Il Purgatorio

Capitolo IX:La Vergine delle Vergini assunta col corpo in cielo, è un canto di amore, primizia immacolata del trionfo delle Vergini che risorgeranno

Madre dell'Infinita lode di Dio, Madre del Verbo che lo glorifica dall'eternità, e volle glorificarlo tra gli uomini caduti, prendendo da Lei l'umana carne, nel candore dell'immacolata verginità, resa feconda per l'Infinito Spirito, purissimo ed eterno Amore, Maria fu tutta un canto di lode verginale in ogni momento della sua vita, fu come mirabile variazione musicale sul tema costante del suo verginale amore. Per questo il suo corpo non potette rimanere sulla terra, neppure incorrotto, come quello di alcune sante vergini, il cui corpo verginale fu rispettato dalla stessa morte, ma dovette essere assunto con l'anima al Cielo, perché ogni fibra, ogni cellula, ogni nervo, ogni goccia del sangue che vivificò la sua vita glorificante Dio, era come corda amorosa risonante della gloria di Dio per il Verbo suo Figlio: Magnificat anima mea Dominum!

Il coro verginale canta dunque con Lei il cantico del suo amore, perché la verginità non è solo un'integrità del corpo, ma è un canto della vita, donata tutta a Dio, amandolo e glorificandolo in terra ed in Cielo. Solo il corpo verginale di Maria è nel Paradiso col coro verginale, perché la sua verginità fu fecondata dall'Infinito Amore, ed il suo corpo immacolato non poteva rimanere tra i solchi della morte; era tutto glorioso, come se fosse spirito, in ogni sua fibra, come corda vibrante purissimamente, per il Verbo e per lo Spirito Santo che l'adombrò: Magnificat anima mea Dominum!

ANIMA MEA.. era tutta anima, perché era tutto amore, tutto purezza, era tutto come volatilizzato dall'Eterna fiamma: Magnificat ANIMA MEA Dominum!

Il suo spirito, glorioso fin dalla vita terrena, perché immerso nella visione beatifica, era tutto esultanza di Dio, nell'infinita felicità dell'Eterno Verbo, che, predestinandola sua madre, la salvò dalla corruzione della colpa e la riempì di grazia, ed il suo corpo non poteva rimanere in terra, perché tutto vibrante di felicità nell'eterna felicità di Dio. Cantico di esultanza, doveva essere armonia di esultanza immarcescibile.

Che immensa grandezza è Maria!

Dio guardò l'umiltà della sua serva, che era tutta umiltà nella sua splendente verginità, perché era tutta amore di apprezzamento sommo di Dio, e la verginità e apprezzamento di Dio come sommo bene e come unico amore, e perciò il suo corpo fu beatificato nel Paradiso, tra i canti degli Angeli e dei Santi, che si beano della sua gloria. Sono queste le generazioni che l'acclamano beata, che l'acclamano anche in terra, dove rifulge la sua gloria immacolata, tra i penanti pellegrini dell'esilio.

Rifulse in Lei la potenza e la santità di Dio, e il suo corpo verginale ritornò a Lui con l'anima, perché la potenza divina, facendola immacolata, vinse la morte, e la santità divina rese il verginale corpo santissimo capace di stare soltanto nel regno della santità. La misericordia divina passò per Lei su tutte le generazioni che lo temono amandolo, perché per Lei venne il Redentore, infinita misericordia che ci salvò, e poiché Maria gli dette il corpo d'immolazione, che vinse la morte e trionfò risorto, anche il corpo di Maria fu tratto a Dio dal suo trionfo. Per questo l'ascesa del corpo di Gesù si chiama Ascensione, per virtù propria; e quella del corpo di Maria che fu tratto al Cielo dal trionfante suo Figlio, si chiama Assunzione.

Il trionfo della verginità di Maria per l'assunzione del suo corpo verginale, è la nota più squillante della potenza di Dio: Operò nella potenza del suo braccio, fu il trionfo più grande sulla superbia umana che, nei suoi stolti pensieri, traligna nell'impurità del corpo. Dio disperse queste nubi di orgoglioso fango, col trionfo dell'umile verginità di Maria. I troni dei potenti si sfasciarono di fronte a questo trionfo, e Maria sola fu Regina del Cielo e della terra, con l'anima sua gloriosa e col corpo assiso nella sede di eterna felicità, pieno di esultanza nella sua vita, assunto da Gesù Re d'Amore a compimento delle promesse di Dio fatte ad Abramo ed alla sua discendenza nei secoli.

Le animi vergini, gloriose nel Paradiso, non hanno il corpo verginale, lo lasciarono in terra, nel sepolcro, come filugelli che, mutandosi in bianche farfalle, lasciano l'involucro di verme che ebbero sui gelsi fioriti. Ma i corpi verginali risorgeranno, e saranno fulgenti di una luce mirabile. L'integrità fisica si ridusse in putredine col corpo sepolto, ma la purezza dell'anima impresse ancora su quella putredine il suggello dell'amore che cercò Dio solo, e si chiuse al mondo come orto difeso da mura, e fu fonte sigillato che non raccolse la melma del turbinoso torrente delle passioni umane, ma zampillò solo in alto fino all'Eterno Amore.

Oh, chi può cantare i pregi della verginità integrale, tutta amore per Dio? Chi può magnificare quegli occhi che non si fermarono cupidi sulle misere creature, chi può glorificare quel cuore che esultò con la carne solamente in Dio? Il mio cuore e la mia carne esultarono nel Dio vivo.

La dissoluzione di un corpo verginale non è la vittoria della morte, è la vittoria dell'anima, perché è l'ultima immolazione della carne, che si putrefà in un ultimo sospiro a Dio, per risbocciare in Lui, canto d'intemerato amore nella resurrezione, come bulbo sepolto nella terra, per aprirsi in un candido giglio, sul lungo stelo che ancora lo distacca dalla mota, e lo fa aprire nella luce del sole, candida corolla tra i fecondi petali dorati.