Il Purgatorio

Capitolo 5: Conclusione

Dei santi canonizzati o non tali, che tuttavia condussero una santa vita e durante il corso dei secoli si sono particolarmente interessati delle povere anime o ebbero con esse degli incontri straordinari e talvolta impressionanti come per es. Eugenia von Lejen + 1920 o Anna Maria Josefa Lindmajr e la vivente Maria Simma di Sonntag nel Vorarlberg, tantissime altre persone si potrebbero ricordare e furono grandi benefattrici delle povere anime e per le quali hanno operato, pregato e patito offrendo le loro sofferenze o malattie o disagi a loro suffragio. Ricordiamo qualcuno come Giovanni Bosco, la stimmatizzata svizzera Margherita Bajs, la mistica polacca Faustina Kowalska, il grande missionario P. Luca Etlin che operò nel Missuri e tanto si occupò anche di sovvenire seminari e monasteri nel dopo guerra in Austria e Germania, ricordatissimo anche per la sua famosa rivista «Tabernakel und Fegjeuer» - Tabernacolo e Purgatorio.- Così mamma Caterina Vogl e Maria Teresa Mejer-Bernhold, anime che tutto quanto di sè poterono, dedicarono alle povere anime delle quali poterono anche esperimentare la toccante riconoscenza quando venivano liberate dal Purgatorio o salivano alla gloria dei Cieli.

È giusto e doveroso ricordare anche gli ultimi papi che abbiamo conosciuto da Pio X a Pio XII, Leone X, Benedetto XV, il papa della pace Pio XI, il papa dell'Azione cattolica e delle missioni.

San Pio X che il 24 giugno 1914 in vista delle tante vittime che avrebbe mietuto la guerra proclamò un decreto con il quale concedeva l'indulgenza plenaria «Toties-quoties» a chi nel pomeriggio dei Santi e nella festa dei Fedeli defunti avesse visitato una chiesa e confessati e comunicati avessero pregato secondo le intenzioni del Sommo Pontefice. Ricordiamo lo stralcio del decreto riguardante l'indulgenza: «Pio X... accogliendo volentieri le preghiere di molti, specialmente vescovi nel desiderio di sovvenire maggiormente ai bisogni delle povere anime del purgatorio si è degnato di concedere nel giorno in cui si commemo rano tutti i fedeli defunti a tutti i fedeli cristiani che confessati e comunicati visiteranno una qualsiasi chiesa od oratorio pubblico o semipubblico per, pregare per i fedeli defunti e secondo l'intenzione del sommo Pontefice l'Indulgenza Plenaria solo a favore delle povere anime del Purgatorio ad ogni pia visita Toties - quoties aecclesiam visitaverint... »!

PRAESENTI in Perpetum valituro... concessione valida in PERPETUO!!

Papa Benedetto XV con la Costituzione apostolica «Incruentum altaris sacrificium» del 14 agosto 1915 aggiunse che nel giorno della Commemorazione di tutti i fedeli defunti il due novembre ogni sacerdote poteva celebrare tre sante messe e inoltre in questo giorno ogni altare era «privilegiato» cioè era concessa l'indulgenza plenaria per il defunto per il quale in quel giorno veniva celebrata la santa messa. Il privilegio della celebrazione di tre sante messe in questo giorno era nei secoli precedenti solo stato concesso ai religiosi di determinati ordini nel regno di Aragona e poi in Spagna e Portogallo e alla fine fu concesso ai paesi dell'America latina (dominazioni spagnole e portoghesì).

Papa Benedetto lo estese a tutta la chiesa ed espresse il suo vivo desiderio che ogni sacerdote voglia fare uso volontario e pio di questo privilegio di celebrare tre sante messe nel giorno dei morti per le povere anime. La cosa stava particolarmente a cuore allora al sommo Pontefice per le migliaìa dì vittime che la guerra stava mietendo in tutta Europa! Il 21 ottobre 1923 Papa Pio XI ha indirizzato al Cardinal Pompili lo scritto: « Prope adsunt dies » - si avvicinano i giorni - nella quale ordinava speciali preghiere per i defunti nel purgatorio «Si avvicinano i giorni in cui il loro ritorno offre nuovo incentivo al popolo cristiano di rinnovare la sua vita religiosa. Proprio in questi giorni la nostra santa Madre Chiesa pone sotto gli occhi dei fedeli pellegrini sulla terra i loro fratelli e sorelle della beatitudine del Cielo come modelli e nello stesso tempo con le sue solenni cerimonie liturgiche ricorda coloro che ci hanno preceduto nel segno della fede, ma tuttavia devono subire un'ulteriore purificazione prima di poter essere ammessi alla visione beatifica secondo il giusto giudizio di Dio. La chiesa agisce così nella dolce risonanza del consolante dogma della fede cattolica della Comunione dei Santì.

Lo stretto legame che da un lato ci unisce ai beati del cielo e dall'altro con le anime purganti nel Purgatorio ci richiama a due nostri particolari doveri; a queste oltre il nostro; sincero augurio perchè siano accolte in Cielo anche la nostra incessante preghiera perchè non ci neghino la loro protezione e la loro intercessione, perchè possiamo condurre una vita veramente cristiana e soprattutto attraverso la nostra preghiera e in special modo con la santa Messa possiamo rendere loro sollievo nelle loro pene.

Questo nostro atto di amore sarà certamente assai caro ai santi che si troveranno in quella perfetta carità del paradiso per le nostre preghiere e offerte che avranno aumentato il numero dei Beati.

È infatti quasi impossibile che in cuori sanamente desiderosi e generosi sparisca la umana partecipazione alla sorte dei defunti. Tuttavia guardandoci intorno, vediamo purtroppo che in molti uomini si è affievolito il ricordo dei defunti anzi talvolta è addirittura spento, oppure si manifesta in esteriorità che poco giovano alle povere anime.

Anche se il nostro Ufficio di Padre universale di tutti i fedeli ci impedisce di escludere anche uno solo dei defunti dal nostro amore pastorale, tuttavia il nostro cuore quasi automaticamente si rivolge alle schiere dei moltissimi, quasi innumerabili che sono caduti durante la guerra mondiale, adesso in questi giorni che di poco precedono la commemorazione dei fedeli defunti, e a coloro che sono morti poi in seguito a ferite e contagi e malattie e a coloro che sono rimasti vittime della guerra civile e agli innumerevoli orfani che non hanno nessuno che li ricordi e preghi per loro.

Certo il pensiero di tutti questi nostri figli strappati violentemente alla vita ci riempie di dolore, abbiamo tuttavia anche motivo di temere che anch'essi per colpa della negligenza di coloro che furono un tempo i loro cari, siano privati dell'amoroso ricordo e dell'affettuoso aiuto della preghiera. E come sarà veramente con quelle numerosissime vittime della morte di questa immane catastrofe, che già fino dalla culla non hanno conosciuto le carezze e il sorriso della mamma? E cosa sarà di quegli orfani dimenticati o che non hanno una patria o non truvano una persona che li piange, e qualcuno che li raccomanda alla misericordia di Dio?

Coloro che sono morti nel Signore e in avvenire non soffrono più di rancori o invidie ora godono continuamente della loro stretta unione per la grazia e l'amore di Cristo finchè un giorno saranno introdotti nella gloria eterna, che è preparata ai figli e alle figlie di Dio di ogni stirpe, di ogni lingua, popolo e nazione.

Noi vogliamo anche, che le suppliche e le riparazioni offerte dai fedeli, astraendo da ogni distinzione di patria, di condizione, di parte o di età, vengano destinate a tutte le anime senza eccezione, per le quali sono offerte le sopranominate preghiere e suppliche e offerte!

Questa universale comunione di preghiere aprirà a questi amatissimi figli la beatificante visione di Dio da un lato e dall'altro grazie ad una più profonda radicazione dell'amore, di questo vincolo di perfezione, opererà nel cuore dei vivi affinchè presto la pace di Cristo nel Regno di Cristo diventi realtà e brilli dovunque.

Perciò il nostro più struggente desiderio è che in occasione delle prossime solennità di tutti i Santi e dei Fedeli defunti e durante tutto il mese di novembre si compia una vera e più grande campagna di preghiere e riparazioni secondo le intenzioni sopramenzionate.

Noi speriamo con ferma fiducia che l'esempio di tutti i fedeli della città di Roma possa sfociare in una gara di fede e di amore di tutto l'orbe politico».

Fonte: www.preghiereagesuemaria.it