Il Purgatorio

Venuti dall'aldilà: «Se volete Venire...»

06/03/2017    2610     Venuti dall'Aldilà   
La venerabile Elisabetta Canori-Mora (morta nel 1825) appena morta apparve splendente alla sorella Maria Canori mentre stava recitando le preghiere prima di coricarsi, e le raccomandò le sue figlie finché fossero sistemate. Maria passò la notte insonne per la forte emozione, e al mattino si affrettò a recarsi alla casa della sorella per accertarsi della verità. Era morta. Apparve pure, appena spirata, alla giovane Maria Bianchi. Costei, mentre a letto malata aspettava le si recasse la cena, «si vide dinanzi tutta splendente la Serva di Dio che le disse: "Io me ne vado al cielo, ricordatevi di confessarvi del tal peccato... che per dimenticanza avete lasciato di accusare". Subito dopo l'anima disparve come un lampo. La giovane mandò un grido e chiamò la mamma. A costei essa disse: "La signora Elisabetta è andata in Paradiso adesso; guarda bene che ora è". "Figlia mia, tu sogni a occhi aperti, ciò è impossibile". Ma Maria insisteva piangendo, e dichiarando, come prova, che la Serva di Dio le aveva manifestato un peccato dimenticato in confessione. Il giorno appresso la mamma e le sorelle della malata, informatesi, si convinsero che l'ora e il momento dell'apparizione corrispondevano al tempo del transito della Venerabile. Altre apparizioni avvennero a Marino (Roma); in particolare viene ricordata quella a un'amica, alla quale disse: "Se volete venire dove vado io, bisogna che calchiate questa strada spinosa, e facciate quello che vi ho raccomandato più volte quando ero in vita. Non dubitate che non dimenticherò alcuno della vostra famiglia", e disparve».

Fonte: A. Pagani, La Serva di Dio Elisabetta Canori-Mora, Roma 1911, p. 519.