ma anche per accrescerlo. Lo stesso avviene nell'ordine spirituale. I propri meriti si mettono nelle mani di Dio e della Madonna a vantaggio delle anime purganti e vanno aumentando i meriti di gloria eterna, perchè avvalorati dalla carità.

Comunemente si crede che coloro i quali fanno l'Atto Eroico, abbiano a stare in Purgatorio poco tempo, nella speranza che il Signore usi verso di costoro la misericordia che essi hanno avuto verso le anime purganti. Ci si basa sulle parole di Gesù: Con la misura, con la quale avrete misurato agli altri, sarà misurato anche a voi!... Date uno e riceverete cento! -

Come si vede, ci si guadagna a fare l'Atto Eroico.

Non è necessaria una formula speciale per emettere questo Atto; può farsi anche mentalmente. Tuttavia potrebbe servire la seguente formula:

«Mio Dio, metto nelle vostre mani e in quelle della Madonna tutte le mie opere soddisfattorie, che farò in vita, e quelle che gli altri faranno per me dopo la mia morte, affinchè servano di suffragio alle anime del Purgatorio. Io mi rimetto alla vostra misericordia ».

L'Atto Eroico si può annullare, o ritirare, senza essere rei di peccato.

E' bene notare che, anche dopo questa offerta, si può pregare per qualunque bisogno proprio.

Che il Signore ispiri a molti di compiere l'Atto Eroico di carità!

Essere in grazia di Dio

Le opere buone sono meritorie quando chi le compie ha l'amicizia di Dio, cioè si trova senza peccato mortale.

Immaginiamo il giorno dei Morti, cioè il 2 novembre. Anche gl'indifferenti e gli irreligiosi, al pensiero dei cari defunti, vanno in Chiesa. Si ascoltano forse parecchie Messe, si recitano Rosari, si danno offerte ai poveri... tutto per suffragare i propri morti.

Direi a costoro: Avete voi fatto quest'anno il Precetto di Pasqua?... No?... Ai vostri morti non avete dato nessun sollievo! I vostri suffragi sono nulli, perchè siete in peccato mortale

Direi ad altri: Avete nel cuore dell'odio mortale verso qualcuno?... Vivete nell'immoralità?... Commettete senza rimorso e pentimento mancanze contro la purezza?... Tralasciate la Messa la domenica senza una necessità proprio grave o lavorate di festa senza un grave bisogno?... Avete confessati questi peccati e li avete detestati?... No?... Ai vostri morti non giunge alcun suffragio per tutte le opere buone che fate per loro! -

Lo stesso si dica di quelli che pregano ogni giorno per i propri defunti e non si trovano in grazia di Dio.

In conclusione: Perchè si possano suffragare le anime del Purgatorio, è necessario essere in grazia di Dio. Chi non lo fosse, ricorra subito al Sacramento della Confessione.

Si fa notare che le opere buone fatte dal peccatore, possono giovare al peccatore stesso, per ottenere da Dio la grazia della sua conversione.

Fonte: www.preghiereagesuemaria.it