Il Purgatorio

La visione del Curato d’Ars: ho incontrato tuo marito, è un’anima del Purgatorio

Nato l’8 maggio 1786 a Dardilly, la risposta alla chiamata divina ad essere prete Giovanni Maria Vianney la matura in un contesto ostile alla Chiesa e ai valori cristiani. Ciò invece di affievolire il suo entusiasmo lo porterà all’età di 17 anni a confidare alla madre: «Vorrei guadagnare delle anime al Buon Dio». Solo a 20 anni comincerà la sua preparazione al sacerdozio presso don Balley, curato di Eculy.

Ebbe difficoltà ad arrivare al sacerdozio perché era molto ignorane ed allora tutta la teologia si studiava in latino ed il povero giovane a stento parlava il francese. Ma la sua genuina fede, il suo spirito di penitenza, il suo desiderio sincero di servire Dio fecero si che i suoi superiori chiudessero un occhio sulla sua formazione teologica. Il vescovo, a corto di parroci, gli affidò la cura pastorale di Ars, un paesino sperduto a nord di Lione.

Raggiunse a piedi la sua parrocchia, incontrando subito una grande indifferenza religiosa del popolo ma egli la sua missione trascorrendo lunghe ore inginocchiato in preghiera davanti al tabernacolo mentre la chiesa rimaneva sempre deserta. Negli intervalli dalla preghiera ripuliva la chiesa e prendeva contatto con i suoi fedeli in realtà poco fedeli che incontrava nelle ben quattro osterie del piccolo centro con relative balere, contro le quali egli senza paura tuonava dicendo: «Il ballo è la corda con la quale il demonio trae molte anime all’inferno… Le persone che entrano in un ballo lasciano il loro angelo custode alla porta ed è un demonio che prende il suo posto».

Purtroppo i tempi non sono migliorati anzi con le moderne discoteche il demonio marcia alla grande…! Ma dopo alcuni anni, la popolazione di Ars dapprima insofferente per il suo rigorismo morale cominciò ad accorgersi di quel sacerdote che faceva sempre digiuni e penitenze e dava ai poveri anche le sue scarpe. Per ascoltare le sue catechesi e le sue omelie furono organizzati da ogni parte della Francia dei veri e propri pellegrinaggi, cui tutti, dal contadino al nobile e all’alto funzionario partecipavano sia per essere presenti alla sua Messa sia per confessarsi da lui, dal momento che il curato stava sempre in confessionale, anche per intere notti di seguito, senza mangiare e senza dormire.

Giovanni Maria Vianney divenne il confessore dei più ostinati peccatori che giungevano da ogni parte e che bivaccavano davanti alla sua Chiesa in attesa di incontrarlo per riconciliarsi con Dio. Morirà il 4 agosto 1859 alle 2 di notte, stremato dalla penitenza e dalle dure fatiche pastorali. Ri guardo al Purgatorio nella sua biografia leggiamo diversi episodi. Un giorno del 1855 o 1856, faceva visita ad Ars l’abate Guillaumet, che fu per lunghi anni superiore dell’Immacolata Concezione a Saint-Dizier nell’Alta Marna.

Una povera donna in lutto, che durante il viaggio era stata sempre seduta vicino a lui, ascoltando in silenzio i discorsi di meraviglia su Ars ed il suo Curato, gli rivolse, per la prima volta, la parola quando giunsero alla stazione di Villefranche: «Signore, mi permettete di seguirvi fino ad Ars? Vengo là come andrei in un luogo qualsiasi: viaggio perché ho bisogno di distrarmi». L’abate Guillaumet si accordò subito, ed accettò anche di farle da guida. Giunsero ad Ars quando il Curato Vianney, che ancora indossava la cotta, avanzarsi tra la folla e dirigersi verso questa povera donna che in quel momento, per seguire l’esempio dei pellegrini, si era inginocchiata. Il santo, chinatosi al suo orecchio disse: «Egli è salvo».

La sconosciuta ebbe un sussulto, e Vianney ripetè: “Egli è salvo”. La risposta a queste parole fu un gesto di incredulità da parte della donna straniera. Allora il santo sacerdote, scandendo ogni parola, aggiunse: «Vi dico che egli è salvo, si trova in Purgatorio, e si deve pregare per lui. Tra il parapetto del ponte e l’acqua ha avuto il tempo di fare un atto di contrizione. E’ la santa Vergine che gli ottenne questa grazia: ricordate le devozioni del mese di maggio nella vostra camera. Qualche volta il vostro sposo, quantunque irreligioso, si è unito alla vostra orazione, e questo gli ha meritato il perdono».

L’abate Guillaumet non comprese nulla di queste parole; e solo il giorno seguente seppe della meravigliosa luce che aveva illuminato il servo di Dio. Quella donna passò tutta la notte in preghiera, e ne uscì con la fisionomia trasformata, simbolo della pace, di cui era ripiena la sua anima.

Prima di partire da Ars, com’era naturale, ringraziò l’abate Guillaumet, a cui disse: «I medici mi consigliarono di viaggiare per distrarmi dall’atroce disperazione che seguì il mio animo alla tragica morte di mio marito, che era incredulo e che io speravo di condurre alla fede. Disgraziatamente egli annegò con un suicidio volontario. Non potevo rassegnarmi al pensiero che fosse dannato e che non lo potessi veder più. Ebbene, voi avete sentito la parola di conforto che mi è stata detta: “egli è salvo. Quindi lo rivedrò in cielo. Signore, qui ho trovato la guarigione”».

Il Curato d’Ars avrà anche un ruolo di primo piano nella fondazione delle Suore Ausiliatrici delle anime del Purgatorio fondate da Eugenia Smet che prese il nome di suor Maria della Provvidenza e che il papa Pio XII beatificò nel 1957. Nell’Agosto del 1855, un’amica di Eugenia Smet si reca in pellegrinaggio ad Ars, è semplicemente incaricata di parlare di lei a don Vianney e di riportarle una parola da parte sua.

La risposta orale che riporta è breve ma incoraggiante. Allora il vescovo di don Vianney, mons. Chalandon, che la segue, le consiglia di scrivere all’abbè Toccanier, vicario della parrocchia e segretario di un curato arcioberato di lavoro pastorale. Il 23 ottobre la Smet gli invia una lunghissima lettera in cui espone la sua storia e tutte le domande che la inquietano. Poiché ha ricevuto da Dio il “pensiero” della fondazione il 2 novembre, formula questa domanda: «desidero che il Curato si occupi davanti a Dio della mia vocazione alla vita religiosa e dei miei importanti progetti il 2 novembre, giorno delle anime del Purgatorio. Perché il buon Dio gli faccia conoscere la sua volontà, pregheremo uniti e ci rivolgeremo soprattutto alle anime del Purgatorio».

Nella sua risposta l’abbè Toccanier racconta brevemente che il giorno dei morti del 1855 il Curato prega più di un’ora in ginocchio e si rialza commosso dicendo: «Ecco l’opera che Dio chiedeva da tanto tempo!». Il Curato dichiara pure: «Ditele che per quanto riguarda un ordine per le anime del Purgatorio, lo fonderà quando vorrà», e che «la fondazione si farà e si svilupperà, poiché fa parte del disegno di Dio».

L’abbè Toccanier conclude: «Può esser certa di due cose: egli approva la sua vocazione alla vita religiosa e la fondazione di questo nuovo ordine, che a parer suo prenderà un rapido sviluppo nella Chiesa». In seguito il Curato d’Ars seguirà da lontano lo sviluppo delle Suore Ausiliatrici del Purgatorio e sempre tramite l’abbè Toccanier avrà occasione di dare altri consigli alla madre fondatrice.

don Marcello Stanzione



Fonte: https://it.aleteia.org/2019/01/21/santo-curato-d-ars-anima-purgatorio