Il Purgatorio

Il mistero del Purgatorio - Quali anime soffrono di più e quali di meno?

27/02/2017    12449     Il mistero del Purgatorio    Suffragio 
Le anime nel Purgatorio sono avviluppate come da un velo, da una dura corteccia. È la corteccia che le ha racchiuse nella vita terrena: il proprio io, l'eccessivo preoccuparsi di sé, il mondo, il pensiero di sé e della propria reputazione e tutte le cose che erano apparse così importanti... Di queste cose è fatta la corteccia e la luce di Dio quasi non riesce a penetrarla. Ci sono anime che non si chiedono seriamente se la loro vita piace a Dio, e che, senza timore, credono che tutto proceda bene. Persone che vanno in chiesa, e pregano anche, e compiono opere buone, eppure si forma una «crosta» attorno all'anima. Pensano che ciò che fanno vada tutto bene. Non si pongono interrogativi sui desideri di Dio, fanno tutto senza amore, senza timor di Dio e ottundono la coscienza con l'adempimento dei doveri esteriori. Se uno fa loro osservare le loro mancanze, esse trovano una giustificazione per tutto. Ci sono molte di queste anime nel Purgatorio; ed anche laggiù esse sono così insensibili alla conoscenza. La conoscenza giunge dapprima per gradi: a poco a poco la luce divina trapassa l'involucro e ridesta l'anima dal suo sonno.

Ci sono uomini che in vita avevano grande saggezza, e che hanno anche fatto del gran bene all'umanità, che hanno speso la loro parola per tutto ciò che era buono e giusto: ma, poiché ciò avveniva solo per la loro propria ambiziosa saggezza, essi si sono completamente ingolfati nello spirito del mondo, vivendo in una eccessiva indipendenza, senza intrattenersi col Maestro divino. Queste anime giungono nell'eternità con la più grande ignoranza.

Sulla terra erano state mature in tutto, ed ora si trovano nel più profondo imbarazzo. Sapevano tanto, ed ora non sanno nulla. Perché solo ai piccoli viene rivelata la grandezza... Questi uomini saggi hanno spesso un'anima ottusa... Spesso devono rimanere a lungo nel Purgatorio: fino a quando si sono sciolti da se stessi, fino a quando si sono destati dal loro sonno, fino a quando non sono più storditi dal proprio «io». Giacciono come morti nel loro involucro: fino a quando l'eterna luce non lo ha infranto aprendolo. Queste sono le anime più impacciate. Portano tanto «mondo» e tanto «io» su di sé. Appena cominciano a ridestarsi, la luce penetra purificandole sempre di più; allora le anime diventano più sensibili a tutte le preghiere che si fanno alla loro intenzione, a tutte le S. Messe, a tutte le opere buone. Cominciano ad accorgersi, dapprima a poco a poco, che hanno bisogno di Dio: in vita, hanno sentito poco il bisogno di Lui. Appena si destano, alla conoscenza e al pentimento, diventano felici, ma fino al quel risveglio soffrono in modo particolarmente grave, soffocano nel loro involucro, non hanno né luce, né aria.

Ci sono nel Purgatorio dei saggi che sulla terra erano in grande onore ed ora si trovano in profondo imbarazzo... Qui spesso il più misero fanciullo è il più saggio. Lo vedo: solo ai piccoli vengono rivelate le cose grandi.

II Buon Dio è infinitamente delicato nel suo giudizio. II vero bene che l'anima possedeva, Egli lo purifica e lo mantiene splendente, per ricompensare con esso l'anima, eternamente. Anche se tante e tante colpe si sono accumulate, Egli non permette che quel bene vada perduto. Presso di Lui tutto viene riconosciuto, anche il più piccolo sacrificio. Oh, se noi volessimo riconoscere tutto il bene che Dio ci fa, e come Egli riconosce il nostro bene!

Come dobbiamo vergognarci della nostra sconoscenza davanti a Dio! Nel Purgatorio dobbiamo riconoscere tutto il bene che ci viene da Lui e ringraziare. Qui tutto passa ancora una volta davanti all'anima e tutto deve essere soddisfatto.

Soffrono un lungo Purgatorio anche le anime che sulla terra furono devote a causa degli uomini. Io vedo nel Purgatorio molte anime che vollero diventare sante per amor proprio e per ostinazione, ovvero si proposero una vita santa per piacere al direttore spirituale.

Ci sono laggiù anime che hanno ingannato i loro confessori e direttori; il movente delle loro azioni non era Dio solo, ma il loro proprio onore, il desiderio di apparire belle. Ci sono anime che coltivarono tutte le opere di pietà, ma non erano umili; che non vollero riconoscere nessun errore, che, comprese di sé, pensarono di essere sulla via migliore. Anime che si sottoponevano a penitenze per orgogliosa imitazione dei santi e non per umiltà e pentimento. C'è tanta imitazione che non si può quasi distinguere da ciò che è autentico! Ma Dio non Lo si può ingannare... Ci sono anime che ebbero un orgoglioso desiderio di diventare sante, che si rimiravano nel numero dei loro sacrifici e delle loro penitenze: che erano capaci di fare tutte le grandi cose e trascuravano i piccoli, essenziali doveri. Anime tali sono nelle più profonde fiamme del Purgatorio: la loro vita è stata una bugia. Oh, come deve bruciare qui la verità eterna! Dio non è contento di queste anime, ed esse lo sentono in un grande tormento. Ma ci vuole tanto fino a che esse siano contrite, come Dio vuole; fino a che il duro «io» riesca a piegarsi. Appena spuntano questa contrizione e questa conoscenza, l'anima viene indicibilmente annientata dalla luce divina, fino a quando sarà dilatata nell'amore misericordioso, e non più lei vivrà, ma Gesù in lei.

Fui stupefatta da questa esperienza, ed ho imparato ad essere prudente. Non cerco più nulla di grande nelle anime, ma solo cose piccole e semplici. Ed ho imparato sempre di più ad essere piccola e semplice. Ci sono dunque nel Purgatorio anche anime che hanno ingannato e per queste non prega nessuno, perché la gente le riteneva pie. Oh, infelici! Gesù me le ha mostrate, perché io preghi per esse, dal momento che gli altri le credono in cielo. Queste anime, che vissero così rigidamente chiuse in se stesse, hanno tanto bisogno del fuoco dell'umiliazione. Se un'anima, per quanto devota, e capace di tutte le opere dei santi, non è contrita ed umile, persino le sue virtù diventano difetti. Questo è stato per me un altro grande insegnamento: che nel Purgatorio le stesse virtù vengono purificate.

Quanto spesso ci sono virtù che non sono pure! Specie se alle virtù manca la luce dello Spirito Santo, se sono virtù semplicemente naturali. Le virtù sono pure solo quando sono insieme sapienti, e hanno una misura e non sono unilaterali e quando vengono dall'umiltà del cuore e sono amore. Insomma, quando non manca ad esse la guida dello Spirito Santo. Anche nelle virtù non si può vivere per se stessi. Ci sono virtù che racchiudono in sé molti piccoli vizi.

Perciò anche le virtù devono essere purificate. Spesso noi contaminiamo le grazie e le virtù con il nostro proprio io. Appena le virtù sono adornate dal timor di Dio, allora diventano pure. Continuamente dobbiamo innalzare lo sguardo a Dio e dire: Oh, Salvatore, aiutami anche qui, perché io agisca rettamente. Nessuno è tanto sicuro dell'aiuto e della misericordia divina, come l'anima che diffida di se stessa. Nessuno può starsene così tranquillo come l'anima che è contrita e insieme piena di fiducioso timore di non agire rettamente in tutto davanti a Dio. L’apprensione fiduciosa di non fare ogni cosa così come Gesù vuole rende l'anima pura. Essere sicuri e quieti solo in Gesù, solo nella fiducia in Lui: questo ho imparato nel Purgatorio e questa è la mia consolazione. Attraverso le mie esperienze sono diventata così timorosa per la mia anima; ma ora Gesù mi ha mostrato il cammino: verso la buona volontà, ed il pentimento e l'abbandono. Meglio qui sulla terra trascinarsi con difficoltà a causa del nostro io, che laggiù nell'eternità.

Vorrei dire quali anime sono più felici nel Purgatorio, in quali anime l'involucro si dissolve più rapidamente: ci può essere un disgraziato, un gran peccatore, pieno di debolezze. Solo il buon Dio sa come egli è stato educato e forse predisposto. Egli conosce i misteri della natura, e anche le tare dell'eredità. È un povero peccatore e il Redentore ne ha compassione. Perché riconosce i propri errori ed i propri peccati e, senza scusarsi, senza discutere, accetta ogni rimprovero. E certo egli si vuole correggere: tutto quello che gli si dice del buon Dio risuona e cade su un terreno umile. Egli pensa: se io potessi diventare migliore... 'Quando un povero peccatore così è incatenato sul letto di morte, quando si presenta alle porte dell'eternità, allora il suo pentirsi e riconoscersi è così grande, che egli invoca il perdono del suo Dio misericordioso, in un atto di amore, come non mai durante la vita. Come è buono allora il Salvatore, come è buono! Allora si distacca l'involucro; resta l'anima sola, implorante e pentita, che riconosce tutto ed ha solo una sete ardente di misericordioso amore. Allora non ci sono più ostacoli e non è necessario grande sforzo per godere di un'intima e profonda amicizia col buon Dio.

Così può morire un povero peccatore. Il Salvatore scende con lui nel Purgatorio, dove l'anima, struggendosi di amore e di riconoscenza, attende felice di essere tutta pura, fino a che il Salvatore non la prenda con sé. Ogni cosa si svolge più facilmente e più rapidamente perché l'anima era sincera ed umile e fiduciosa: l'amore misericordioso si rallegra tanto per il suo figliolo pentito, scusa le sue colpe e le sue debolezze, paga i suoi debiti. Sulla terra non si ha idea di quanto rapidamente una tale anima possa entrare nel cielo. Pensiamo al ladrone sulla croce: anche per lui si è dissolto l'involucro. Gesù conosceva molte attenuanti per lui: la sua educazione, le sue disposizioni, tante altre cose movevano il Salvatore a compassione, tanto più che il povero ladrone non aveva mai saputo che egli non poteva rimediarsi. Quando egli vide il Redentore sulla croce, egli comprese il «perché» e pienamente si riconciliò con l'amore misericordioso. Oh come è buono e giusto Iddio con le povere anime!

È davvero buono, buono, buono Iddio e si è costretti ad amarlo, quando si pensa ai suoi benefici. Deo gratias. Giungono più rapidamente in cielo le anime che più rapidamente riconoscono le proprie colpe, quelle che non sono ostinatamente avviluppate nella propria presunzione. Dio non ci giudica secondo le nostre colpe, ma secondo la nostra buona volontà. Un'anima che è sempre pronta a comprendere ed a compiere la sua volontà si trova bene; e così un'anima che non si offende tanto facilmente quando le si fa notare un suo errore, che cerca con piacere e gioia e riconoscenza di liberarsi dal suo errore. II buon Dio può lavorare bene con queste anime: non hanno in sé tanta resistenza e tanta menzogna, e il buon Dio le aiuta perché si liberino dalle loro colpe. L’umile religione difetta così spesso, è così rara la religiosità religiosa. Che giova sapere tutto quello che si può sapere in cielo ed in terra, e non sapere la cosa principale: che noi non siamo niente e non possiamo niente, che Dio deve fare tutto quello che noi facciamo? Che giova tutta la sapienza se non abbiamo la sapienza dei piccoli? Non conosciamo l'amore misericordioso, perché chi non è povero non conosce nulla della misericordia.

Ogni costruzione che si pretende autosufficiente crolla quando non poggia sul terreno della povertà. La povertà è il fondamento di tutte le grazie, di tutta la nostra vita eterna. Quando manca questa scienza, ogni altra scienza e santità è un nulla, e crolla in rovina al primo soffio di vento. Dove è povertà, là è il regno dell'amore misericordioso. Dove è debolezza, là è la forza di Dio. E dove è pentimento là è la fedeltà di Dio. Oh, come mi trattengo volentieri accanto alle povere anime, per assorbire nella mia povera anima assetata i profondi eterni ammaestramenti! Io vado laggiù per bere a quella fonte dell'amore misericordioso, a cui le povere anime placano la loro sete... sono anch'io una povera anima, così povera, così povera, ma ho trovato la fonte a cui vanno gli assetati.

Oh, il Purgatorio è un luogo bello. Qui il Signore è così buono, così buono, così buono!

Ho detto che le povere anime devono spogliarsi di sé. Allora comprendono meglio il Redentore. La cosa riesce più facile alle anime che già in vita sono state povere. Si trovano bene soprattutto le anime che hanno fame e sete della parola di Dio. Quando un'anima, ad esempio, accoglie la predica ed ogni ammonimento con devozione, come diretta parola di Dio, e la porta con sé nella vita (e di ogni cosa si serve per diventare migliore) e non la smarrisce mai, questa anima è sul retto cammino. L’anima a cui la più semplice parola di Dio è preziosa, l'anima che non ascolta alcuna parola di Dio senza aprirsi ad essa. In ogni parola di Dio il Redentore bussa al nostro cuore. In ogni parola Egli è presente e vuole entrare. Oh, come sono belle le anime che accolgono con devozione la parola di Dio! Allora il piccolo seme cade su un terreno fertile... Oh, come è bella un'anima che ama il Santo Vangelo e lo accoglie con profondo rispetto, che è sensibile ai più semplici pensieri di Dio, e coltiva con cura tutto quello che ha ricevuto! Quest'anima, anche se ha molte colpe, diventerà pura.

Quando queste anime giungono nel Purgatorio, il buon Dio non deve molto lavorare: una sola parola ed esse sono risanate.

Ci sono nel Purgatorio anime che sulla terra sembravano devote: laggiù esse sono più malvagie dei «malvagi». Specie quelle che hanno attaccato con malizia le parole e le opere di Dio, che hanno criticato e spesso anche condannato ciò che usciva santo e puro dal Cuore di Gesù.

Anime che apparivano pie, mentre le colpe si accumulavano in loro. Anime che devono riconoscere la propria ingiustizia. Anime gravate di malignità non scontate, non viste, nemmeno riconosciute, perché si lasciavano abbagliare dai propri sacrifici e preghiere e opere buone. Dio vuole mostrare loro che non importano gli atti di pietà, ma la rettitudine, e la verità ed il timor di Dio. Ci sono anime che neppure in punto di morte riconoscono che talvolta hanno fatto male: non lo vogliono riconoscere, per non piegare il proprio orgoglio.

Le anime che sono macchiate di peccati veramente gravi e se ne pentono troppo poco, o non li riconoscono abbastanza seriamente, giungono, dopo essere state salvate dalla misericordia di Dio, nel Purgatorio di punizione.

Qui il buon Dio, con particolare severità, mostra loro ciò che hanno commesso. E qui non riesco a parlare di punizione, ma solo di grazia amorosa: tutto ciò che vedo appare così pieno di misericordia. Ci sono anche anime che a mala pena vengono salvate, poiché Dio nella sua misericordia è anche longanime. Esse soffrono grave tormento, molto più lontane da queste divine consolazioni, e si sentono come nel profondo di un eterno abisso. Eppure queste anime sono piene di gratitudine verso l'amore misericordioso ed il Sangue Prezioso. Malizie così indurite hanno bisogno di un energico Purgatorio: il rimprovero divino si posa sulle anime e le penetra bruciandole. Ci sono situazioni diverse in quel benedetto luogo di purificazione, inesplicabili situazioni che io non sono in grado di descrivere. Questi sono solo pochi accenni che io quasi non oso di esporre qui.

Ma l'entrata nel cielo di una povera anima è cosa indicibilmente bella. Così bella che non si può contemplare senza lacrime.

Quanto più un'anima diventa povera, tanto più si avvicina alla luce divina. Quando il suo involucro si spezza, allora l'anima viene come inghiottita dalla luce divina; diviene essa stessa come una piccola luce, nella luce divina, minuscola scintilla della vita divina. E la piccola vita diviene interamente la Sua vita, la piccola luce diviene interamente la Sua luce. In questa luce eterna, in questa eterna pace è immessa allora la piccola anima. È l'amplesso di un amore infinitamente tenero, meravigliosa festa di riconciliazione e di liberazione. Oh, il grazie dell'anima al suo liberatore, il grazie per la sua Passione e la sua Morte e per il suo Sangue Prezioso, come è commovente! II Salvatore e l'anima, ambedue così beati, ora, che si posseggono pienamente l'un l'altro. Il cielo è a tal punto meraviglioso che persino chi è puro non è puro abbastanza per entrarvi. Questa patria è così pura e bella che davvero deve esserci una speciale purificazione, perché l'anima divenga degna della sua maestà. Se noi potessimo penetrare nel cielo con il nostro involucro di amor proprio, non potremmo essere beati: non ci accorgeremmo neppure di essere in cielo. Dio ha in ogni cosa le sue leggi e secondo le sue leggi dirige la nostra anima alla pura beatitudine del cielo. Contemplare lo spettacolo che si svolge nell'eternità è conturbante! I libri non possono abbracciare quello che l'anima qui abbraccia.

Dio ha mirabili vie per salvare le anime. Ci sono sentieri che conducono sopra tormenti d'inferno.

Dio è buono: Egli non vuole abbandonare le sue anime.

Quanto spesso si pensa che un'anima sia perduta: ma Dio solo conosce come l'ha salvata: sono i taciti prodigi dell'amore misericordioso dei quali Egli gioisce nel suo cuore divino. Gesù trattiene le sue anime con i fili più tenui; ha tanto amore, tanto amore. Quale ferita deve essere per il Cuore di Gesù che un'anima voglia andare nell'inferno. Io intuisco solo sommessamente questo dolore del Salvatore; deve essere incomparabilmente tremendo. Come deve avere patito il suo cuore sulla Croce per noi anime, per strapparci dall'abisso! L’amore di Dio è il Purgatorio attraverso cui dobbiamo passare noi, povere anime. Possiamo conoscere questo amore di Dio, quale Purgatorio già su questa terra.

Quando l'uomo pensa all'amore di Dio che ci viene incontro dappertutto, allora diventa così povero, riconosce chiaramente che è ingrato e che sa ricambiare tanto poco questo amore. Niente fa soffrire l'anima quanto il pensiero che il Redentore è così benigno e noi siamo figli cattivi che nuovamente lo avrebbero crocifisso. Quando accogliamo i raggi del suo amore, dobbiamo bruciarne e diventare povere anime nel Purgatorio del suo amore divino... Quanto più conosciamo Dio ed il suo amore, tanto più conosciamo anche noi stessi, e quanto più conosciamo noi stessi, tanto più conosciamo l'amore misericordioso. Quanto più ci avviciniamo all'amore divino, tanto più esso ci annienta: così diventiamo «povere» anime. Sì, comprendo sempre di più che si può patire l'amore di Gesù.

Per questa via ho accettato che la mia anima fosse martirizzata, e che la bontà divina mi facesse così povera. Nella mia vita ho sofferto soprattutto per l'annichilimento e la povertà. Perciò son diventata una sola cosa con le povere anime e sono stata consolata dalla loro consolazione.

Mi rassomiglio ad una macchia oscura nel mezzo del sole dell'amore misericordioso.

Posso lamentarmi solo con Dio di quello che ho sofferto e ancora sempre soffro per questa unica struggente nostalgia, di non negare nessun desiderio del suo amore, di accontentarlo in ogni cosa. Giorno e notte languivo in questo unico desiderio, ed esso è divenuto il grido della mia anima. La mia anima grida e grida: ha sete di purezza, ed io non posso più riposare; persino nel sonno la mia anima implora la sua conversione.

Dio, come posso capire il tormento delle povere anime! Quanto ho già sofferto per l'amore divino, che mi ha così trafitto di contrizione; quanto ho già pianto e come mi sono dibattuta! AI Signore che nel Santissimo Sacramento dell'Altare ci mostra tanto amore, noi dovremmo dare gioia. Ma io sono così povera, così povera; tutta miseria e debolezza, e sento tanto male in me. Eppure vorrei essere buona, così buona che non il più piccolo desiderio del Redentore rimanesse inappagato. Vorrei essere buona per amore del suo amore, solo per questo, perché gli voglio bene e non vorrei mai offendere il suo delicato amore. Il suo amore e la sua bontà mi struggono nel desiderio di far bene. Tutti i miei desideri sono morti; una sola cosa desidero ancora: appagare i suoi sottili desideri. Ho così paura di me stessa, così paura, così paura della mia presunzione, e del mio amor proprio. Devo fuggire da me, altrimenti non resisto più al mio io.

Quanto spesso invidio le povere anime nel Purgatorio! Quanto spesso vorrei cambiarmi con loro! Esse possono essere soltanto buone, non devono più essere cattive. La minaccia che viene dalla malizia della natura decaduta non pesa più su di loro. Le povere anime possono essere buone. Spesso penso che il mio Paradiso sarà l'essere una buona volta sicura di poter essere buona. Non penso più ad altra beatitudine, non penso più ad una mia personale felicità. Solo l'essere totalmente buona, il poter conoscere ed appagare finalmente tutti i desideri di Gesù, può ancora formare la mia felicità, la mia gioia. Oh Dio, quale ardente desiderio brucia in me! Sarei così contenta se, invece che in Paradiso, potessi andare semplicemente nel Purgatorio per essere laggiù eternamente buona, retta come il Signore desidera. Questo sarebbe il mio Paradiso. Solo i desideri di Gesù devono essere appagati: allora anche i miei si acquieteranno. Solo la beatitudine di Gesù, la consolazione di Gesù, la gioia di Gesù sono il mio Paradiso. Oh, se fossi nel Purgatorio, dove si può davvero essere totalmente buoni, come sarei felice!

Questa mia brama ardente dice al Redentore il mio amore. Non con molti atti e molte parole, solo gli mostro il mio spasimo ed il mio desiderio... Niente in Cielo e sulla terra mi attira quanto questo unico pensiero che mi strugge in ogni momento della mia vita: come sarà il mio Paradiso, quando saprò il mio Signore contento di me! Che cosa non farei per raggiungere questo... Volentieri rinuncerei per questo a tutte le gioie eterne. Scrivo queste parole tra le lacrime ed il mio cuore freme di desiderio.

Quando verrà il momento, o mio Dio, in cui io Ti potrò donare un'anima pura e bella che ti appartenga tutta! Io sono come avviluppata da questo unico pensiero che è il battito della mia vita... O Signore, io confido illimitatamente in Te, che Tu compia in me il Tuo desiderio... perché per Te solo, o Signore, è tutto quello che io imploro.

Quando il peso del peccato originale mi avrà schiacciata e giungerà l'ultima ora della mia vita, l'ultima durissima ora, sarà la prima ora lieve della mia vita. Splenderà nella mia anima la prima totale consolazione. Perché io bramo di morire, per diventare buona. Io bramo di morire per sapere morto il mio amor proprio, la mia natura peccatrice: per essere certa che non farò più del male al mio Redentore. Questo «io», che in vita non posso quasi più tollerare, quando sarò morta non potrà più far del male al suo Signore. Io ho paura del mio «io». Ma confido in Te, o Gesù! Come penso volentieri alla mia ultima ora: essa è già per me come un Paradiso. Io riconoscerò il richiamo del Redentore. Egli dirà: vieni, figlia del mio amore misericordioso, ora puoi essere buona. Sarà il momento in cui io riposerò per la prima volta nella mia vita. Mi inabisserò con lacrime di gioia nel Cuore di Gesù. Già mentre scrivo di questo sono inebriata di felicità: non posso pensare ad alcuna altra felicità, che non sia quella di essere buona per amore del Signore, che ha un cuore così tenero e che io amo così, che nulla mi atterrisce quanto la preoccupazione di fargli del male. Vorrei avere tanta cura del tenero cuore di Gesù, vorrei essere così delicata, fasciare le sue ferite e non farle dolere... e invece sono ancora tanto rozza col mio dolce e tenero Salvatore, e grossolana senza riguardo alcuno, e penso troppo più all'«io» che al «tu».

Oh, Signore, il mio cuore quasi sanguina di dolore e di amore e brucia in ardente desiderio! Oh, Signore... Tu lo sai... Gesù...!

Ora mi sono inoltrata in un tema assolutamente diverso. Mi sono riposata un po' e torno indietro al Purgatorio. Le anime, che muoiono completamente riconciliate con Dio, ed hanno avuto confidenza grande nell'amore misericordioso, spesso passano appena accanto al Purgatorio sfiorandolo, ovvero lo attraversano. Queste anime, che sono state così coerenti e brave, possono spesso rimanere settimane e mesi nel passaggio dal Purgatorio al Paradiso.

Gesù è loro particolarmente vicino ed esse gustano già la felicità celeste. Gradatamente si elevano verso la luce divina. Perciò non soffrono molto: attendono in una felice aspettativa e insieme piene di pentimento, fino a che il pentimento sia totale.

Capita talvolta che un'anima entri direttamente nel Cielo. Sono anime che anelavano al Cielo e che già sulla terra avevano, in misura sufficiente, un pentimento fiducioso. Dobbiamo mantenerci in uno spirito di pentimento, pensando che il Signore è morto per noi.

Un'anima pentita può diventare, per amore misericordioso, di un candore abbagliante, allora essa ha già fatto il suo Purgatorio. Gesù vuole solo la povertà, poi Egli ci dona il regno dei Cieli. Anime che sulla terra altro non hanno amato che Gesù e le sue leggi, possono volare direttamente fra le braccia di Dio nel Cielo. Esistono queste anime meravigliose, ma sono molto rare ed hanno già attraversato sulla terra il loro Purgatorio. Infine, devo dire ancora qualche cosa che quasi non oso scrivere. Ma io scrivo queste note solo per ubbidienza. Il più tremendo Purgatorio lo hanno i preti che non sono stati fedeli e hanno dato cattivo esempio ed hanno cagionato molto dolore al Signore. Se non hanno la grazia di soffrire molto prima della loro morte e di pentirsi amaramente e totalmente, hanno un atroce Purgatorio. Avviene spesso che anche i sacerdoti si convertano interamente e diano ancora gioia a nostro Signore. Ma quando mancano questa radicale conversione e coscienza, quando il cammino al cuore di Dio è ancora troppo lungo, quando c'è solo una vaga preparazione all'eternità, solo un debole riannodarsi all'amore misericordioso: oh, quanto Nostro Signore ha da dire nel suo santo giudizio! Ma come sono felici questi sacerdoti, perché non si sono perduti! Ci sono sacerdoti che devono rimanere nel Purgatorio fino alla fine dei tempi. Con nessuno è il buon Dio così severo, perché nessuno può peccare quanto un sacerdote che dimentichi il suo dovere.

Ma con i sacerdoti solitari e distaccati dal mondo Dio è così buono, così amoroso, che essi presto, presto giungono in Cielo. Anche con i sacerdoti pentiti, ai quali molto deve perdonare, Egli è tanto buono: ma tutto deve essere espiato... Non posso descrivere quanto Dio è severo davanti al dovere sacerdotale, e quanto severamente saranno giudicati i sacerdoti...

Un sacerdote che ha una volontà interamente buona non deve avere mai timore: egli esperimenterà inattese ed inimmaginate tanta clemenza e bontà di Dio. Se un sacerdote ha inteso sempre agire rettamente e non ha avuto attaccamenti profani, si troverà bene e così un sacerdote che abbia attinto la sua gioia solo in Gesù Sacramentato. Queste anime saranno semplicemente sciacquate dal Sangue Prezioso, poi sollevate nel Cielo. Ma io non oso, quasi non posso guardare, quando vedo tanti preti nelle più lontane profondità dei Purgatorio, quando vedo che hanno fatto tanto male al buon Dio, stringendo legami col mondo e cogli uomini, dimentichi della loro dignità. Mio Dio, questi preti stanno tremanti davanti al loro Dio ed espiano una colpa terribile. Ma quando il pentimento li ha trapassati, il Buon Dio diviene nuovamente benigno e li riconduce alla patria... Così amorosamente...

Festa di tutti i Santi - 1931

Lo sguardo che oggi è penetrato in tanta profondità nel Purgatorio mi costringe a raccontare ancora di questo meraviglioso luogo. Sono stata di nuovo accanto alle povere anime e di nuovo ho portato con me sulla terra insegnamenti tanto grandi.

Ho visto le anime che sono morte con la Santa Comunione. Oh, il Dio Eucaristico nelle povere anime, il Dio eucaristico nel Purgatorio! Le povere anime erano oggi così grate, continuamente ringraziavano ed erano così sensibili al beneficio dell'espiazione. Mi salutavano come una piccola benefattrice ed io non potevo quasi comprendere come esse mi conoscessero e ringraziassero, mentre io sentivo tanta più pena e miseria per non avere sofferto e pregato di più per loro. Eppure esse parlavano a me e mi dicevano che io ho espiato per loro, che anche per loro le mie lacrime sono state piante. Allora, improvvisamente, ho visto che era Gesù che in quelle povere anime mi parlava; Gesù che si faceva consolare nelle povere anime. Perché anche qui vale la parola: «Ciò che avrete fatto al più piccolo dei miei fratelli lo avrete fatto a me».

Ho visto con uno sguardo profondo e chiaro, che riconoscente per le povere anime era Gesù: Lo contemplavo in queste anime, nella Santa Comunione. Vedevo come il Dio Eucaristico sta con le povere anime fino a che non può trarle definitivamente in Cielo. Coloro che lo hanno devotamente ricevuto, possono portarlo con sé, ed Egli soffre, e si strugge, assetato con loro.

Egli soffre con quelli che soffrono, espia con coloro che espiano e brama con coloro che si struggono di desiderio. Queste anime non vengono tormentate, solo purificate. Ed esse apprezzano tanto Gesù, apprezzano l'Eucarestia che è stata con loro non soltanto sulla terra, ma anche laggiù dove sarebbero così solitarie e sole. Eucaristicamente il Signore soffre e implora nelle anime che lo hanno ricevuto. Degnazione di Dio, che entro queste anime, con esse, sopporta il Purgatorio. Egli vuole accompagnarle fino a che siano giunte alla loro dimora. Non ho potuto vedere senza lacrime questa mirabile bontà e misericordia di Dio...

Ci sono anche anime che non poterono comunicarsi immediatamente prima della morte, ma in vita sempre cercarono nel Dio Eucaristico consolazione e forza e Lo ricevettero con vera devozione, e con povertà di spirito, e sentimenti di pentimento. La sorte di queste anime è molto migliore della sorte di quelle che si comunicarono col buon Dio per abitudine e senza calore. Come gemono per i tesori perduti queste anime, e sono divorate di fame, mentre ardono nel forno rovente della purificazione. Buona sorte hanno anche i sacerdoti che hanno trascorso davanti all'Altare le loro ore più belle e lì con profonda umiltà di spirito si sono dissetati all'amore misericordioso; gli stessi peccati e le mancanze sono presto cancellati dal Sangue del Redentore, che già in vita essi hanno apprezzato ed usato. Ad altri, invece, manca la conoscenza: non trovano quello che dovrebbero trovare, perché già sulla terra non ne sentivano il bisogno... Sono ottusi davanti a tutte le grazie della Redenzione, e solo lentamente, lentamente si destano alla vita ed alla conoscenza.

Ogni anima ha una sua propria condizione, perché ognuna ebbe i suoi propri doveri e le sue grazie, e Dio la giudica secondo i suoi talenti, e la sua vocazione e la sua buona volontà. Oh, io posso solo balbettare i mirabili misteri del Purgatorio! Vedo come anche laggiù Dio abita nel Santissimo Sacramento, così che le anime possono essere tabernacolo della Santa Eucarestia.

Dio è così amoroso e così giusto nel Purgatorio. Egli non condanna nessuno. Se ci sono anime che non hanno mai trovato, mai conosciuto il Dio Eucaristico, Egli non le biasima. Egli le scusa e ristabilisce ogni cosa attraverso la buona volontà... quella buona volontà per cui le anime vollero solo ciò che era giusto. A queste anime Egli ha dato la comunione di desiderio.

Così buono è il Signore, e io devo esclamare, o Signore: nel Purgatorio ho imparato a conoscere il Tuo cuore meraviglioso. In nessun luogo, se si eccettua il Paradiso, si rivelano così come in questo Santo luogo il suo amore e la sua giustizia, la sua misericordia e la sua bontà. Nel Purgatorio vedo anche le sue sante leggi, spesso calpestate, disprezzate, ignorate sulla terra. Le sue leggi sono laggiù così belle ed amorose e delicate: beate le anime che le adempiono. Ma spesso noi uomini vediamo per la prima volta la nostra malizia solo laggiù nell'eternità.

Quante anime vedo qui nel Purgatorio che sulla terra vissero in mezzo alla ricchezza: erano sì religiose, ma di quante infermità soffrono a causa dell'attaccamento al denaro ed ai beni terreni. Con tremore ed angoscia ho osservato questi peccati e ne ho tratto le mie esperienze.

II buon Dio ha dato agli uomini che hanno sovrabbondanza di beni materiali il dovere di aiutare altri che hanno troppo poco. I ricchi hanno il compito di fare elemosina nel nome del loro Dio, perché a Lui appartengono ogni denaro ed ogni proprietà. E se veramente i ricchi non vogliono macchiare l'anima di peccato, devono considerare la ricchezza non come cosa loro propria, ma cosa di Dio: devono considerarsi inviati di Dio, a distribuirne le ricchezze.

Se il buon Dio tanto li benedice con la ricchezza e così bene si prende cura di loro, lo fa perché essi a loro volta si prendano cura di altri e perché Egli stesso, per mezzo loro, si possa prendere cura di altri. Solo ora comprendo l'ammonimento del Salvatore, quando disse: «Guai ai ricchi...»; solo oggi comprendo tutto, da quando ho contemplato nel Purgatorio questa legge.

Ci sono nel Purgatorio molti ricchi che sono spaventosamente poveri, ma anche molti poveri che sono ricchi nel Signore. Aiutare gli altri, fare il bene non è solo benevolenza, ma dovere. Guai ai ricchi che hanno usato solo per sé il superfluo, mentre davano troppo poco ai loro fratelli poveri, o li disprezzavano.

Quanti potrebbero dare di più, beneficando, e non lo fanno, mentre essi stessi godono nella sovrabbondanza. Dio non ha dato le ricchezze solo per chi le possiede, ma anche per gli altri. Chi vive nella sovrabbondanza ruba a Dio. Dio impone dei tributi. Chi ha poco, col poco ha dato il massimo; ma chi ha molto deve dare molto, e dispensare umilmente perché i beni vengono da Dio ed appartengono a Lui. Ho visto oggi molti peccati che sono stati compiuti per mezzo delle ricchezze, o perché esse non sono state usate secondo il senso e le finalità di Dio, o perché i ricchi volevano con le beneficenze guadagnare onore a se stessi. Come attendono a lungo nel Purgatorio le anime che quaggiù hanno trascurato un dovere così grave... Anche le loro virtù hanno subìto danno, terribile danno: e questi ricchi sono divenuti poveri, amaramente poveri.

Come è buono il Signore con quelli che sono stati buoni!

Mentre io volevo consolare le povere anime con suppliche interiori, Egli mi mostrò alle povere anime e disse: qui io piangerò e pregherò ed espierò per voi e verserò molte, molte lacrime. Qui io vivrò di nuovo, e bene, la vostra vita, e farò tutto quello che voi avete trascurato... Poi disse: che questa sia la vostra consolazione, miei figli amati! Ed io udii queste parole cadere fin nel profondo del Purgatorio ed era come se il Purgatorio si fosse dissolto, tanto io sentivo la consolazione delle povere anime. Poi mi sentii così povera, e pregai Gesù di lasciarmi qui nel Purgatorio per divenire buona ed espiare tutte le mie mancanze. Allora il buon Dio mi fece piccola sorella delle povere anime e mi disse: Sì, la tua vita è un Purgatorio, perciò ti è concesso di patire questi patimenti e di esperimentare questa nostalgia di cielo. Oh, come queste anime sentivano la bontà e l'amore di Dio! Era come una festa di gioia in questo esilio di purificazione, e molte, innumerevoli anime, salirono in alto nell'eterno amore e nella bontà di Dio e furono in Cielo. Appena esse riconoscono totalmente questa bontà e questo amore, sono liberate...

Ma, nuovamente, ho visto tante anime per le quali nessuno prega. E, come ho già scritto, sono molto spesso anime che in vita passarono per devote; che vollero essere devote solo per farsi belle. Queste anime spasimano tutte sole nel Purgatorio e sarebbe per loro un sollievo, se fossero conosciute sulla terra, quelle colpe che con ogni cura cercarono di occultare. L’ho visto ancora: per quelle si prega poco o niente perché si crede siano in cielo. Allora il Signore mi diede il compito di soffrire e di pregare e di espiare per le loro colpe segrete. Non per nulla, a causa di ciò, io ho già sopportato pene così orribili.

Questi uomini sono stati sulla terra come un falso Cristo, si sono lasciati venerare e portavano esempio: la loro santità era artificiosa, false erano le loro grazie; esteriormente tutto pareva in armonia, ma non nell'intimo.

Non vorrei esprimermi troppo crudamente, ma io stessa non lo credo volentieri, e scriverne mi fa male, eppure ho visto anime che ora preferirebbero mille volte non essere state onorate sulla terra, e devono duramente espiare la loro falsità, il loro artificio, la loro ambizione spirituale. La menzogna viene bruciata da Dio, eterna verità.

Ma io vedo come esse ora riconoscono tutto e perciò il buon Dio è buono con loro. Egli le ha salvate trascinandole per mezzo di ogni piccolo filo di bontà... Queste anime devono diventare povere, allora è compiuta in esse la cosa principale...

Ho visto anche preti che devono soffrire a causa di queste anime, specie quando le hanno sostenute nella loro falsa pietà e non hanno pregato per ottenere la luce dello Spirito Santo: perché se lo Spirito Santo non illumina si può spesso piantare e coltivare una pianticella maligna. Lo Spirito Santo deve aiutare i preti a distinguere de grazie autentiche da quelle false. Ma lo Spirito Santo si trova sempre nei cuori umili... ed al tempo opportuno illumina i luoghi mal sicuri, specialmente quando si è invocata la luce, invocata con molte preghiere. Ci sono preti che a causa di un'anima devono soffrire più a lungo dell'anima stessa. Ma ci sono anche preti che ebbero davvero buona volontà e vollero fare ogni cosa, ogni cosa secondo la volontà del Signore e adempirono il loro ufficio in profonda umiltà e timor di Dio. In essi anche le colpe non sono così profondamente radicate e sono come liberi da ogni responsabilità. Io vedo in modo perfettamente chiaro che questi preti non saranno giudicati secondo le apparenze ma secondo la loro buona volontà, anche se avranno molte colpe. II Signore scioglie così amorosamente e teneramente queste piccole colpe, ed esse scompaiono così bene poiché il cuore è umile. Gli umili si trovano nella situazione migliore - si lasciano così facilmente correggere dalla mano divina. Dobbiamo perciò assai sovente innalzare i nostri sguardi a Dio, per riconoscere umilmente ciò che Egli vuole da noi, per non scacciare, col nostro proprio spirito, lo Spirito Santo, per non smarrire, attraverso i nostri propri pensieri, i pensieri di Dio.

Oh, come possono essere quiete le anime che già in umiltà hanno servito, e sempre vollero agire come Egli volle agire!

Fonte: www.preghiereagesuemaria.it