Il Purgatorio

Il Purgatorio nella rivelazione dei santi - Introduzione

Natura e valore delle rivelazioni private (1): Per rivelazione intendiamo la manifestazione di verità, prima sconosciute. Se la manifestazione ha Iddio per autore, si ha la rivelazione divina. Quando la rivelazione divina è fatta per il bene della Chiesa Universale, si dice pubblica; quando è fatta per l'utilità particolare di coloro a cui è rivolta, si dice Privata. Rivelazioni private vi furono in tutti i tempi: la Chiesa, approvandole, non intende obbligare i fedeli a crederle, ma soltanto permette che siano pubblicate ad istruzione e a edificazione dei fedeli, e l'assenso richiesto non è atto di fede cattolica, ma di fede umana, fondata sul fatto che esse sono probabili e piamente credibili (Benedetto XIV, De -sere. Dei beat., 1. 11, e 32, n. 11). Per la pubblicazione di rivelazioni private è richiesta l'approvazione dell'autorità. ecclesiastica. Le rivelazioni private possono avvenire in tre modi diversi: con visioni, con locuzioni soprannaturali, con tocchi divini.

Le VISIONI sunti percezioni soprannaturali di oggetti che l'uomo non può vedere naturalmente, e sono di tre specie sensibili (od anche corporali od oculari - apparizioni -), allorchè i sensi percepiscono una cosa reale naturalmente invisibile all'uomo: è ciò che accadde ai tre bimbi, nativi di Aljustrel, Lucia, Francesco e Giacinta, il 13 maggio 1917, quando prima un lampo, poi un altro li spaventarono, e finalmente videro tutti e tre, sopra un elce, una misteriosa Signora, dallo sguardo radioso, avvolta in un lembo di luce; immaginative, quando è nell'immaginazione che Iddio produce la voluta impressione, e ciò nella veglia o nel sonno. Così accadeva a S. M. Maddalena de' Pazzi e a S. Francesca Romana di vedere il Purgatorio nelle sue divisioni, nei tormenti riservati alle anime, nella durata dell'espiazione, ecc. ; intellettuali, allorchè la mente percepisce verità spirituali senza forme sensibili. Così la Beata Angela da Foligno ebbe la visione dei misteri della Somma Bontà, della Somma Bellezza, della Somma Giustizia, dell'Amore di Dio, di Dio nella tenebra, in cui vide Iddio con tanta evidenza e pienezza come non mai.

Le LOCUZIONI sono manifestazioni del pensiero divino inteso dai sensi esterni o dagli interni o direttamente dall'intelletto. Quando i bambini di Fatima videro per la prima volta la Vergine, le parole di lei furono udite solo da Lucia e da Giacinta. Francesco vide, ma non udì nulla, Giacinta udì nel medesimo modo le parole di Lucia e dell'Apparizione.

I TOCCHI divini sono deliziosi sentimenti spirituali impressi nella volontà da una specie di contatto divino e accompagnati da viva luce intellettuale. " Mentre un giorno - racconta la beata Angela da Foligno nelle sue Mirabili Visioni e Consolazioni - ero in contemplazione della croce di legno e dell'altra che vi faceva su il disteso corpo di Gesù Cristo, e gli occhi miei materiali si colmavano di questa vista, a un tratto, nell'anima mia, sentii accendersi una fiamma d'amore così fervente da ridondare, come una fiumana di letizia, su tutte le membra del corpo mio: Vedevo allora e sentivo Gesù Cristo abbracciare l'anima mia con quel braccio che fu per primo inchiodato sulla Croce, e ne provavo una gioia luminosa di una mai provata dolcissima verità. Fu così che conobbi e compresi in qual modo, in questa nostra carne mortale, si faccia l'unione con l'eternità di Dio. Da questa letificante, inenarrabile visione, da questa gioia durevole e chiara di evidentissima luce, mi venne tanta assicurazione, tanta certezza di me stessa e di Dio, che non solo non posso avere alcun dubbio sulla elevazione, sulle visioni e sulle parole di Dio, per grazia sua concessemi; ma mi meraviglio come abbia potuto altra volta dubitare di queste divine ispirazioni. E se tutto il mondo mi dicesse di essermi ingannata, riterrei tutto il mondo nell'errore e me sola nella verità » (Op. cit. trad. L. Fallacara; Firenze 1926, pag. 121). Si danno delle regole per conoscere se una rivelazione viene veramente da Dio o è prodotta da cause umane o naturali, o preternaturali ma non divine.

Premettiamo che abitualmente Dio sceglie per le sue rivelazioni persone particolarmente inoltrate per le vie della vita interiore, e che quindi l'indagine sulle qualità soprannaturali della persona che dice di aver avuto rivelazioni è la prima da farsi. Segue l'esame delle qualità naturali. E' persona fisicamente sana o affetta da malattie specialmente nervose? Il suo albero genealogico ha precedenti che possano far dubitare di vizi, di debolezze, di tare mentali, facilmente ereditabili? Per ciò che riguarda le sue capacità intellettuali, è normale, è esaltata, è ipersensibile? E’ priva di pregiudizi, è soggetta a illusioni? Moralmenate, è persona a posto, vi sono nella sua vita precedenti che poco la raccomandano? E' sincera, calma, spassionata? E' umile ed obbediente, specialmente col direttore di spirito? Quale è il suo carattere?

Nei confronti poi della materia delle rivelazioni, per giudicare se sono veramente da Dio, occorre esaminare se sono conformi alla fede e ai buoni costumi. Leggendo, p. e., relazioni di sedute spiritiche, accade di incontrare con tutta facilità quanto vi ha di più contrario alle verità della fede e alla morale cristiana.

Anche dagli effetti che le rivelazioni producono, si può trarre argomento per giudicare del loro valore. Le apparizioni di Lourdes non potevano produrre frutti migliori; le manifestazioni di Montefalco hanno attratto l'attenzione di numerosi fedeli sul bisogno che le anime del Purgatorio hanno di preghiere, e dove le manifestazioni ebbero luogo è stata inaugurata una cappella per il suffragio, divenuta ormai centro ardentissimo di pietà per le povere penanti ». Diciamo, in ultimo, che non è escluso che una rivelazione, dall'esame delle circostanze che l'accompagnarono, risulti vera nella sostanza, ma contenga errori in qualche particolare: è l'elemento umano che si unisce al divino. Può trattarsi di errori scientifici propri dell'epoca della rivelazione, di errori storici, di pregiudizi di una data scuola di mistica, di un dato direttore di spirito, di false interpretazioni, ecc. Quel che interessa è la rivelazione, la verità della sua sostanza.

Quale fede dobbiamo prestare alle rivelazioni Private? La fede che meritano i loro testimoni e le circostanze ché l'accompagnarono. Trattandosi di Santi, la loro testimonianza è raccomandata dalla loro stessa santità, tuttavia nessuno esclude che essi talvolta si siano potuti ingannare. Quando poi i Santi non sono che testimoni indiretti - ciò che ci accadrà d'incontrare qualche volta nel corso del nostro lavoro - noi non riponiamo la nostra fiducia in loro, che possono benissimo essere stati ingannati, ma nei testimoni che hanno loro riferito intorno a determinate rivelazioni.

Ai giorni nostri la critica è assai più severa che nel passato nel giudicare sul valore delle rivelazioni. Benedetto XIV, nel libro sulle Canonizzazioni, dettò regole precise sul modo di condurre le indagini e di vagliare i fatti, che rivestono caratteri straordinari. La Chiesa rimane in un rigoroso e savio riserbo, finchè i fatti non sono minutamente accertati, aspetta lungo, tempo prima di pronunziarsi, e non impone mai ai fedeli di accettare indiscutibilmente quei fatti, che ella permette solo che siano pubblicati. A noi è richiesto il medesimo riserbo: non dobbiamo essere dei faciloni, pronti a credere a chiunque dice di aver sentito, di aver veduto... Tuttavia quando la Chiesa permette la pubblicazione di certe rivelazioni, persuadiamoci che esse offrono argomenti di credibilità tali, che possiamo prestar sicuramente la nostra fiducia a chi asserisce di essere stato favorito da Dio di manifestazioni straordinarie.

Fonte: www.preghiereagesuemaria.it