Capitolo IX:La comunione dei Santi ed il conforto che le anime purganti hanno dagli Angeli, dai Santi e in particolare da Maria SS.ma
01/03/2017
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Chi morrà, vedrà... Il Purgatorio e il Paradiso (don Dolindo Ruotolo)
Angelo Custode
Madonna
San Filippo Neri
San Michele Arcangelo
San Pier Damiani
Uno dei dogmi più consolanti che noi confessiamo nel recitare il Credo, è la Comunione dei Santi.
La Chiesa Cattolica non rimane limitata alla terra, ma ha confini sterminati ed immensi, perché abbraccia in Cielo i Beati, nel Purgatorio le anime penanti, e sulla terra quelli che vi passano peregrinando nelle prove della vita. E’ una sola e grande famiglia, nella quale tutto è posto in perfetta comunanza: le gioie e le pene, i trionfi dei Santi, le sofferenze del Purgatorio e le prove dei mortali. E mentre noi in mezzo alle amarezze della vita ci rallegriamo della gloria dei Beati, e compatiamo le anime purganti, da parte loro i Santi che ci hanno preceduti nel soggiorno della felicità, si commuovono al pensiero dei pericoli nei quali viviamo, e quando dall'alto dei Cieli abbassano i loro sguardi sulle desolate regioni del Purgatorio, mirano laggiù con immenso amore le anime che vi penano, e le confortano, come un uomo sano compatisce e consola chi è costretto a subire una dolorosa operazione per risanare, e godere poi la gioia della salute.
Le anime purganti per la Comunione dei Santi non si sentono come isolate, e intendono anche di più, con immenso amore a Dio, che le loro pene non sono una vendetta della giustizia, ma un'esigenza dell’amore. Dio non castiga mai nel senso nel quale noi concepiamo il castigo, dal quale non sappiamo separare l'idea di ira, di sdegno e di vendetta.
Non c'è frase più brutta e meno rispondente alla verità come il dire: Ira di Dio, e per indicare un flagello o una confusione eccezionale, il dire: E’ un'ira di Dio. No, Dio è carità, è tutto amore, opera sempre per amore. Se non consideriamo questo amore, l'anima si smarrisce, e non ama Dio, considerandolo come una Potenza che schiaccia, una Sapienza che non compatisce, ma calcola fino i quadranti delle nostre debolezze, un Amore che non si espande su di noi, ma rimane nel mistero dell'unione del Verbo al Padre e del Padre al Verbo. Eppure l'amore di Dio si rivolge a tutte le creature considerando persino i capelli del loro capo, e avendo cura del passero che vola nello spazio.
Esse infatti sono destinate a riempire il vuoto spaventevole prodotto nei cori angelici dalla caduta di Lucifero e degli angeli ribelli, e quindi gli Angeli le riguardano come loro sorelle. Ognuna poi di quelle anime fu affidata ad un Angelo Custode, che non può abbandonarla, e vuole compire la sua missione accompagnandola al Paradiso.
La Chiesa nella festa di S. Michele Arcangelo ha espressioni che confermano l'assistenza degli Angeli alle anime purganti: Arcangelo Michele, io ti ho costituito principe su tutte le anime che debbono essere ricevute in Cielo (Ant. 3 delle Lodi). E nel 5° Responsorio del Mattutino, la Chiesa esclama: A questo Arcangelo Dio affidò le anime dei Santi, per condurle nel Paradiso dell'esultanza.
S. Michele Principe del Purgatorio, e quindi Principe degli Angeli che hanno cura delle anime che vi penano, non può non intercedere per loro, com'è detto nel 4° Responsorio del Mattutino: L'orazione di questo Arcangelo, conduce le anime al Regno dei Cieli.
L'assistenza degli Angeli alle anime purganti, è confermata da molte rivelazioni. Ricordiamo quella avvenuta in Napoli nel monastero di S. Caterina, riportata dal Padre Rossignoli.
In quel monastero c'era l'uso, di recitare ogni sera, prima di coricarsi, il Vespro dei morti, affinché prima di dare riposo al corpo, si recasse un sollievo alle anime penanti nel Purgatorio. Accadde una volta che in seguito ad un lungo lavoro sostenuto nella giornata, le suore, stanche, omettessero questa pia pratica. Allora si vide uno stuolo di Angeli discendere dal Cielo nel coro del monastero, e recitare essi quel Vespro, omesso dalle suore.
I fondatori di Ordini Religiosi, conservano sempre l'affetto di padri tenerissimi per quelli che furono i loro figli. S. Filippo Neri fu visto dopo morte, circondato da uno stuolo di Religiosi della sua Congregazione, che erano stati tutti liberati da lui. S. Francesco d'Assisi promise ai suoi frati di scendere in Purgatorio dopo la loro morte per liberarli, purché fossero stati fedeli osservanti della Regola, e specialmente della santa povertà. Nostro Signore stesso lo aveva privilegiato di questo dono, e molti fatti che si leggono nelle Cronache dei Minori lo confermano luminosamente. Risulta pure da molte rivelazioni che i Santi nel loro ingresso in Paradiso possono portare con loro molte anime purganti, alle quali Dio applica i meriti e i sacrifici da loro fatti in vita.
Leggiamo nelle rivelazioni di Santi, che il Sabato, giorno dedicato alla Vergine, è giorno di festa speciale nel Purgatorio, perché in esso la Madre della misericordia scende in quel carcere penoso per visitare e consolare i suoi figli e le sue figlie.
In virtù del privilegio della bolla sabatina, quelli che hanno portato lo scapolare della Vergine del Carmelo, ed hanno adempiute certe condizioni, vengono liberati dal Purgatorio nel primo Sabato dopo la loro morte. Nelle feste di Maria, e specialmente in quella dell'Assunzione, la Vergine SS. scende in Purgatorio e libera una moltitudine di anime purganti.
Questo è attestato da S. Pier Damiani, e lo prova col racconto autentico della seguente visione:
Essendo pio uso del popolo romano, ai suoi tempi, di visitare le Chiese con ceri in mano nella notte della Vigilia dell'Assunzione, accadde un anno che una nobile dama, mentre stava inginocchiata nella Basilica di Santa Maria in Aracoeli sul Campidoglio, con grande sorpresa si vide comparire davanti una donna ch'ella ben conosceva, morta in quello stesso anno. Volle attenderla alla porta della Chiesa, e allorché la vide uscire, presala per mano, e trattala in disparte, le domandò: « Non siete voi la mia Madrina Marozia che mi tenne al fonte battesimale? ».
« Sì - rispose la defunta - Sono proprio io ».
« Com’è che vi trovate fra i vivi, se moriste già da diversi mesi? E che mai vi e accaduto nell'altra vita? ».
« Fino ad oggi - rispose l'anima - sono rimasta immersa in un fuoco ardentissimo in pena di tanti peccati di vanità da me commessi in gioventù, ma, in occasione di questa grande solennità, la Regina del Cielo, essendo discesa in mezzo alle fiamme del Purgatorio, mi ha liberata insieme a molte anime, per farci entrare in Cielo nel giorno stesso della sua Assunzione. Ogni anno la divina Signora rinnova questo miracolo di misericordia, ed il numero delle anime che Essa libera in tal modo, è circa quanto quello della popolazione di Roma (allora Roma contava circa 200 mila abitanti). In riconoscenza di questa grazia, noi ci rechiamo in questa notte nei Santuari a Lei consacrati: che se i vostri occhi veggono me sola, sappiate invece che siamo in grande moltitudine ». E vedendo che la dama rimaneva attonita e dubbiosa, soggiunse: « In prova della verità di quanto vi ho detto, vi annunzio che voi stessa morrete di qui ad un anno, in questa stessa festa ».
S. Pier Damiani riferisce che la pia dama, dopo un anno passato nell'esercizio di molte virtù, per prepararsi degnamente alla morte, ammalatasi nell'antivigilia dell'Assunta, passò da questa vita nel giorno stesso della festa, come le era stato predetto dalla sua madrina.
Molti altri scrittori, come Gersone, Teofilo Reynand, Rossignoli, S. Alfondo de Liguori, Faber ecc., confermano questa credenza, basata sopra un gran numero di rivelazioni particolari. Dobbiamo notare che oggi nell'atmosfera d'incredulità nella quale viviamo, quando si parla di rivelazioni, ci si atteggia a noncuranza o addirittura a disprezzo, quasi fossero fantasie. E’ un atteggiamento stolto quando si tratta di rivelazioni provate, perché le testimonianze certamente soprannaturali, valgono molto più di qualunque opinione di scrittori autorevoli. La rivelazione vera e provata, è un fatto positivo, l'opinione invece è la semplice concezione di una mente più o meno illuminata, che potrebbe anche essere errata.
La Chiesa trionfante, capitanata dalla sua Regina, la dolcissima Mamma Maria, guarda dunque amorevolmente la Chiesa purgante, la soccorre, la consola, e l'aiuta ad entrare più presto in possesso dell'eterna gloria. Dolce e consolante fraternità delle anime, prerogativa divina della Chiesa Cattolica, la quale, facendo considerare tutti come membra di una stessa famiglia, sia che si trovino come viatori in terra, o sofferenti in Purgatorio, o coronati nel Cielo, li rende figli di uno stesso Padre, bramosi di trovarsi un giorno nell'eterna felicita del Paradiso.
La Chiesa Cattolica non rimane limitata alla terra, ma ha confini sterminati ed immensi, perché abbraccia in Cielo i Beati, nel Purgatorio le anime penanti, e sulla terra quelli che vi passano peregrinando nelle prove della vita. E’ una sola e grande famiglia, nella quale tutto è posto in perfetta comunanza: le gioie e le pene, i trionfi dei Santi, le sofferenze del Purgatorio e le prove dei mortali. E mentre noi in mezzo alle amarezze della vita ci rallegriamo della gloria dei Beati, e compatiamo le anime purganti, da parte loro i Santi che ci hanno preceduti nel soggiorno della felicità, si commuovono al pensiero dei pericoli nei quali viviamo, e quando dall'alto dei Cieli abbassano i loro sguardi sulle desolate regioni del Purgatorio, mirano laggiù con immenso amore le anime che vi penano, e le confortano, come un uomo sano compatisce e consola chi è costretto a subire una dolorosa operazione per risanare, e godere poi la gioia della salute.
Le anime purganti per la Comunione dei Santi non si sentono come isolate, e intendono anche di più, con immenso amore a Dio, che le loro pene non sono una vendetta della giustizia, ma un'esigenza dell’amore. Dio non castiga mai nel senso nel quale noi concepiamo il castigo, dal quale non sappiamo separare l'idea di ira, di sdegno e di vendetta.
Non c'è frase più brutta e meno rispondente alla verità come il dire: Ira di Dio, e per indicare un flagello o una confusione eccezionale, il dire: E’ un'ira di Dio. No, Dio è carità, è tutto amore, opera sempre per amore. Se non consideriamo questo amore, l'anima si smarrisce, e non ama Dio, considerandolo come una Potenza che schiaccia, una Sapienza che non compatisce, ma calcola fino i quadranti delle nostre debolezze, un Amore che non si espande su di noi, ma rimane nel mistero dell'unione del Verbo al Padre e del Padre al Verbo. Eppure l'amore di Dio si rivolge a tutte le creature considerando persino i capelli del loro capo, e avendo cura del passero che vola nello spazio.
Gli Angeli e il Purgatorio
Per la Comunione dei Santi, gli Angeli hanno relazione di amore con le anime purganti.Esse infatti sono destinate a riempire il vuoto spaventevole prodotto nei cori angelici dalla caduta di Lucifero e degli angeli ribelli, e quindi gli Angeli le riguardano come loro sorelle. Ognuna poi di quelle anime fu affidata ad un Angelo Custode, che non può abbandonarla, e vuole compire la sua missione accompagnandola al Paradiso.
La Chiesa nella festa di S. Michele Arcangelo ha espressioni che confermano l'assistenza degli Angeli alle anime purganti: Arcangelo Michele, io ti ho costituito principe su tutte le anime che debbono essere ricevute in Cielo (Ant. 3 delle Lodi). E nel 5° Responsorio del Mattutino, la Chiesa esclama: A questo Arcangelo Dio affidò le anime dei Santi, per condurle nel Paradiso dell'esultanza.
S. Michele Principe del Purgatorio, e quindi Principe degli Angeli che hanno cura delle anime che vi penano, non può non intercedere per loro, com'è detto nel 4° Responsorio del Mattutino: L'orazione di questo Arcangelo, conduce le anime al Regno dei Cieli.
L'assistenza degli Angeli alle anime purganti, è confermata da molte rivelazioni. Ricordiamo quella avvenuta in Napoli nel monastero di S. Caterina, riportata dal Padre Rossignoli.
In quel monastero c'era l'uso, di recitare ogni sera, prima di coricarsi, il Vespro dei morti, affinché prima di dare riposo al corpo, si recasse un sollievo alle anime penanti nel Purgatorio. Accadde una volta che in seguito ad un lungo lavoro sostenuto nella giornata, le suore, stanche, omettessero questa pia pratica. Allora si vide uno stuolo di Angeli discendere dal Cielo nel coro del monastero, e recitare essi quel Vespro, omesso dalle suore.
L'intercessione dei Santi
Da molte rivelazioni risulta pure come i Santi intercedono per le anime purganti, in virtù della Comunione dei Santi, per cui è forte il loro legame di amore con quelle anime.I fondatori di Ordini Religiosi, conservano sempre l'affetto di padri tenerissimi per quelli che furono i loro figli. S. Filippo Neri fu visto dopo morte, circondato da uno stuolo di Religiosi della sua Congregazione, che erano stati tutti liberati da lui. S. Francesco d'Assisi promise ai suoi frati di scendere in Purgatorio dopo la loro morte per liberarli, purché fossero stati fedeli osservanti della Regola, e specialmente della santa povertà. Nostro Signore stesso lo aveva privilegiato di questo dono, e molti fatti che si leggono nelle Cronache dei Minori lo confermano luminosamente. Risulta pure da molte rivelazioni che i Santi nel loro ingresso in Paradiso possono portare con loro molte anime purganti, alle quali Dio applica i meriti e i sacrifici da loro fatti in vita.
La bolla sabatina
Se i Santi possono consolare le anime purganti, immaginiamo come lo possa Maria SS. che è sempre loro mamma amorosissima.Leggiamo nelle rivelazioni di Santi, che il Sabato, giorno dedicato alla Vergine, è giorno di festa speciale nel Purgatorio, perché in esso la Madre della misericordia scende in quel carcere penoso per visitare e consolare i suoi figli e le sue figlie.
In virtù del privilegio della bolla sabatina, quelli che hanno portato lo scapolare della Vergine del Carmelo, ed hanno adempiute certe condizioni, vengono liberati dal Purgatorio nel primo Sabato dopo la loro morte. Nelle feste di Maria, e specialmente in quella dell'Assunzione, la Vergine SS. scende in Purgatorio e libera una moltitudine di anime purganti.
Questo è attestato da S. Pier Damiani, e lo prova col racconto autentico della seguente visione:
Essendo pio uso del popolo romano, ai suoi tempi, di visitare le Chiese con ceri in mano nella notte della Vigilia dell'Assunzione, accadde un anno che una nobile dama, mentre stava inginocchiata nella Basilica di Santa Maria in Aracoeli sul Campidoglio, con grande sorpresa si vide comparire davanti una donna ch'ella ben conosceva, morta in quello stesso anno. Volle attenderla alla porta della Chiesa, e allorché la vide uscire, presala per mano, e trattala in disparte, le domandò: « Non siete voi la mia Madrina Marozia che mi tenne al fonte battesimale? ».
« Sì - rispose la defunta - Sono proprio io ».
« Com’è che vi trovate fra i vivi, se moriste già da diversi mesi? E che mai vi e accaduto nell'altra vita? ».
« Fino ad oggi - rispose l'anima - sono rimasta immersa in un fuoco ardentissimo in pena di tanti peccati di vanità da me commessi in gioventù, ma, in occasione di questa grande solennità, la Regina del Cielo, essendo discesa in mezzo alle fiamme del Purgatorio, mi ha liberata insieme a molte anime, per farci entrare in Cielo nel giorno stesso della sua Assunzione. Ogni anno la divina Signora rinnova questo miracolo di misericordia, ed il numero delle anime che Essa libera in tal modo, è circa quanto quello della popolazione di Roma (allora Roma contava circa 200 mila abitanti). In riconoscenza di questa grazia, noi ci rechiamo in questa notte nei Santuari a Lei consacrati: che se i vostri occhi veggono me sola, sappiate invece che siamo in grande moltitudine ». E vedendo che la dama rimaneva attonita e dubbiosa, soggiunse: « In prova della verità di quanto vi ho detto, vi annunzio che voi stessa morrete di qui ad un anno, in questa stessa festa ».
S. Pier Damiani riferisce che la pia dama, dopo un anno passato nell'esercizio di molte virtù, per prepararsi degnamente alla morte, ammalatasi nell'antivigilia dell'Assunta, passò da questa vita nel giorno stesso della festa, come le era stato predetto dalla sua madrina.
Molti altri scrittori, come Gersone, Teofilo Reynand, Rossignoli, S. Alfondo de Liguori, Faber ecc., confermano questa credenza, basata sopra un gran numero di rivelazioni particolari. Dobbiamo notare che oggi nell'atmosfera d'incredulità nella quale viviamo, quando si parla di rivelazioni, ci si atteggia a noncuranza o addirittura a disprezzo, quasi fossero fantasie. E’ un atteggiamento stolto quando si tratta di rivelazioni provate, perché le testimonianze certamente soprannaturali, valgono molto più di qualunque opinione di scrittori autorevoli. La rivelazione vera e provata, è un fatto positivo, l'opinione invece è la semplice concezione di una mente più o meno illuminata, che potrebbe anche essere errata.
La Chiesa trionfante, capitanata dalla sua Regina, la dolcissima Mamma Maria, guarda dunque amorevolmente la Chiesa purgante, la soccorre, la consola, e l'aiuta ad entrare più presto in possesso dell'eterna gloria. Dolce e consolante fraternità delle anime, prerogativa divina della Chiesa Cattolica, la quale, facendo considerare tutti come membra di una stessa famiglia, sia che si trovino come viatori in terra, o sofferenti in Purgatorio, o coronati nel Cielo, li rende figli di uno stesso Padre, bramosi di trovarsi un giorno nell'eterna felicita del Paradiso.