Il Purgatorio

Capitolo III:Nei cieli stellati... la potenza e la sapienza di Dio

L'anima ascende verso il firmamento dalle ombrose regioni terrestri, ed ecco uno spettacolo che le rivela la potenza, la sapienza e l'amore di Dio. Corpi colossali che percorrono la loro orbita con vertiginosa velocità, nell'immensità dello spazio che non li impaccia nel cammino, armonizzati da leggi sapientissime. Che meraviglia stupenda! Potenze che nessun intelletto ha potuto mai immaginare, neppure in quest'epoca atomica, nella quale l'uomo s'è baloccato con la formidabile potenza dell'atomo! L'uomo con faticosi calcoli si è fermato estasiato dinanzi a infinitesimali nuclei, a infinitesimali danze di elettroni, protoni isotopi... intorno a formidabili esplosioni di questo mondo infinitesimale, testimonianza della potenza, della sapienza e dell'amore di Dio... Nel cielo stellato, però, non vi sono nuclei infinitesimali, ma colossi che ripetono in un'armonia di sterminato ordine lo spettacolo dell'atomo piccolissimo. Nel cielo stellato l'anima vede come l'amplificatore formidabile dell'inno della divina gloria, che si sprigionava sulla terra nei faticosi e misteriosi laboratori atomici. E l'anima ancora una volta canta con Maria, Regina di questo colossale mondo di forze, di luci, di armonie, di ordine sommo: Magnificat anima mea Dominum!

Quanti sono questi corpi celesti? L'uomo non è riuscito a contarli: Numera le stelle se puoi, disse Dio ad Abramo, e il piccolo scienziato della terra credette quasi di smentire la parola di Dio, quando si spinse con l'occhio nei cieli, dall'alto di una torre di legno, come fecero gli astronomi primitivi di oriente. Ne contarono migliaia, ma non era quello il numero. Col piccolo cannocchiale di Galileo Galilei, che sembrò una stupefacente invenzione, ne contarono milioni, ma non era quello il numero... Col telescopio gigantesco del monte Palomar, in America, se ne contano cento miliardi nella sola nostra Galassia, ... ma non è questo il numero. Si scoprono altri cieli lontani dal nostro, altre Galassie trapuntate di miliardi di stelle, ... ma non è questo il numero, giacché il novissimo telescopio elettronico è già un occhio più potente che si appunta nei cieli...

Oh, com'è mirabilmente vera la parola di Dio quando non afferma solo l'esistenza del cielo, ma a glorificare la sua potenza parla dei cieli dei cieli!

L'anima contempla questo spettacolo grandioso, magnificando la potenza di Dio; lo contempla come chi, ascendendo verso una città gloriosa, considera lungo la via le bellezze campestri, i monumenti, le arcate superbe, i ponti e le opere che in certo modo ne preannunziano la grandezza, ma non vi si ferma. L'anima gode dello spettacolo dei cieli, ma vi rivolge solo lo sguardo, tendendo più in alto, verso la sublime meta dell'Eterno Amore.

Dio non fa nulla senza un ordine matematico, dalle più piccole cose alle grandi; non fa nulla senza una profonda ragione, non crea senza assegnare un fine determinato alla sua creatura.

Sono abitati questi corpi colossali del cielo?... Sono nebulose che si sviluppano nei secoli dei secoli, ascoltando ancora la voce di Dio: si faccia il firmamento del cielo?... Preparano i mondi per altre creature che verranno, come sbocci di fiori, per il fiat divino che ancora risuona nella creazione che si sviluppa?... O sono sedi di anime, troni di Angeli, strumenti di gioia, che cantano le lodi dell'Eterno, tutto in atto eterno, mentre essi passano, si trasformano, e come vesti gloriose veterascunt, invecchiano e si dissolvono, inneggiando alla eterna ed immobile semplicità di Dio, che è sempre in atto: Potenza, Sapienza ed Amore, adorabile Trinità, principio e fine di tutto?

La luce di ogni astro è un canto; è una scoperta moderna che, fotografando la luce, ne ha ottenuto il suono. Quei corpi sono un concento mirabile di dolcissimi suoni, che nessun musicista ha potuto ancora coordinare sull'immenso pentagramma del cielo, ma sono un canto misterioso, che canta la gloria di Dio, secondo l'ispirata parola del Salmista, che per i secoli passati sembrava un’espressione poetica, mentre è un'espressione realissima.

Di questi misteri del cielo noi mortali non sappiamo nulla. Gli scienziati che scrutano le profondità dei cieli, con difficilissimi calcoli matematici ne studiano l'armonia, ne misurano le orbite, le parallassi, la velocità, la costituzione fisica, e persino la massa ed il peso, ma non veggono altro. Gli astronauti nascenti nel nostro secolo, baloccandosi con gli scoppi dei razzi, sperano raggiungere la luna o i pianeti più vicini.

Nonostante i loro studi, gli scienziati conoscono tanto poco del cielo, ma noi che vediamo solo « un tremolio di punti d'oro e d'atomi d'argento », sentiamo la gioia di quell’immenso silenzio di pace, che ci trae per poco fuori della fragorosa vita terrena, e c'incanta nella grandezza di Dio.

L'anima poi che sale a Dio, per il lume di gloria che già la ingrandisce, vede certamente tutta la mirabile armonia della creazione, e la contempla, amando, come pallida alba del regno eterno cui ascende; come rosea aurora dell'Eterno Sole che sorge per lei, in una felicità che non ha confini, in un amore che non teme tramonto, in una lode gioiosa che scoppia in lei come riconoscenza amorosa a Dio che la chiama, per abbracciarla nell'eterno amplesso della felicità che non ha lutto né pianto!...