San Nicola da Tolentino, Il Patrono delle anime del purgatorio
23/03/2017
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Altre testimonianze sul Purgatorio
San Nicola da Tolentino
Nicola nacque intorno al 1245 a Sant'Angelo in Pontano, vicino Loreto. Deve il suo nome a San Nicola di Bari, che aveva esaudito la preghiera dei suoi genitori, una coppia senza bambini. Con il loro consenso all'età di circa 12 anni, Nicola entrò presso gli Agostiniani eremiti, dove fu formato spiritualmente e intellettualmente. A soli 25 anni, il monaco, appena ordinato sacerdote, iniziò la sua attività di predicatore e confessore. La sua vita rigorosamente ascetica portò frutti abbondanti nella sua attività pastorale, perché le sue parole entravano direttamente nel cuore della gente e molti cambiarono la loro vita. Era l'esempio vivente di un monaco umile e gli fu affidato per alcuni anni il compito di maestro dei novizi. A 30 anni il sacerdote fu mandato a Tolentino e anche qui, in breve tempo, molti si convertirono dopo le sue omelie. Egli si prendeva cura dei malati e dei poveri, per i quali andava anche a mendicare, e che non di rado furono testimoni di miracoli avvenuti per sua intercessione.
Ma il suo amore particolare era per le anime dee purgatorio. Sebbene ai suoi tempi non ci fosse l'usanza di celebrare ogni giorno la S. Messa, egli ottenne il permesso speciale di celebrare tutti i giorni per loro. Tutto ebbe origine da un avvenimento particolare, che accadde quando era giovane sacerdote. Un'anima del purgatorio si era presentata a lui chiedendo fervidamente: "Sono il tuo confratello morto, Pellegrino da Osimo. Per i miei peccati sarei stato perduto per l'eternità, ma per la misericordia di Dio sono salvo e brucio in questo fuoco, nel quale vivo una purificazione lunga e dolorosa. Ti supplico di celebrare domani la S. Messa per noi affinché possiamo ricevere lenimento dei nostri tormenti". Ma P. Nicola non poté promettere al confratello defunto il suo aiuto, perché per tutta la settimana successiva aveva l'obbligo di celebrare tutte le S. Messe per le intenzioni del monastero. Il confratello Pellegrino però insisteva singhiozzante: "Padre mio, vieni con me e vedrai quanto sia necessario intercedere per noi."
Nicola si trovò trasferito nel purgatorio, dove vide una pianura immensa nella quale innumerevoli anime di ogni età e posizione venivano purificate dolorosamente in un mare di fiamme. Egli sentì dire dal suo confratello: "Ecco, sono loro che mi hanno mandato da te. Poiché tu sei ben visto da Dio, abbiamo fiducia che con la S. Messa offerta per noi saremo liberati dalla nostra sofferenza ".
Nicola, profondamente scosso a quel che aveva visto, la mattina dopo si recò dal suo superiore e gli chiese il permesso di celebrare tutta la settimana la S. Messa per le anime del purgatorio. Egli pregò anche intensamente per queste anime e fece penitenza. Terminata la settimana il fratello Pellegrino venne di nuovo dal suo benefattore, questa volta circondato da luce. Egli ringraziò Nicola per il suo aiuto prezioso, grazie al quale lui e la maggioranza delle anime che il giovane agostiniano aveva visto nella visione, erano stati liberati dal purgatorio.
Ancora molte volte le anime del purgatorio apparvero a Nicola, il severo penitente, per ringraziarlo per la sua intercessione. Quale gioia quando le anime si presentavano a lui liberate e lo ringraziavano per l'aiuto ricevuto!
Ma il suo amore particolare era per le anime dee purgatorio. Sebbene ai suoi tempi non ci fosse l'usanza di celebrare ogni giorno la S. Messa, egli ottenne il permesso speciale di celebrare tutti i giorni per loro. Tutto ebbe origine da un avvenimento particolare, che accadde quando era giovane sacerdote. Un'anima del purgatorio si era presentata a lui chiedendo fervidamente: "Sono il tuo confratello morto, Pellegrino da Osimo. Per i miei peccati sarei stato perduto per l'eternità, ma per la misericordia di Dio sono salvo e brucio in questo fuoco, nel quale vivo una purificazione lunga e dolorosa. Ti supplico di celebrare domani la S. Messa per noi affinché possiamo ricevere lenimento dei nostri tormenti". Ma P. Nicola non poté promettere al confratello defunto il suo aiuto, perché per tutta la settimana successiva aveva l'obbligo di celebrare tutte le S. Messe per le intenzioni del monastero. Il confratello Pellegrino però insisteva singhiozzante: "Padre mio, vieni con me e vedrai quanto sia necessario intercedere per noi."
Nicola si trovò trasferito nel purgatorio, dove vide una pianura immensa nella quale innumerevoli anime di ogni età e posizione venivano purificate dolorosamente in un mare di fiamme. Egli sentì dire dal suo confratello: "Ecco, sono loro che mi hanno mandato da te. Poiché tu sei ben visto da Dio, abbiamo fiducia che con la S. Messa offerta per noi saremo liberati dalla nostra sofferenza ".
Nicola, profondamente scosso a quel che aveva visto, la mattina dopo si recò dal suo superiore e gli chiese il permesso di celebrare tutta la settimana la S. Messa per le anime del purgatorio. Egli pregò anche intensamente per queste anime e fece penitenza. Terminata la settimana il fratello Pellegrino venne di nuovo dal suo benefattore, questa volta circondato da luce. Egli ringraziò Nicola per il suo aiuto prezioso, grazie al quale lui e la maggioranza delle anime che il giovane agostiniano aveva visto nella visione, erano stati liberati dal purgatorio.
Ancora molte volte le anime del purgatorio apparvero a Nicola, il severo penitente, per ringraziarlo per la sua intercessione. Quale gioia quando le anime si presentavano a lui liberate e lo ringraziavano per l'aiuto ricevuto!
Fonte: http://www.preghiereagesuemaria.it/libri/il%20purgatorio%20e%20la%20via%20verso%20il%20cielo.htm