Il Purgatorio

capitolo 2-12: Sollievo delle anime: la preghiera.

05/03/2017    1882     Il dogma del Purgatorio    Preghiera  Santo Rosario 
Dopo il santo sacrifizio della Messa, per sollevare le anime abbiamo moltissimi mezzi secondari, ma anche efficaci, quando siano impiegati con spirito di fede e di fervore.

Anzi tutto è la preghiera, la preghiera sotto tutte le forme. Con ammirazione parlano gli annali dell'Ordine serafico del frate Corrado d'Offida, uno dei primi discepoli di S. Francesco. Si distingueva per uno spirito di preghiera e di carità che grandemente contribuiva alla edificazione dei suoi confratelli. Fra questi eravene uno, giovane ancora, la cui condotta rilassata e turbolenta inquietava la santa comunità: ma per le preghiere e per le caritatevoli esortazioni di Corrado, interamente si corresse e si fece un modello di regolarità. Poco dopo questa felice conversione, morì, ed i fratelli fecero per l'anima sua i soliti suffragi.

Erano passati pochi giorni, quando frate Corrado, stando in orazione dinnanzi all'altare udì una voce che gli chiedeva il soccorso delle sue preghiere. - «Chi siete? chiese il servo di Dio. - Sono, rispose la voce, l'anima del giovane religioso che tanto bene riconduceste al fervore. ­ Ma non siete morto santamente? Avete ancora tanto bisogno di preghiere? - La mia morte, sì, fu buona, e sono salvo; ma per i miei vecchi peccati che non ebbi il tempo di espiare, soffro i più rigorosi castighi, e vi scongiuro a non negarmi il soccorso delle vostre orazioni». Tosto il buon frate, prostrandosi dinanzi al tabernacolo, recitò un Pater con un Requiem aeternam. ­ «O mio buon Padre, esclamò allora il comparso, quanto refrigerio mi procura la vostra preghiera! Oh! come mi solleva! Ve ne prego, continuate». Corrado divotamente ripeté la preghiera. «Padre amatissimo, ripigliò l'anima, ve ne scongiuro, ancora ancora!... Provo tanto sollievo quando pregate!...» Con novello fervore continuò il caritatevole religioso le sue preghiere, e fino a cento volte ripeté l'Orazione domenicale. Allora, con un accento d'indicibile gioia, il defunto gli disse: «Da parte di Dio vi ringrazio, o Padre diletto; sono del tutto liberato: vado al regno dei cieli».

Dal seguente esempio si vede come le menome preghiere, le più brevi suppliche tornano efficaci per addolcire le sofferenze delle povere anime,

«Lessi in qualche luogo, dice il Padre Rossignoli, che un santo vescovo, rapito in ispirito, vide un fanciullo, il quale con un amo d'oro e con un filo d'argento brava dal fondo di un pozzo una donna che vi annegava. - Dopo la sua orazione recandosi alla chiesa, scorse quello stesso fanciullo inginocchiato, che pregava sopra una tomba. «Che fai qui, buon fanciullo? gli domandò. - Recito, rispose questi, il Pater noster e l'Ave Maria per l'anima di mia madre, il cui corpo riposa in questo luogo.» Comprese subito il prelato che Dio aveva voluto mostrargli l'efficacia della preghiera più semplice; conobbe che l'anima di quella madre era liberata, che l'amo d'oro era il Pater, l'Ave Maria il filo d'argento».

Sappiamo poi che il S. Rosario tiene il primo posto tra le preghiere dalla Chiesa raccomandate ai fedeli; questa eccellente preghiera, sorgente di tante grazie pei vivi, è altresì in modo singolare efficace per sollievo dei morti. Ne abbiamo una prova parlante nella Vita del Padre Nieremberg, che altrove accennammo. Quel caritatevole servo di Dio, per sollevare le anime del Purgatorio, si imponeva frequenti mortificazioni accompagnate da preghiere. Non mancava di recitare ogni giorno il Rosario secondo la loro intenzione, e di guadagnar per esse quante più indulgenze poteva, divozione alla quale invitò i fedeli in un'opera speciale pubblicata su questa materia. Il rosario di cui si serviva era ornato di piccole medaglie ed arricchito di numerose indulgenze. Un giorno per caso lo perdette. e ne fu tutto afflitto, non già che quel santo religioso, il cui cuore a nulla era attaccato sulla terra, avesse qualche materiale attacco a quel rosario, ma perché con esso poteva procurare alle care sue anime gli abituali soccorsi.

Ebbe un bel cercare dappertutto, interrogare la sua memoria per ritrovare il pio tesoro: tutto fu inutile, e venuta la sera, fu obbligato a sostituire con orazioni comuni la indulgenziata sua preghiera. Mentre pregava, solo nella sua cella, udì sopra il soffitto un rumore simile a quello del suo rosario, tanto bene da lui conosciuto, ed alzando gli occhi vide realmente il suo rosario, tenuto da mani invisibili, scendere verso di lui e cadere ai suoi piedi con tutte le medaglie che vi erano attaccate. - Non dubitò che le mani invisibili che glielo portarono fossero quelle delle anime sollevate con questo mezzo. Si può pensare con qual novello fervore recitò le solite cinque decine, e quanto quella visione l'incoraggiò a perseverare in una pratica in modo tanto visibile favorita dal Cielo.

Fonte: www.preghiereagesuemaria.it