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«Ma si potrebbe sapere chi è?»
Nel monastero di San Leonardo in Montefalco (Perugia), il 2
settembre 1918 suonò il campanello della sacrestia. Andò
a rispondere suor Maria Teresa di Gesù, badessa, che fungeva
da sacrestana. Una voce le disse:
- Devo lasciare qui
quest'elemosina, - e girò la ruota, avendovi messo dieci
lire.
La badessa domandò se erano per tridui o per
preghiere o per Messe.
- Nessun obbligo - fu la risposta. - Se è
lecito, chi è lei?
- Non occorre saperlo.
Era una voce
gentile, ma mesta e frettolosa. Nei giorni 5 e 31 ottobre, 29
novembre e 9 dicembre; 1 e 29 gennaio 1919 si ripeté lo stesso
fatto. Il 14 marzo alle ore 20 suonò il campanello due volte,
la badessa andò a rispondere. Trovò dieci lire alla
ruota, ma nessuno rispose. La porta esterna della chiesa era chiusa e
la chiave la tenevano le suore. Fu chiamata la fattora e le fecero
ispezionare bene la chiesa. Non si trovò nessuno.
L'11
aprile altre dieci lire e la voce che chiedeva preghiere per un
defunto. Il 2 maggio circa alle ore 21.30 fu udito il campanello.
Andarono la badessa e altre tre suore. Trovarono venti lire alla
ruota (due carte messe in forma di croce) senza sapere chi le avesse
messe. La chiesa era chiusa.
Seguirono altre visite il 25 maggio,
il 4 e il 21 giugno. Il 7 luglio, verso le ore 14, in tempo di
ritiro, suonò il campanello due volte; ma la badessa, credendo
che fossero dei bambini che si trovavano in chiesa, non andò.
Una voce fuori della camera le disse:
- Hanno suonato il
campanello della sacrestia.
Andata a rispondere, udì la
solita voce dire: - Lascio qui lire dieci per preghiere.
- Da
parte di Dio, chi è? - Non è permesso.
Domandò
poi alle suore chi l'avesse chiamata: nessuna era stata.
Il fatto
si ripeté il 18 luglio, con questo in più che al saluto
della badessa «lodate Gesù e Maria» la voce
rispose: - Amen.
Altre visite ci furono in agosto, settembre e
ottobre, al solito modo. In quella del 3 ottobre, la badessa,
presentatasi al suono del campanello, ricusò le venti lire
offerte dicendo che il confessore non era contento, e che voleva
sapere chi era, temendo un tranello del demonio. La voce rispose:
-
No, sono un'anima purgante. Sono quarant'anni che mi trovo in
Purgatorio per aver dissipato i beni ecclesiastici.
In quella del
30 ottobre, avvenuta in piena notte, la badessa udì una voce
fuori della camera che diceva:
- È suonato il campanello
della sacrestia. Andata a rispondere, al solito saluto l'anima
disse:
- Lascio quest'elemosina.
Ma la badessa, senza lasciar
finire la parola, soggiunse:
- Io per ordine del confessore non
posso prenderla. In nome di Dio e per ordine del confessore, mi dica
chi è; è sacerdote?
- Sì.
- Erano di
questo monastero i beni che ha dissipato?
- No, ma ho promesso di
portarli qui. - E dove li prendete?
- Il giudizio di Dio è
giusto.
- Ma io credo poco che sia un'anima; penso sempre che sia
qualcuno che scherza.
- Vuole un segno?
- No, che ho paura. Se
chiamo qualcuna? Faccio subito...
- No, che non m'è
permesso.
L'ultima manifestazione avvenne il 9 novembre. Al saluto
cristiano della superiora, la solita voce rispose:
- Sia lodato in
eterno. Io ringrazio lei e la comunità religiosa: sono fuori
da ogni pena.
- E i sacerdoti che hanno detto più Messe,
no?...
- Io ringrazio tutti.
- A me piacerebbe d'andare in
Purgatorio dove si trova lei, così starei sicura...
-
Faccia la volontà dell'Altissimo.
- Pregherà per me,
per la comunità, per i miei genitori se sono in Purgatorio,
per il confessore, per il padre Luigi Bianchi, per il papa, per il
vescovo, per il cardinale Ascalesi?
- Sì. Benedictio Domini
super vos.
In quest'ultima visita si capiva che la voce era
felicissima. Il defunto portò in tutto trecento lire, venne
ventotto volte, e gli furono applicate trentotto Messe.
Intorno a
questi fatti fu condotto un processo canonico da parte delle
competenti autorità ecclesiastiche. Gli atti originali
comprendono duecento facciate in protocollo, e sono conservati nella
curia arcivescovile di Spoleto. Da essi «risulta provato con
sufficiente certezza storica il fatto della manifestazione di
un'anima purgante nel monastero delle Francescane di San Leonardo in
Montefalco». Suor Maria Teresa di Gesù (1878-1948),
l'unica che udiva le parole dell'anima, fu una religiosa di vita
santa. Il 18 febbraio 1942, con il permesso dell'arcivescovo si offri
vittima a Dio per i sacerdoti, per la pace, per i disordini del
popolo, per i bestemmiatori.
I fatti qui riportati sono desunti dall'opuscolo Sprazzi d'oltretomba (5a ed. riservata al monastero, s.d.).