Prefazione
Nel presentare i tanti libri scritti dal sac. Don Dolindo Ruotolo non è difficile cadere in qualche ripetizione nelle linee generiche della sua opera. Però, anche se ciò accadesse, la ripetizione di cose belle e buone è certamente sempre gradita. Nel nostro caso specifico sarebbe un invito a conoscere meglio gli argomenti e a scoprire le recondite sorgenti spirituali, che, giunte in superficie negli scritti, si diramano in tante direzioni teleguidate da un unico impulso orientativo: l’amore ardente verso il Signore. Don Dolindo non lo può contenere in se stesso, ma sente di doverlo comunicare per riversarlo tra gli uomini con la parola e gli scritti.
Pur conoscendo la serie straordinaria degli scritti già stampati e di quelli già revisionati - che sono in paziente attesa di pubblicazione - rimango sorpreso ogni volta dei tanti libri... Come ha fatto Don Dolindo a trovare il tempo necessario per una mole così ingente di lavoro?
Egli che accoglieva ogni giorno decine di persone che accorrevano a chiedere il suo consiglio e per avere il conforto della sua illuminata parola, egli che dedicava un largo spazio alla preghiera, alla lettura dei Santi Padri, e negli ultimi dieci anni aveva anche le difficoltà fisiche per artrosi e paralisi che talvolta gli rendevano difficile anche lo stesso atto materiale di scrivere... sapeva poi moltiplicare meravigliosamente il tempo per dare, dare senza sosta come « acqua che d'alta vena preme ».
Gli amici, i devoti, gli ammiratori del pio sacerdote e inesauribile scrittore di Napoli avranno notato la portata e la larga diffusione del grandioso commento di tutta intera la S. Scrittura che forma da solo una biblioteca. Rimangono ancora da stampare soltanto pochissimi volumi del Vecchio Testamento - il Nuovo è completo - (La pubblicazione esce ordinariamente un po' troppo a rilento, anche... per motivi economici, come fanno capire le Sorelle dell'Apostolato Stampa...).
Però, collateralmente al monumentale commento sulla S. Bibbia, sono stati pubblicati, e in passato e di recente, molti altri libri, sempre ricchi di spiritualità e attualissimi come contenuto, anche se scritti molti anni orsono. Da poco tempo sono uscite infatti le bellissime « Lettere ai Sacerdoti » (I volume), il libro: « Tre signorine in mezzo alla strada », con la voce delle protagoniste - questa volta non personalmente di Don Dolindo - rende finalmente pubblici episodi di un singolarissimo apostolato promosso da Don Dolindo. Un libro meraviglioso che consiglierei di leggere a tutti perché si legge come un romanzo. Gli episodi sono talmente vivi e singolari da sembrare inverosimili! Sono invece reali e dettagliatamente descritti da imprimere nella memoria meglio di una sequenza di un filmato. Nel campo mariano, dopo i notissimi libri sulla Madonna - tra i quali eccelle il compendio selezionato dei tre volumi scritti da Don Dolindo nell'ultimo periodo della sua vita, « Maria chi mai sei tu? » , è uscito nell'aprile di questo anno un delizioso opuscolo per il mese di maggio. Ora, a continuare la serie di questi volumi extra della collana del commento della S. Bibbia, esce finalmente, dopo una lunga attesa, un libro scritto nel 1959 sul Purgatorio e il Paradiso.
Con la idiosincrasia di cui oggi soffrono molti, il parlare di Purgatorio, di Inferno, di morte... e anche di Paradiso viene considerato un argomento vecchio, e il libro che ne tratta può sembrare un libro fuori posto. Anche se per lo meno la morte... non è purtroppo qualche cosa fuori posto, perché è il fatto del giorno! E forse anche ai cosiddetti grandi potrebbe venire di domandarsi: E poi?... Finirò come un cane? Come un gatto? Come una lucertola... Oppure... ci sta qualche cosa al di là?... La pagina della notte dell'Innominato ricorda una realtà psicologica insopprimibile anche per ogni altro uomo ragionevole!
Quindi anche il Purgatorio rientra nel drammatico interrogativo come una risposta, che, per i cattolici, è una certezza!
E’ vero che i faciloni, e quelli che credono di sapere tutto, confondono spesso alcune presentazioni fantastiche del Purgatorio (come dell'Inferno, ecc.), con la vera dottrina sugli stati di vita futura quale si desume dalla S. Bibbia e dall'autentico Magistero della Chiesa Cattolica.
Ma, trattandosi di una cosa che potrebbe riguardarci in prima persona, è meglio pensarci e studiarla perché... neppure qui, vale la politica dello struzzo!
* * *
Il libro di Don Dolindo sul Purgatorio si qualifica subito tra gli studi moderni anche più avanzati. Leggendo e considerando questo trattato, come quello in fine sul Paradiso, si ha subito l'impressione di un lavoro che presenta aspetti veramente originali. Vi si trova certamente la affermazione della esistenza del Purgatorio, che è assurdo negare da chi crede in Dio, sia per le affermazioni bibliche specifiche e di programma divino, sia per le proposizioni dottrinali del Magistero ecclesiastico e - possiamo aggiungere - anche per la logica della ragione umana confortata dalla fede.
Le solide e profonde meditazioni offerte da Don Dolindo nei quattro capitoli di questo libro, si muovono attorno ad un geniale enunciato che fa da tema di fondo nella sinfonia delle interessanti pagine che vedono finalmente la luce. « Contesa di amore tra Dio e l'anima »: il Purgatorio; e « Vittoria della contesa di amore: Il Paradiso ».
* * *
Il libro tratta della dottrina e dei suoi principi generali, che affermano la necessaria esistenza del Purgatorio.
Tocca anche alcuni temi tradizionali come quello celebre del... fuoco di purificazione. Ma è tutto un modo nuovo di presentare una realtà, modo che si distacca molto da quella che talvolta era una predicazione e una letteratura impressionistica del Purgatorio, tipo popolare.
Don Dolindo, per illustrare con analogia alcuni argomenti abbonda in questo libro di riferimenti alla fisica (forse un po' troppo o troppo dettagliati), e dai fenomeni fisici deduce molte riflessioni che non sono una prova assoluta delle sue affermazioni, sono però di un buon orientamento ragionevole per comprenderle meglio.
Nel corso delle pagine rientrano valide considerazioni sul peccato e in particolare sul peccato detto « veniale », perché non viene valutato a sufficienza per i danni che apporta alla vita spirituale e per la soddisfazione espiatoria che dovrà avere in Purgatorio.
Anche se di passaggio, è molto incisivo quanto Don Dolindo scrive sui dannati... In alcuni passi la mente del lettore, per associazione di immagini, ripensa spontaneamente alla scultorea descrizione di Dante (Inferno canto VI) su Farinata degli Uberti.
A pag. 20 vi è il grido, la invocazione appassionata e commovente di Dio agli uomini, suoi figli, perché si devono salvare e non devono finire all'Inferno.
* * *
Nella solita ricchezza di considerazioni e riferimenti di cui Don Dolindo è una miniera inesauribile, vengono riportati alcuni fatti riguardanti apparizioni di anime del Purgatorio, o rivelazioni private avute dai Santi. Tra questi è singolare la visione di S. Francesca Romana, in cui la Santa descrive tre scompartimenti che vi sarebbero nel Purgatorio, in rapporto alle responsabilità che le persone hanno avuto in vita dal Signore. Vi è un reparto, un settore, riservato ai laici, uno per i chierici non sacerdoti, un terzo riservato ai Sacerdoti, e ai Vescovi, con un settore speciale per i Religiosi e le Religiose... In seguito vengono riportati altri episodi di apparizioni delle anime del Purgatorio, episodi molto conosciuti per le particolari circostanze in cui avvennero, per i segni lasciati, e le testimonianze da cui furono confermati.
Di certo nessuno è obbligato a credere per fede a queste “rivelazioni”; per fede si crede solo la parola di Dio e i pronunciamenti del Magistero ecclesiastico. Perciò ciascuno può credere o non credere tali fatti come vuole come gli piace. La valutazione però non dovrebbe essere aprioristica o prefabbricata, ma dovrebbe essere fatta sul piano umano in base a ragionamenti seri come si fa per qualsiasi altro fatto importante. Non sarebbe però da lodarsi il metodo di escludere anche teoricamente la possibilità di fatti del genere e di altri simili. Nelle biografie dei Santi si leggono alcuni fatti avvenuti dinanzi a molte persone qualificate come quello celebre che riporta Don Dolindo (a pag. 41) di S. Stanislao di Cracovia. Un altro quasi identico avvenne a mezzo di S. Antonio di Padova come riferiscono gli storici del Santo. E’ certo che non possiamo mettere leggi o restrizioni a Dio, il quale ha fatto e farà sempre « quello che vuole in cielo e in terra », come dice la sacra Bibbia. Dai tempi più antichi sino ai nostri giorni non sono mancate alcune manifestazioni di anime di defunti che erano in Purgatorio e che chiedevano preghiere e suffragi per completare presto la loro purificazione e poter entrare nel Paradiso. E le anime dei defunti ci sono veramente riconoscenti per il sollievo che noi diamo a loro e ci ricambiano con preghiere fatte al Signore per il nostro bene spirituale e materiale.
A questo scopo troviamo nelle pagine del libro un particolare riferimento alla S. Messa, e ai suoi frutti infiniti di salvezza per i vivi e per i defunti.
* * *
A riguardo dei defunti che in Purgatorio si purificano dalle scorie rimaste per i peccati commessi in vita, non poteva mancare il pensiero alla Madonna SS. e all'esercizio della Sua bontà e maternità per i suoi figli che sono in Purgatorio. Don Dolindo fa suo il pensiero di molti Santi e di quanto emerso da alcune rivelazioni private, che ci mostrano l'interessamento della Madre di Misericordia.
Congeniale senza dubbio è la descrizione abbastanza prolissa della introduzione in Paradiso delle anime purificate e ornate dello splendore della grazia. E’ molto bello il pensare che sia proprio Lei, la Vergine a condurre quasi per mano le anime negli splendori infiniti della vita divina.
Quando perciò si tratta del Paradiso, Don Dolindo sembra scrivere quasi coinvolto in una estasi in cui intravede i vari cori degli Angeli dai quali cerca di rapire sprazzi di splendori inenarrabili.
Ma dove il nostro scrittore estatico sembra dimenticare tutto e nella ricca descrizione della gloria della Vergine. La fede, la poesia biblica, il canto dei secoli cristiani, si uniscono in voli lirici emananti da una intensa devozione vissuta sino alle fibre più intime del suo essere. Maria diviene anche in Cielo una amabile guida che conduce i redenti, i salvati, i vestiti della candida veste, a Cristo, il Verbo eterno fatto uomo nel seno di Maria.
Si arriva così alla SS. Trinità, fonte unica e suprema di luce, di gioia e di ineffabile amore.
Le invocazioni finali sono un delicato e spontaneo coronamento di tutto il libro.
* * *
La lettura, la meditazione sincera di questo libro, che tratta di prevalenza sul Purgatorio, farà bene a tutti. Certamente è di consolazione per noi ed è uno stimolo per dare un aiuto, al di là delle inutili disquisizioni bizantine, ai nostri cari defunti che potrebbero avere bisogno del nostro aiuto. Non cercano essi le tombe ornate che talvolta indicano una vanità e una esibizione, cercano di vedere Dio prima che sia possibile.
Perciò noi, riflettendo su quanto è scritto qui, ci sentiremo più uniti a quelli « che ci hanno preceduti nel segno della fede e ora sono nella pace ». Forse pensiamo troppo poco ai nostri morti; forse ci piace ricordare quello che fecero e tessere inutili lodi... senza riflettere che essi sono viventi, e che a mezzo di Cristo si sentono uniti a noi più di quanto ci erano a fianco. E proprio per questo dobbiamo dare loro un aiuto valido affinché la loro preparazione, come di sposa che deve essere presentato allo sposo, sia affrettata. Perciò questo libro è una buona occasione per accrescere i contatti con i fratelli che hanno raggiunto l'altra sponda. Vivremo più concretamente quella verità di fede che professiamo spesso, per poi dimenticarla nella vita: « Credo la Comunione dei Santi! ».
Vorrei personalmente aggiungere un invito a quanti leggeranno il libro di Don Dolindo, a pregare in modo speciale per i Sacerdoti defunti. Ho avuto sempre la impressione che siano troppo dimenticati. Il pensiero poi ricordato in questo libro di una più severa purificazione e della richiesta di un più ricco ornamento, voluta dal Signore, affinché i suoi ministri non solo siano degni di essere presentati al Padre, ma siano rivestiti di una gloria maggiore - perché ebbero una speciale rappresentanza del Cristo Sacerdote - siano anche in Cielo indicati nello splendore quali suoi ministri in eterno, è un prezioso invito a pregare per loro, per i Sacerdoti.
Posso confidenzialmente confessare di avere sempre pregato per le anime dei ministri di Dio passati all'altra sponda, e devo dire di avere constatato tante volte la loro riconoscenza e assistenza (senza però avere avuto visioni).
La Sacra Scrittura ci ricorda che « Santo e salutare è il pensiero di pregare per i morti perché siano liberati dalle scorie delle umane debolezze » (Cfr. Maccabei...).
* * *
Auguro a quanti leggeranno questo libro di sentirsi sempre più vicini ai parenti e amici che hanno « cambiato casa » - come dice la liturgia dei defunti - lasciando la dimora temporanea e difettosa, per quella del Cielo, dove alla felicità in Dio non vi è confine.
Certamente il Purgatorio è un luogo di tormenti penosissimi, di fronte ai quali le pene della vita presente sono quasi fiori di campo circondati da spine. Ma le pene del Purgatorio, per quanto gravissime, sono un'amorosa purificazione, per rendere l'anima capace del pieno godimento e della piena felicità del Paradiso.
E’ una vera contesa di amore: Dio che ama l'anima, la purifica per amore. L'anima che ama Dio e tende a Lui, è contenta di purificarsi, pur soffrendo amaramente, perché pondera tutta la gravità delle proprie macchie, che le impediscono il pieno godimento nell'unirsi a Dio. E’ dunque una vera contesa di amore tra Dio e l'anima, ripetiamo, ed è necessario eliminare dalla concezione del Purgatorio, tutte quelle idee personali, che lo fanno concepire come una vendetta della divina giustizia, e come un carcere terribile, nel quale l’anima geme come prigioniera di un ergastolo implacabile.
Chi direbbe crudele colei che prepara una sposa alle nozze gioiose, sol perché nell'ornarla, per necessità di amorosa cura, la tormenta? E chi direbbe schiava di un destino spietato la sposa che è come legata al luogo ed agli strumenti che penosamente le danno bellezza? Chi potrebbe godere di un bellissimo panorama con l'occhio cisposo, od anche con un peluzzo che lo annebbia e lo infastidisce? Sarebbe crudeltà mettere nell'occhio il bruciante collirio, o svoltare penosamente la palpebra per togliere il peluzzo? Chi potrebbe assidersi con gioia ad un banchetto con lo stomaco rivoltato dall'acidità? E chi giudicherebbe una crudeltà dargli la medicina amara che lo rende capace di gustare la mensa?
Dio è amore, è infinita carità, e se noi pellegrini della valle di lacrime, non lo consideriamo nella luce del suo infinito amore, non lo amiamo veramente. Se il timore di Dio, che è dono dello Spirito Santo, ossia dell'Eterno Amore, non è ispirato dall'amore, non genera nell’anima l'amore, ma solo il terrore.
Abbiamo perciò considerato il Purgatorio nella luce mirabile dell'amore di Dio per l'anima e dell'anima per Dio, e prospettando l'incontro dell'anima con Dio, dopo la purificazione, la gloria e la felicità del Paradiso. Abbiamo voluto fare intendere, con le povere e cecuzienti luci umane, qual è la smagliante vittoria della contesa di amore fra Dio e l'anima nel Purgatorio. Di fronte all'amore, più che di fronte al terrore di pene terribili, l'anima sente ancora più il dovere di menare vita santa sulla terra, per essere degna del divino amplesso nell'eterna felicità.
Napoli, agosto 1959 L'Autore
Pur conoscendo la serie straordinaria degli scritti già stampati e di quelli già revisionati - che sono in paziente attesa di pubblicazione - rimango sorpreso ogni volta dei tanti libri... Come ha fatto Don Dolindo a trovare il tempo necessario per una mole così ingente di lavoro?
Egli che accoglieva ogni giorno decine di persone che accorrevano a chiedere il suo consiglio e per avere il conforto della sua illuminata parola, egli che dedicava un largo spazio alla preghiera, alla lettura dei Santi Padri, e negli ultimi dieci anni aveva anche le difficoltà fisiche per artrosi e paralisi che talvolta gli rendevano difficile anche lo stesso atto materiale di scrivere... sapeva poi moltiplicare meravigliosamente il tempo per dare, dare senza sosta come « acqua che d'alta vena preme ».
Gli amici, i devoti, gli ammiratori del pio sacerdote e inesauribile scrittore di Napoli avranno notato la portata e la larga diffusione del grandioso commento di tutta intera la S. Scrittura che forma da solo una biblioteca. Rimangono ancora da stampare soltanto pochissimi volumi del Vecchio Testamento - il Nuovo è completo - (La pubblicazione esce ordinariamente un po' troppo a rilento, anche... per motivi economici, come fanno capire le Sorelle dell'Apostolato Stampa...).
Però, collateralmente al monumentale commento sulla S. Bibbia, sono stati pubblicati, e in passato e di recente, molti altri libri, sempre ricchi di spiritualità e attualissimi come contenuto, anche se scritti molti anni orsono. Da poco tempo sono uscite infatti le bellissime « Lettere ai Sacerdoti » (I volume), il libro: « Tre signorine in mezzo alla strada », con la voce delle protagoniste - questa volta non personalmente di Don Dolindo - rende finalmente pubblici episodi di un singolarissimo apostolato promosso da Don Dolindo. Un libro meraviglioso che consiglierei di leggere a tutti perché si legge come un romanzo. Gli episodi sono talmente vivi e singolari da sembrare inverosimili! Sono invece reali e dettagliatamente descritti da imprimere nella memoria meglio di una sequenza di un filmato. Nel campo mariano, dopo i notissimi libri sulla Madonna - tra i quali eccelle il compendio selezionato dei tre volumi scritti da Don Dolindo nell'ultimo periodo della sua vita, « Maria chi mai sei tu? » , è uscito nell'aprile di questo anno un delizioso opuscolo per il mese di maggio. Ora, a continuare la serie di questi volumi extra della collana del commento della S. Bibbia, esce finalmente, dopo una lunga attesa, un libro scritto nel 1959 sul Purgatorio e il Paradiso.
Con la idiosincrasia di cui oggi soffrono molti, il parlare di Purgatorio, di Inferno, di morte... e anche di Paradiso viene considerato un argomento vecchio, e il libro che ne tratta può sembrare un libro fuori posto. Anche se per lo meno la morte... non è purtroppo qualche cosa fuori posto, perché è il fatto del giorno! E forse anche ai cosiddetti grandi potrebbe venire di domandarsi: E poi?... Finirò come un cane? Come un gatto? Come una lucertola... Oppure... ci sta qualche cosa al di là?... La pagina della notte dell'Innominato ricorda una realtà psicologica insopprimibile anche per ogni altro uomo ragionevole!
Quindi anche il Purgatorio rientra nel drammatico interrogativo come una risposta, che, per i cattolici, è una certezza!
E’ vero che i faciloni, e quelli che credono di sapere tutto, confondono spesso alcune presentazioni fantastiche del Purgatorio (come dell'Inferno, ecc.), con la vera dottrina sugli stati di vita futura quale si desume dalla S. Bibbia e dall'autentico Magistero della Chiesa Cattolica.
Ma, trattandosi di una cosa che potrebbe riguardarci in prima persona, è meglio pensarci e studiarla perché... neppure qui, vale la politica dello struzzo!
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Il libro di Don Dolindo sul Purgatorio si qualifica subito tra gli studi moderni anche più avanzati. Leggendo e considerando questo trattato, come quello in fine sul Paradiso, si ha subito l'impressione di un lavoro che presenta aspetti veramente originali. Vi si trova certamente la affermazione della esistenza del Purgatorio, che è assurdo negare da chi crede in Dio, sia per le affermazioni bibliche specifiche e di programma divino, sia per le proposizioni dottrinali del Magistero ecclesiastico e - possiamo aggiungere - anche per la logica della ragione umana confortata dalla fede.
Le solide e profonde meditazioni offerte da Don Dolindo nei quattro capitoli di questo libro, si muovono attorno ad un geniale enunciato che fa da tema di fondo nella sinfonia delle interessanti pagine che vedono finalmente la luce. « Contesa di amore tra Dio e l'anima »: il Purgatorio; e « Vittoria della contesa di amore: Il Paradiso ».
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Il libro tratta della dottrina e dei suoi principi generali, che affermano la necessaria esistenza del Purgatorio.
Tocca anche alcuni temi tradizionali come quello celebre del... fuoco di purificazione. Ma è tutto un modo nuovo di presentare una realtà, modo che si distacca molto da quella che talvolta era una predicazione e una letteratura impressionistica del Purgatorio, tipo popolare.
Don Dolindo, per illustrare con analogia alcuni argomenti abbonda in questo libro di riferimenti alla fisica (forse un po' troppo o troppo dettagliati), e dai fenomeni fisici deduce molte riflessioni che non sono una prova assoluta delle sue affermazioni, sono però di un buon orientamento ragionevole per comprenderle meglio.
Nel corso delle pagine rientrano valide considerazioni sul peccato e in particolare sul peccato detto « veniale », perché non viene valutato a sufficienza per i danni che apporta alla vita spirituale e per la soddisfazione espiatoria che dovrà avere in Purgatorio.
Anche se di passaggio, è molto incisivo quanto Don Dolindo scrive sui dannati... In alcuni passi la mente del lettore, per associazione di immagini, ripensa spontaneamente alla scultorea descrizione di Dante (Inferno canto VI) su Farinata degli Uberti.
A pag. 20 vi è il grido, la invocazione appassionata e commovente di Dio agli uomini, suoi figli, perché si devono salvare e non devono finire all'Inferno.
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Nella solita ricchezza di considerazioni e riferimenti di cui Don Dolindo è una miniera inesauribile, vengono riportati alcuni fatti riguardanti apparizioni di anime del Purgatorio, o rivelazioni private avute dai Santi. Tra questi è singolare la visione di S. Francesca Romana, in cui la Santa descrive tre scompartimenti che vi sarebbero nel Purgatorio, in rapporto alle responsabilità che le persone hanno avuto in vita dal Signore. Vi è un reparto, un settore, riservato ai laici, uno per i chierici non sacerdoti, un terzo riservato ai Sacerdoti, e ai Vescovi, con un settore speciale per i Religiosi e le Religiose... In seguito vengono riportati altri episodi di apparizioni delle anime del Purgatorio, episodi molto conosciuti per le particolari circostanze in cui avvennero, per i segni lasciati, e le testimonianze da cui furono confermati.
Di certo nessuno è obbligato a credere per fede a queste “rivelazioni”; per fede si crede solo la parola di Dio e i pronunciamenti del Magistero ecclesiastico. Perciò ciascuno può credere o non credere tali fatti come vuole come gli piace. La valutazione però non dovrebbe essere aprioristica o prefabbricata, ma dovrebbe essere fatta sul piano umano in base a ragionamenti seri come si fa per qualsiasi altro fatto importante. Non sarebbe però da lodarsi il metodo di escludere anche teoricamente la possibilità di fatti del genere e di altri simili. Nelle biografie dei Santi si leggono alcuni fatti avvenuti dinanzi a molte persone qualificate come quello celebre che riporta Don Dolindo (a pag. 41) di S. Stanislao di Cracovia. Un altro quasi identico avvenne a mezzo di S. Antonio di Padova come riferiscono gli storici del Santo. E’ certo che non possiamo mettere leggi o restrizioni a Dio, il quale ha fatto e farà sempre « quello che vuole in cielo e in terra », come dice la sacra Bibbia. Dai tempi più antichi sino ai nostri giorni non sono mancate alcune manifestazioni di anime di defunti che erano in Purgatorio e che chiedevano preghiere e suffragi per completare presto la loro purificazione e poter entrare nel Paradiso. E le anime dei defunti ci sono veramente riconoscenti per il sollievo che noi diamo a loro e ci ricambiano con preghiere fatte al Signore per il nostro bene spirituale e materiale.
A questo scopo troviamo nelle pagine del libro un particolare riferimento alla S. Messa, e ai suoi frutti infiniti di salvezza per i vivi e per i defunti.
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A riguardo dei defunti che in Purgatorio si purificano dalle scorie rimaste per i peccati commessi in vita, non poteva mancare il pensiero alla Madonna SS. e all'esercizio della Sua bontà e maternità per i suoi figli che sono in Purgatorio. Don Dolindo fa suo il pensiero di molti Santi e di quanto emerso da alcune rivelazioni private, che ci mostrano l'interessamento della Madre di Misericordia.
Congeniale senza dubbio è la descrizione abbastanza prolissa della introduzione in Paradiso delle anime purificate e ornate dello splendore della grazia. E’ molto bello il pensare che sia proprio Lei, la Vergine a condurre quasi per mano le anime negli splendori infiniti della vita divina.
Quando perciò si tratta del Paradiso, Don Dolindo sembra scrivere quasi coinvolto in una estasi in cui intravede i vari cori degli Angeli dai quali cerca di rapire sprazzi di splendori inenarrabili.
Ma dove il nostro scrittore estatico sembra dimenticare tutto e nella ricca descrizione della gloria della Vergine. La fede, la poesia biblica, il canto dei secoli cristiani, si uniscono in voli lirici emananti da una intensa devozione vissuta sino alle fibre più intime del suo essere. Maria diviene anche in Cielo una amabile guida che conduce i redenti, i salvati, i vestiti della candida veste, a Cristo, il Verbo eterno fatto uomo nel seno di Maria.
Si arriva così alla SS. Trinità, fonte unica e suprema di luce, di gioia e di ineffabile amore.
Le invocazioni finali sono un delicato e spontaneo coronamento di tutto il libro.
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La lettura, la meditazione sincera di questo libro, che tratta di prevalenza sul Purgatorio, farà bene a tutti. Certamente è di consolazione per noi ed è uno stimolo per dare un aiuto, al di là delle inutili disquisizioni bizantine, ai nostri cari defunti che potrebbero avere bisogno del nostro aiuto. Non cercano essi le tombe ornate che talvolta indicano una vanità e una esibizione, cercano di vedere Dio prima che sia possibile.
Perciò noi, riflettendo su quanto è scritto qui, ci sentiremo più uniti a quelli « che ci hanno preceduti nel segno della fede e ora sono nella pace ». Forse pensiamo troppo poco ai nostri morti; forse ci piace ricordare quello che fecero e tessere inutili lodi... senza riflettere che essi sono viventi, e che a mezzo di Cristo si sentono uniti a noi più di quanto ci erano a fianco. E proprio per questo dobbiamo dare loro un aiuto valido affinché la loro preparazione, come di sposa che deve essere presentato allo sposo, sia affrettata. Perciò questo libro è una buona occasione per accrescere i contatti con i fratelli che hanno raggiunto l'altra sponda. Vivremo più concretamente quella verità di fede che professiamo spesso, per poi dimenticarla nella vita: « Credo la Comunione dei Santi! ».
Vorrei personalmente aggiungere un invito a quanti leggeranno il libro di Don Dolindo, a pregare in modo speciale per i Sacerdoti defunti. Ho avuto sempre la impressione che siano troppo dimenticati. Il pensiero poi ricordato in questo libro di una più severa purificazione e della richiesta di un più ricco ornamento, voluta dal Signore, affinché i suoi ministri non solo siano degni di essere presentati al Padre, ma siano rivestiti di una gloria maggiore - perché ebbero una speciale rappresentanza del Cristo Sacerdote - siano anche in Cielo indicati nello splendore quali suoi ministri in eterno, è un prezioso invito a pregare per loro, per i Sacerdoti.
Posso confidenzialmente confessare di avere sempre pregato per le anime dei ministri di Dio passati all'altra sponda, e devo dire di avere constatato tante volte la loro riconoscenza e assistenza (senza però avere avuto visioni).
La Sacra Scrittura ci ricorda che « Santo e salutare è il pensiero di pregare per i morti perché siano liberati dalle scorie delle umane debolezze » (Cfr. Maccabei...).
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Auguro a quanti leggeranno questo libro di sentirsi sempre più vicini ai parenti e amici che hanno « cambiato casa » - come dice la liturgia dei defunti - lasciando la dimora temporanea e difettosa, per quella del Cielo, dove alla felicità in Dio non vi è confine.
PREFAZIONE
Quando si parla del Purgatorio, non di rado lo si presenta come un inesorabile e poco meno che spietato atto della divina giustizia.Certamente il Purgatorio è un luogo di tormenti penosissimi, di fronte ai quali le pene della vita presente sono quasi fiori di campo circondati da spine. Ma le pene del Purgatorio, per quanto gravissime, sono un'amorosa purificazione, per rendere l'anima capace del pieno godimento e della piena felicità del Paradiso.
E’ una vera contesa di amore: Dio che ama l'anima, la purifica per amore. L'anima che ama Dio e tende a Lui, è contenta di purificarsi, pur soffrendo amaramente, perché pondera tutta la gravità delle proprie macchie, che le impediscono il pieno godimento nell'unirsi a Dio. E’ dunque una vera contesa di amore tra Dio e l'anima, ripetiamo, ed è necessario eliminare dalla concezione del Purgatorio, tutte quelle idee personali, che lo fanno concepire come una vendetta della divina giustizia, e come un carcere terribile, nel quale l’anima geme come prigioniera di un ergastolo implacabile.
Chi direbbe crudele colei che prepara una sposa alle nozze gioiose, sol perché nell'ornarla, per necessità di amorosa cura, la tormenta? E chi direbbe schiava di un destino spietato la sposa che è come legata al luogo ed agli strumenti che penosamente le danno bellezza? Chi potrebbe godere di un bellissimo panorama con l'occhio cisposo, od anche con un peluzzo che lo annebbia e lo infastidisce? Sarebbe crudeltà mettere nell'occhio il bruciante collirio, o svoltare penosamente la palpebra per togliere il peluzzo? Chi potrebbe assidersi con gioia ad un banchetto con lo stomaco rivoltato dall'acidità? E chi giudicherebbe una crudeltà dargli la medicina amara che lo rende capace di gustare la mensa?
Dio è amore, è infinita carità, e se noi pellegrini della valle di lacrime, non lo consideriamo nella luce del suo infinito amore, non lo amiamo veramente. Se il timore di Dio, che è dono dello Spirito Santo, ossia dell'Eterno Amore, non è ispirato dall'amore, non genera nell’anima l'amore, ma solo il terrore.
Abbiamo perciò considerato il Purgatorio nella luce mirabile dell'amore di Dio per l'anima e dell'anima per Dio, e prospettando l'incontro dell'anima con Dio, dopo la purificazione, la gloria e la felicità del Paradiso. Abbiamo voluto fare intendere, con le povere e cecuzienti luci umane, qual è la smagliante vittoria della contesa di amore fra Dio e l'anima nel Purgatorio. Di fronte all'amore, più che di fronte al terrore di pene terribili, l'anima sente ancora più il dovere di menare vita santa sulla terra, per essere degna del divino amplesso nell'eterna felicità.
Napoli, agosto 1959 L'Autore