Il Purgatorio

Il Purgatorio nella rivelazione dei santi - APPENDICE: MANIFESTAZIONI DI UN'ANIMA PURGANTE AVVENUTE IN MONTEFALCO

28/02/2017    2776     Il Purgatorio nella rivelazione dei santi    Testimonianza 
Riportiamo in appendice la narrazione delle manifestazioni di un'anima purgante, avvenute a Montefalco, in archidiocesi di Spoleto, dal 2 sett. 1918 al 9 nov. 1919.

Secondo noi l'importanza di queste manifestazioni, per i particolari che le accompagnarono, per il loro numero, per la irreprensibilità delle persone che ne furono testimoni, per gli insegnamenti e i moniti che - offrono è tale da costringerci a credere che esse siano di primissima importanza, e per alcuni rispetti, come ebbe a scrivere Mons. Giov. Capobianco, tali che non - se ne rinvengano altre simili nella storia delle manifestazioni d'oltre tomba e nelle rivelazioni fatte ai Santi. Di quanto siamo andati dicendo via via nel corso del nostro lavoro, nulla viene smentito da queste recentissime manifestazioni, anzi molte cose rimangono confermate. Il fatto poi che esse siano avvenute al tempo nostro e che dal processo tenuto dal tribunale ecclesiastico, a ciò incaricato, risulti confermata la veridicità e la storicità della narrazione fatta dai testimoni, rappresenta per noi moderni, generalmente dubbiosi in materia, e abituati troppo poco a vivere nel clima del soprannaturale, un grande conforto, un monito e un invito a ricordarci dell'al di là e di coloro che già vi si trovano.

Le straordinarie manifestazioni - 28 in tutte ebbero luogo nel Monastero di S. Leonardo in Montefalco, ove vive una numerosa comunità di suore Clarisse, negli anni 1918 e 1919; ed ecco come avvennero. Il 2 settembre 1918, sentito suonare il campanello della sacrestia, Suor Maria Teresa di Gesù, Abbadessa del Monastero andò a rispondere, e una voce le disse: - Devo lasciare qui questa elemosina. - La ruota girò, e sopra v'erano dieci lire. Avendo l'Abbadessa domandato se dovevano farsi tridui o altre preghiere oppure far celebrare delle Messe, fu risposto: - Senza nessun obbligo. - Se è lecito, chi lei? - chiese l'Abbadessa. Non occorre saperlo. - La voce era gentile, ma mesta, lontana e frettolosa, come fosse nascosta.

La cosa si ripetè il 5 ott. il 31 ott. il 29 nov. il 9 dicembre, il 1° gennaio 1919 e il 29 gennaio, nel medesimo modo e sempre fu lasciata la somma di lire 10 sulla ruota. Domandando l'Abbadessa se si dovevano fare preghiere, le fu risposto: - La preghiera è sempre buona.

Il 14 marzo, in tempo dell'esame, circa le ore 20, il campanello suonò due volte, ed essendo andata l'Abbadessa a rispondere, trovò 10 lire sulla ruota, ma alle sue domande nessuno rispose. La chiesa esterna era chiusa e le chiavi l'avevano le suore. Chiamata la fattora e fatto guardare in chiesa, non vi fu trovato nessuno. Da quella sera le suore incominciarono a pensare che colui che faceva l'elemosina non era persona di questo mondo. L'11 aprile, nel modo come sopra, furono portate altre 10 lire e la voce, per la prima volta, chiese preghiere per un defunto.

Il 2 maggio si ebbe la decima manifestazione. Poco prima del silenzio, circa le ore 21,30, inteso suonare il campanello, le suore andarono a rispondere in quattro: l'Abbadessa, Suor Maria Francesca delle Cinque Piaghe, Suor Amante Maria di S. Antonio e Suor Angelica Ruggeri. Furono trovate lire 20 sulla ruota (due carte messe a forma di croce). La chiesa esterna era chiusa.

Il 25 maggio, il 4 giugno e il 21 giugno furono trovate sulla ruota 10 lire ogni volta, senza sapere donde venissero.

Il 7 luglio, circa le ore 14, in tempo di ritiro, suonò due volte il campanello, ma l'Abbadessa, credendo che fossero bambini in chiesa, non volle rispondere. Essendosi appoggiata per riposare, una voce fuori della camera le disse: - Hanno suonato il campanello della sacrestia. Andata subito a rispondere, udì la solita voce dire: - Lascio qui lire 10 per preghiere.

Ella domandò: - Da parte di Dio, chi è? - Le fu risposto: - Non è permesso - e non sentì altro. Domandò poi alle suore chi l'avesse chiamata, ma nessuna di loro era stata. Il 18 luglio, dopo il silenzio della sera, circa le ore: 21,30, scesa la Badessa a chiudere la porta del forno rimasta aperta, mentre risaliva udì il suono del campanello; andata alla ruota, al saluto « Lodato Gesù e Maria »sentì rispondersi «Amen» e poi soggiungere Lascio questa elemosina per le solite preghiere. La Badessa si fece animo e domandò: - In nome di Dio e della SS. Trinità, chi è? - E la stessa voce rispose: - Non è permesso. - E non udí altro. La chiesa esterna era chiusa.

Il 27 luglio, andata l'Abbadessa alla ruota prima della Messa, trovò 10 lire senza sapere chi ce le avesse messe.

Il 12 agosto, circa le ore 20, suonato il salito campanello, andarono a vedere l'Abbadessa, Suor Maria Nazarena dell'Addolorata e Suor Chiara Benedetta Giuseppa del S. Cuore; trovarono sulla ruota 10 lire. Avendo scongiurato in nome di Dio, nessuna risposta. La chiesa era chiusa. Essendo stata chiamata la servigiana per guardare se c'era nessuno in chiesa, vi andarono il Rev. D. Alessandro Clinati, priore di S. Bartolomeo e confessore delle suore, D. Agazio Tabarrini, parroco di Casale e cappellano del Monastero, e P. Angelo, Guardiano dei Cappuccini, ma in chiesa non trovarono nessuno.

Il 19 agosto, circa le ore 18,30 essendo suonato il campanello, l'Abbadessa andò a rispondere. Al saluto - «Lodato Gesù e Maria », la voce rispose « Amen », e - subito soggiunse: - Lascio quest'elemosina per preghiere. - L'Abbadessa rispose: - Noi pregheremo lo stesso, l'elemosina la dia a qualche altra persona più bisognosa. - Allora la voce, fattasi compassionevole: - No, la prendano, è una misericordia. - E' permesso sapere chi è ? - Sono sempre la medesima - rispose, e non si udì altro. Lasciò lire 10.

Altrettanto accadde il 28 agosto e il 4 settembre, ma alle domande dell'Abbadessa non rispose nessuno.

Il 16 settembre, circa le ore 2 l'Abbadessa chiuse il dormitorio e sentì suonare il campanello. Andata a rispondere con un'altra suora, nessuno parlò, ma sulla ruota v'erano 10 lire. Rifiutando l'Abbadessa di prendere il denaro, le fu risposto: - Le prenda, è per soddisfare la divina giustizia. - L'Abbadessa fece ripetere al suo misterioso interlocutore la giaculatoria: « Sia benedetta la santa, purissima ed immacolata Concezione della Beatissima Vergine Maria» e la giaculatoria fu fedelmente ripetuta.

Il 21 settembre, si trovano sulla ruota altre 10 lire. Il 3 ottobre, circa le ore 21, dopo il silenzio, mentre l'Abbadessa era affacciata alla finestra della camera, le parve di sentir suonare. Andata a rispondere e ricusando le 20 lire che le venivano date in elemosina, col dire che il confessore non era contento dubitando di una manifestazione diabolica, fu risposto: - No, sono un'anima purgante: sono 40 anni che mi trovo in Purgatorio; per aver dissipato beni ecclesiastici. -

Il 6 ottobre fu fatta celebrare una Messa in suffragio di quell'anima. Dopo poco suonò il campanello; andata la Badessa a sentire, la solita voce disse: - Lascio quest'elemosina, grazie tanto. - La Badessa fece altre domande, ma non ebbe risposta. La sacrestia era chiusa, e sulla ruota furono lasciate le solite 10 lire. Altrettanto accadde il 10 ottobre. Alle richieste dell'Abbadessa circa la sua identità, l'anima rispose: - Il giudizio di Dio è giusto e retto.

- Ma come? Io le ho fatto dire delle Messe, e se una sola basta per liberare un'anima, come lei non è ancora libera? - Io ne ricevo la minima parte. - Ad altre domande non rispose e anche questa volta lasciò 20 lire. Il 20 ottobre, alle ore 20,45, appena suonato il silenzio, mentre l'Abbadessa saliva con due altre monache, Suor Maria Rosalia della Croce e Suor Chiara Giuseppa del S. Cuore, udirono suonare il campanello, ed andata l'Abbadessa a rispondere, trovò le 10 lire sulla ruota, ma non rispose nessuno. Tornò l'Abbadessa a chiudere la porta del dormitorio, quando sentì suonare di nuovo; tornò, e al saluto « Lodato Gesù e Maria » l'anima rispose: « Amen », con voce assai intelligibile, e siccome l'Abbadessa non aveva preso le 10 lire, così soggiunse: - Prenda quest'elemosina; è una misericordia. - Avendola presa, disse: - Grazie!

- Ma si potrebbe sapere chi è? - Preghi, preghi, preghi, preghi. -

Il 30 ottobre, alle ore 2,45, l'Abbadessa da una voce fuori della camera sentì dirsi: - È suonato il campanello della sacrestia. Andata a rispondere, al solito saluto, l'anima rispose. «Amen» e poi subito: - Lascio qui quest'elemosina. - Ma l'Abbadessa, senza far finire la parola, soggiunse: - Io per ordine del confessore non posso prenderla In nome di Dio e per ordine del confessore, mi dica chi è: è sacerdote? - Si.
- Erano di questo monastero i beni che ha dissipati? - No; ma ho il permesso di portarli qui. E dove li prende?
- Il giudizio di Dio è giusto.
- Ma io ci credo poco che sia un'anima, penso sempre che sia qualcuno che scherza.
- Vuole un segno?
No, che ho paura. Se chiamo qualcuna? Faccio subito...
- No, che non mi è permesso. - L'Abbadessa prese le dieci lire e lui disse: - Grazie, adesso entro a parte delle preghiere. L'Abbadessa soggiunse: - Lei pregherà per me, per la mia Comunità, per il Confessore? Benedictus Deus qui... - E si allontanò mormorando a bassa voce, e non si capì altro. La voce di quest'ultima volta era meno frettolosa e meno cupa, anzi prima sembrava che stesse fuori, adesso come parlasse all'orecchio destro, e quando si allontanava era udita meglio dal sinistro.

Il 9 novembre ebbe luogo l'ultima manifestazione. Alle ore 4,15 circa, l'Abbadessa dal dormitorio intese suonare il campanello della sacrestia. Andata a rispondere, al saluto « Lodato Gesù e Maria » la solita voce rispose: - Sia lodato in eterno. Io ringrazio lei e la religiosa Comunità: sono fuori di ogni pena. - E i sacerdoti che hanno detto più Messe, no? Il confessore, il P. Luigi Bianchi, D. Agazio? - Io ringrazio tutti. - A me piacerebbe di andare in Purgatorio, dove si trovava lei, così starei sicura... - Faccia la volontà dell'Altissimo. - Pregherà per me, per la Comunità, per i miei genitori se sono in Purgatorio, per il confessore, per il P. Luigi Bianchi, per il Papa, per il Vescovo, per il Cardinale Ascalesi? - Si.
- Benedica me e le persone che ho nominate. Benedictio Domini super vos.

La mattina avanti fu fatta celebrare una Messa dal Luigi Bianchi S. J., alla chiesa del Gesù in Roma all'altare privilegiato. La voce del sacerdote defunto, che sul principio era mesta, poi man mano, sembrava più lieta e nell'ultima volta si capiva che era felicissima. Il suono del campanello era mesto e flebile e pareva che facesse scendere un senso di pace e di contento nel cuore di chi l'udiva, cosicchè ormai tutte le Suore lo conoscevano e pregavano, appena lo udivano, per il defunto. Furono portate lire 300 e furono applicate 38 Messe di suffragio. Così la relazione delle suore del Monastero di San Leonardo in Montefalco.
Di queste manifestazioni furono subito messi al corrente l'Arcivescovo di Spoleto Mons. Pietro Pacifici, l'E.mo Cardinale Pompili, Vicario di S. Santità in Roma, l'E.mo Cardinale Ascalesi di Napoli, il Direttore della Rivista « Il Purgatorio visitato dalla carità dei fedeli », ed altre personalità.
Fu conservato un biglietto di banca da lire 10, che - portava i numeri di serie 041161 e 2694. Le Suore pregarono sempre con fervore per quell'anima purgante e non risparmiarono mortificazioni e penitenze in suffragio di lei. In data 8 febbraio 1920, l'Arcivescovo di Spoleto Mons, Pacifici, interpellato dal Direttore della Rivista « Il Purgatorio visitato dalla carità dei fedeli», rispondeva con la seguente lettera;

« Rev.mo P. Benedetti,
Dei fatti svoltisi recentemente nel monastero di S. Leonardo in Montefalco io n'ebbi cognizione fin da principio. Lasciai che le cose si chiarissero da sè e non parlai mai nè con l'Abbadessa nè con le monache, benchè tutte si mostrassero estremamente impaurite, sospettando che si trattasse di un inganno diabolico.
Le cose sono terminate come la P. V. Rev.ma già sa: per me v'è la certezza morale che trattisi veramente di apparizioni di un'anima purgante. L'Abbadessa e monache danno pieno affidamento di serietà. Ho consigliato io medesimo la pubblicazione del fatto sul periodico diretto dalla P. V. Ad ogni modo, mi propongo, durante l'anno, di fare un processo canonico di quanto è avvenuto, facendo venire da Roma persona capace per la compilazione del medesimo. Per far questo richiederei anche la cooperazione della P. V. Rev.ma.
La ringrazio vivamente della memoria che lei conserva per me, e l'assicuro che non la dimentico.
Preghi per me, e si abbia distinti ossequi dal Suo in G. C.
+ Pino, Arcivescovo ».

Nel Luglio 1921 Mons. Arcivescovo costituì il tribunale pel processo ordinario, che fu tenuto dal 27 Luglio al giorno 8 Agosto. Gli atti originali, che comprendono più di duecento facciate in protocollo, si conservano nell'Archivio della Curia Arcivescovile di Spoleto. In essi sono raccolte le deposizioni di dodici testi, indotti dal Postulatore, tra i quali sette monache, il Rev. D. Agazio Tabarrini, Cappellano del Monastero, il P. Valentino da Giano, cappuccino, Millei Caterina, servigiana, il Rev. Tommaso Casciola, Vice Parroco di S. Bartolomeo, e il Sig. Ponziano Vergari. Inoltre le deposizioni di tre testi indotti ex officio - l'E.mo Cardinale Ascalesi, Mons. Climati e il Dottor Alessandro Tassinari, Medico-chirurgo di Montefalco. - In appendice ad essi, sono riportati, tra altri documenti, gli atti della prima Istruttoria e la relazione del P. Luigi Bianchi, Gesuita, autenticata dal suo Provinciale, non avendo potuto detto Padre, recassi a deporre in persona.

L'esito del processo fu positivo, ma non fu emanata sentenza per ragioni contingenti. Nella relazione fatta dal Rev.mo Mons. Giovanni Capobianco, Giudice del Tribunale che aveva condotto a termine il processo, al Clero di Spoleto in occasione di un'adunanza dei casi, si leggono queste parole: «Allo stato degli atti, risulta dunque Provato con sufficiente certezza storica il fatto della manifestazione di un'anima purgante nel Monastero delle Francescane di S. Leonardo in Montefalco? - A mio giudizio si deve rispondere di si; perché la certezza storica di un fatto é sopratutto certezza, ossia fondata sulla scienza e veracità dei testi e i numerosi testimoni addotti nel processo, godono tutti di tali dotti in grado eminente. Quindi la manifestazione merita fede
umana, e credo che in seguito potrà essere, dalla competente autorità, emanata analoga sentenza».

La sacrestia, dove accaddero le manifestazioni, venne trasformata in Cappella dedicata al suffragio delle Anime del Purgatorio e specialmente di quelle dei sacerdoti defunti. Fu benedetta il 26 febbraio 1924, ed è centro ardentissimo di pietà per le povere penanti. Ivi è eretta una confraternita in suffragio delle Anime del Purgatorio, specie sacerdotali, aggregata nella Primaria esistente nella Chiesa del S. Cuore del Suffragio a Lungotevere Prati in Roma.

Fonte: www.preghiereagesuemaria.it